Il forte impatto del Coronavirus sui vari Paesi del mondo e le aspettative negative circa i suoi effetti sull’economia globale, hanno generato nelle ultime settimane, in particolare in quella appena trascorsa, un forte ribasso che ha colpito tutti i principali mercati azionari.
Nel dettaglio, lo S&P500, l’indice che raggruppa le 500 aziende maggiormente capitalizzate di Wall Street, che ricordiamo essere insieme al Nasdaq il principale indice azionario americano, è sceso dal picco massimo di 3.386,15 punti del 19 febbraio 2020 a 2.386 punti del 15 marzo 2020. Con un ribasso del 29,9% in meno di un mese, si è andata ad interrompere la fase rialzista che durava da 13 anni.
Nonostante l’alta volatilità, la domanda che ricevo maggiormente in questa fase sia dai clienti sia dai colleghi ed amici è: quanto può durare la fase ribassista?
Si può iniziare ad incrementare la componente azionaria?
Fortunatamente la pianificazione finanziaria ha contribuito ad avere molta liquidità sul proprio patrimonio così da poter sfruttare un’occasione che possiamo definire “epocale”. Per poter rispondere però, analizziamo dei numeri.
Analisi storica dei Bear Market
Dal 1929 ad oggi ci sono stati 25 bear market. La durata media è stata pari a 10 mesi, con un minimo di 1,9 mesi e un massimo di 21 mesi. La perdita media di ogni bear market è stata pari a -35% (la minore nel 1949, con -21% e la maggiore nel 1932 con -61%).
La frequenza media è stata pari a un nuovo bear market ogni 3,6 anni (l’ultimo bear market si è concluso 11 anni fa, nel marzo 2009). Di seguito verrà mostrata una tabella illustrante i 25 mercati “Orso” dell’S&P500 con una perdita complessiva del 20% e oltre a partire dal 1929, i dati usati considerano i prezzi di chiusura di giornata. (fonte gold-eagle.com)
Analisi storica Bull Markets
I dati presentati corrispondono alle fasi di mercato “toro”, con rialzi superiori al 20%, con relativa tabella. Dal 1929 ad oggi ci sono stati 25 bull market.
La durata media è stata pari a circa 35 mesi, con un minimo di 0,8 mesi e un massimo di 150 mesi. Il guadagno medio di ogni bull market è stato pari a +103% (la minore nel 1940, con +21% e la maggiore nel 1987 con+582%). La frequenza media è stata pari a un nuovo bull market ogni 3,6 anni (l’ultimo bull market si è concluso 1 mese fa, nel febbraio 2020)
Secondo quanto riportato, dal 1929 ad oggi ci sono stati complessivamente 50 cicli di mercato: di cui 25 al rialzo, con un guadagno medio di +103,5% ciascuno e una durata media di 35 mesi; e 25 cicli al ribasso, con una perdita media di -35% e una durata media di 10 mesi.
Sintetizzando, dal 1929 ad oggi, nonostante le 25 fasi ribassiste, il guadagno totale dell’indice S&P500 è stato superiore al a 10300% senza considerare i dividendi, e a +302734% considerando il reinvestimento dei dividendi, con un rendimento pari al 9,3% annuo composto per 91 anni consecutivi.
Ipotizzando che l’attuale fase di ribasso sia in linea con le precedenti medie storiche, teoricamente, l’indice S&P500 potrebbe scendere ulteriormente fino a 2.200 punti (3.386 picco massimo – 35% (medio) = 2200 punti), con la fine del ciclo verso novembre 2020 (10 mesi medio).
Sicuramente ci troviamo vicini ad un’occasione storica, di quelle che si verificano poche volte nella vita. Trovare il timing d’ingresso perfetto è impossibile, ma attraverso un’accurata selezione di titoli con vantaggio competitivo e l’uso di modelli quantitativi si può programmare un piano d’incremento della componente azionaria in fasi diverse.
Tutto ovviamente deve essere coordinato con una buona pianificazione finanziaria ed un’attenta analisi del profilo di rischio personale.
Prof. Giovanni Cuniberti
Docente a contratto Scuola di Economia e Management – Università di Torino
Responsabile Consulenza Finanziaria Fee Only di Gamma Capital Markets
Fondatore del progetto di cultura finanziaria “Patrimoni di famiglia” presente su Facebook, Instagram e Telegram