La Galleria degli Uffizi rappresenta uno dei più importanti poli museali al mondo. Aperta più di 400 anni fa, la Galleria ha registrato nel 2018 un numero di visitatori che supera i due milioni, raccogliendo 34 milioni di euro (in aumento del 50.5% rispetto all’anno precedente).
Da anni, però, questo patrimonio italiano riempiva anche le tasche di bagarini dall’altra parte del mondo.
Il Museo degli Uffizi di Firenze vince finalmente una battaglia storica contro un’azienda americana che ne utilizzava impropriamente il nome e il logo per rivendere i biglietti a prezzi decisamente maggiorati.
Quello che gli Uffizi hanno denunciato è un caso di “Cybersquatting”, cioè di occupazione illegale di spazio illegale. Se infatti il vero sito web dei Musei è uffizi.it, fino a poco tempo fa potevano essere raggiunti anche uffizi.com, uffizi.net, uffizigallery.com, uffizigallery.net e uffizigallery,org. Questi domini erano stati registrati, senza il consenso del famoso polo di Firenze, da BoxNic Ansalt in Arizona.
Recentemente la Corte federale dello Stato americano ha ritenuto BoxNic colpevole di cybersquatting, violazione e sfruttamento di marchi registrati e competizione sleale. Su questi siti era possibile trovare, da anni, i biglietti per gli Uffizi ad un prezzo rialzato, un vero bagarinaggio che è stato finalmente interrotto.
Da oggi quindi non potrà più essere sfruttato impropriamente il patrimonio degli Uffizi, che, entro 15 giorni, diventeranno proprietari di tutti i domini incriminati.
Il direttore Erike Schmidt commenta:
“Vittoria storica non solo per Uffizi, per il Mibact e per i beni culturali, ma anche per la dignità dei cittadini onesti. Abbiamo assestato un colpo devastante contro i vampiri della Rete che per anni, come parassiti, hanno illegalmente e in malafede sfruttato il nostro patrimonio e la nostra immagine. Ma non solo: questi siti pirata infatti hanno tratto in inganno visitatori di tutto il mondo”