Il fondo Elliott Management Corporation, fondato da Paul Singer, è diventato noto al grande pubblico italiano nel 2018, per aver rilevato l’AC Milan a seguito del mancato adempimento da parte di Li Yonghong. Tuttavia, esso era già famoso prima di questa operazione, essendo uno tra i più grandi fondi di investimento attivista al mondo. La stessa figura del fondatore Singer ha un’aura leggendaria nel mondo degli hedge fund.
Paul Singer è considerato uno dei più grandi avvoltoi di Wall Street, nonché uno tra i più grandi self-made men americani, in quanto partendo da umili origini è riuscito a diventare il 251° uomo più ricco degli Stati Uniti e a gestire più di 34 miliardi di dollari. Dopo una laurea in Psicologia ed una in Legge conseguita presso la Harvard Law School, iniziò a lavorare in una banca di investimento a Wall Street come avvocato nella divisione immobiliare. Tuttavia, dopo qualche anno lasciò l’incarico per dedicarsi alla creazione di un hedge fund, avviato inizialmente con 1.3 milioni di dollari raccolti da colleghi, amici e familiari.
La speculazione sui titoli di Stato
Dalla sua nascita, nel 1977, il fondo Elliott ha sempre avuto ritorni positivi e superiori allo S&P500, con una volatilità inferiore alla media. Soltanto due volte, nel 1998 e nel 2008, ha registrato perdite. Le strategie adottate negli anni dal fondo sono state molteplici, ma è possibile fare una suddivisione: “pre-1987” e “post-crollo borsistico”.
Fino al crollo della Borsa del 1987, infatti, il fondo si era basato essenzialmente sull’arbitraggio di equity e titoli a tasso fisso. In seguito è stato invece adottato un approccio di trading multi-strategia, con un focus legato essenzialmente all’acquisizione di debito sovrano o di quote di aziende in crisi o mal gestite: lo scopo è quello di rivendere successivamente, oppure di avviare pratiche legali per ottenere il rimborso. Relativamente a questo secondo caso si registrano alcune delle operazioni più celebri e famose di Paul Singer, nelle quali emerge tutta la sua abilità e anche la spietatezza.
Tra i primi investimenti riguardanti il debito pubblico di paesi in crisi merita una menzione particolare il caso del Perù. Nel 1996 Elliott acquistò 20 milioni di dollari di debito della Nazione ormai in default: dopo una lunga controversia giudiziaria, che comportò tra la altre cose il sequestro dell’aereo del presidente peruviano (smentito dalla difesa), e una prima sconfitta in Tribunale nel 1998, il fondo riuscì a ribaltare la sentenza in appello e a ottenere 58 milioni come risarcimento, dopo azioni di lobbying volte a modificare una legge che impediva proprio l’acquisto di crediti al solo scopo di perseguire legalmente il debitore.
Tra le operazioni più redditizie e complesse si ha tuttavia la personale battaglia tra Paul Singer e Cristina Kirchner, ex presidente dell’Argentina, per il rimborso dei Tango bond. Nel 2001 il fondò investì 630 milioni di dollari nei bond argentini, acquistandoli con un forte sconto. A seguito del default, il Paese propose un rimborso parziale di 30 centesimi per dollaro, che venne accettato dalla maggior parte degli investitori ma non da Singer. Fu così che egli intraprese una dura battaglia giudiziaria, con la minaccia di aggredire le riserve della Banca Centrale e il sequestro di una nave della marina argentina come garanzia. La diatriba si è conclusa soltanto nel 2016 con il rimborso di 2.4 miliardi di dollari da parte del governo argentino. Operazione analoga è avvenuta in Congo, dove un investimento di poco superiore ai 10 milioni gli ha fruttato oltre 120 milioni in un contenzioso extra-giudiziale.
Il fondo Elliott nel mondo corporate
In ambito corporate, il fondo Elliott si è occupato principalmente di ristrutturazione di aziende in crisi o in default, acquisendo anche partecipazioni di minoranza in modo da aprire successive cause legali, come fatto per i titoli di Stato. L’elenco delle aziende che hanno dovuto affrontare battaglie in tribunale con Singer è lungo: tra queste figurano TWA, MCI, Enron, Chrysler, Lehman Brothers (da cui ha ottenuto un guadagno superiore al 120%), Delphi Automotive, Adecco, Hitachi, Hyundai, AT&T e molte altre.
In Italia Elliott è intervenuto in Telecom Italia, scontrandosi con il gruppo francese Vivendi che ne deteneva il controllo. Con l’appoggio di Cassa Depositi e Prestiti, durante un’assemblea degli azionisti tenutasi il 4 maggio 2018, Singer è riuscito ad ottenere la maggioranza dei voti e quindi nel consiglio di amministrazione, estromettendo così Vivendi. La governance di Elliott ha reso Telecom Italia una public company e, come auspicato dall’allora governo Gentiloni, ha portato allo scorporo della rete.
La maggior parte delle operazioni condotte dal fondo Elliott si conclude con un rapido cambio della governance societaria, a volte volontaria ma spesso imposta: per questo motivo viene definito da molti come “l’ammazza-CEO”. Nel lungo periodo risulta tuttavia evidente come le operazioni condotte da Singer non abbiano soltanto una natura speculativa, in quanto esse portano di fatto alla creazione di valore per tutti gli stakeholders e al miglioramento delle performance societarie. È il caso, per esempio, dell’acquisizione delle quote di SoftBank avvenuta a inizio 2020, che ha portato ad una immediata ripresa del titolo del 7,1% dopo diverse difficoltà.
Paul Singer non è soltanto un abile speculatore, ma anche un generoso filantropo. Sostiene finanziariamente la Harvard Graduate School of Education e la comunità LGBT, ha creato il Premio Singer per le eccellenze tra gli insegnanti delle scuole superiori e ha aderito al Giving Pledge con l’impegno a devolvere in beneficenza oltre metà del proprio patrimonio personale.