La banca Intesa Sanpaolo ha annunciato un’offerta di rilevamento da 4.9 miliardi di euro per Banca Ubi, una mossa inaspettata che comunque è in linea con il consiglio degli esperti: unificare il settore per consolidarlo.
Lo scambio di quote (17 Sanpaolo per 10 di Ubi) valuta quelle di Ubi con un premio del 28%.
Intesa Sanpaolo è attualmente la seconda banca italiana per assest gestiti, ma se si considerano come parametro della classifica i prestiti, allora essa si posiziona al primo posto. L’offerta, non ostile ma nemmeno concordata, è stata lanciata nello stesso giorno in cui Banca Ubi ha presentato il nuovo piano industriale, con cui pianifica di liberarsi di 2,000 dipendenti e di tagliare i costi operativi del 6%.
Se combinate, le due banche arriverebbero ad avere prestiti ai consumatori per 460 miliardi di euro, e più di €1.1 trilioni nei conti, con un fatturato combinato di 21 miliardi.
Il CEO di Sanpaolo, Carlo Messina, spiega che la nuova banca potrebbe arrivare a guadagnare 6 miliardi di euro nel 2022, promettendo agli shareholder un dividendo di 0.20 euro per azione per quest’anno, da aumentar nei prossimi. La nuova compagnia punta anche a incrementare i finanziamenti per i progetti con un focus ambientale, passando da 50 a 60 miliardi di euro.
In Borsa le azioni Ubi sono saltate da 3.49€ a 4.37, un incremento del 25%.
Messina ha commentato:
“Questa operazione può veramente creare un campione. Non è amichevole dal punto di vista tecnico ma non c’era altro modo per farla. Ma pensiamo che il management di Ubi è forte. Massiah è un ceo davvero bravo e Moratti è molto forte. Pensiamo che possano considerare amichevole questa operazione. Dal primo giorno parlerò alle persone di Ubi come persone del nostro gruppo”.
In caso di successo, verrebbe creato il terzo istituto bancario in Europa per capitalizzazione.