La Centennial Technologies è stata al centro di uno dei più grandi scandali mai avvenuti nel mercato azionario americano. Fondata nel 1987 da Emanuel Pinez, l’azienda produceva schede di memoria per computer e nel 1994 venne quotata nella Borsa americana. Appena entrata nel mercato azionario, fu da subito considerata molto promettente dagli investitori, tanto da sestuplicare il suo valore in due giorni. In poco meno di una settimana, il prezzo per azione salì in maniera vertiginosa, passando da 2 a 14 dollari, una crescita del 600%. L’azienda nel suo settore finì per essere considerata come un leader globale, arrivando a produrre schede di memoria di ogni tipo, da quelle commerciali a quelle destinate a strumenti informatici avanzatissimi. Nel 1996, arrivò addirittura ad avere un valore per azione di 58.25$ ed una capitalizzazione netta di oltre 1 miliardo di dollari.
Il caso Centennial
Nei primi mesi del 1997, la fiorente Centennial cominciò ad avere problemi con la giustizia. Il CEO Pinez fu messo sotto accusa dallo stesso consiglio di amministrazione per aver fatto insider trading tramite opzioni legate ad investimenti speculativi sulla sua stessa azienda, guadagnando più di 4 milioni in pochi giorni. Tra l’aprile del 1994 e il dicembre del 1996, Emanuel Pinez era già stato accusato di aver falsificato i dati sui bilanci, gonfiando i guadagni di oltre 40 milioni. Questo espediente, di cui il CEO era effettivamente responsabile, aveva portato la Centennial ad essere inserita nella lista delle dieci azioni più performanti del New York Stock Exchange nel 1996.
Tuttavia nel 1997 Pinez venne allontanato, dopo che furono messi alla luce tutti i giochi contabili che aveva portato avanti negli anni. Per fare un esempio, Pinez spediva cesti di frutta a finti clienti, così da avere falsi documenti di spedizione che potevano essere associati senza difficoltà alla vendita di memory card. Quando il valore azionario dell’azienda era al massimo storico, Emanuel Pinez possedeva una ricchezza stimata di circa 224 milioni.
Lo scandalo portò oltre 20.000 investitori a perdere tra i 150 e i 376 milioni di dollari. L’ex CEO Pinez venne arrestato il 15 febbraio del 1997, fu accusato di frode azionaria e condannato a cinque anni di prigione. Per colmare i debiti dovuti alle richieste di risarcimento l’azienda dovette pagare un conto molto salato, 1475 milioni di dollari, e cedere il 37% delle quote azionarie, rischiando quasi di fallire.
Le altre “esperienze” di Pinez
ABL Technologies
Nel 1982, prima della fondazione della Centennial, Pinez creò a Ginevra un’azienda che si occupava della produzione di fotocopiatrici, la ABL Technologies, e la gestì per qualche anno. In breve tempo, vista la forte richiesta di macchine fotocopiatrici, l’azienda si espanse anche a Londra e negli Stati Uniti. Visti i grossi profitti, soprattutto in America, Pinez iniziò a portare all’estero cifre che si aggiravano sui 50.000 dollari a settimana. Inoltre, durante tutta la sua attività la ABL fu soggetta a continue cause legali, dovute al fatto che essa copiava, senza neanche nasconderlo, i modelli di fotocopiatrici di altre aziende, non pagando però le royalties. Nel 1985, Pinez vendette l’azienda per poi spostarsi appunto sulla ben più conosciuta Centennial.
Record di attraversamento della Manica
Questa forse fu la sua truffa più creativa: nel 1958 persuase un giornale israeliano, Haolam Hazeh, a mandarlo in Francia per una gara di nuoto sulla Manica. Tramite falsi testimoni riuscì a convincere l’ambasciata israeliana di essere riuscito a battere il record mondiale effettuando l’attraversamento in sole 10 ore e 21 minuti di nuoto. Tornato in madrepatria venne quindi accolto come un eroe nazionale. Peccato che poche settimane dopo venne alla luce il fatto che questa gara di nuoto non aveva mai avuto luogo.