Era l’inizio della catastrofe, Giovedì 24 Ottobre 1929, quando suonò la campana che dava inizio alle contrattazione sui floor di Wall Street. I trader iniziarono a chiudere tutte le loro posizioni, a vendere tutto ciò che avevano nei loro portafogli, creando il perfetto inizio della peggiore crisi del secolo scorso: 11% sfumato in pochi minuti.
Quel Black Thursday diede inizio alla Grande Depressione, la crisi del ’29 che portò a importanti ricadute sull’economia reale e fu tra i presupposti necessari allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Quello di ieri, Giovedì 27 Febbraio 2020, si spera non porti risultati altrettanto infausti, ma rimarrà a lungo nella storia per aver registrato la peggior perdita di punti per il Dow Jones nella storia: l’indice industriale americano ha perso 1.190,95 punti, il 4.4% in una sola seduta. Sebbene il salto in assoluto sia stato il più alto di sempre, la perdita percentuale non ha raggiunto neanche la metà del Giovedì nero originale, ma è probabile che venga ricordato a lungo.
Record per lo Standard&Poor’s 500
Non è l’unico record negativo registrato dai mercati americani: lo S&P500, indice che raccoglie la valutazione di 500 titoli americani, ricorderà l’attuale settimana come il peggiore risveglio da un sogno bellissimo. L’indice di punta di Wall Street è infatti passato dal massimo storico di 3386,15 di martedì 19 Febbraio alla chiusura di Giovedì perdendo oltre il 10% della sua quotazione in soli sette giorni: la peggiore correzione della storia dell’indice, che però non esisteva ai tempi della Crisi del ’29.
Mercati occidentali in ginocchio
Tutti i mercati finanziari europei e americani hanno registrato perdite di diverse entità. Chi ha resistito meglio all’impatto della giornata è stata la Borsa canadese (S&P/TSX) con una perdita di “solo” 1,90%, mentre la maglia nera spetta alla Borsa belga (BEL 20) che ha lasciato a terra il 4,90% in una sola seduta.
Milano (FTSE MIB) ha perso molto, ben il 2,66%, ma è riuscita a mantenere delle contrattazioni ordinate, con una variazione tra apertura e chiusura di soli 136 punti (-0.5%). La maggior parte della perdita, infatti, si è verificata durante l’asta d’apertura. La profonda variazione percentuale è dovuta al metodo di calcolo: la performance giornaliera, infatti, si calcola avendo come punto di riferimento il prezzo della chiusura del giorno precedente di contrattazione.
Unico valore in verde della giornata è stato il risultato del VIX, l’indice che tiene traccia della volatilità espressa dal mercato. Si ritiene che una volatilità più alta possa essere dovuta a diversi fattori, ma una cosa è certa: non tutti gli operatori sono d’accordo sulla direzione da prendere, generando caos sulle piazze di negoziazione e titoli molto incerti.