Il principe ereditario della corona saudita, Mohammad Bin Salman, ha quasi portato a termine l’acquisto del club di calcio inglese Newcastle. L’attuale proprietario, Mike Ashley, riceverà, salvo sorprese, circa 340 milioni di sterline per la squadra della Premier League. Questa, pur restando nel primo campionato inglese, non riesce mai ad andare oltre posizioni mediocri nella classifica. Da quando il Newcastle è passato nelle mani di Ashley i tifosi della squadra, e non solo, hanno sviluppato una crescente ostilità nei confronti del proprietario, che ha comprato il club nel 2007 per circa 150 milioni di sterline.
Le speranze dei tifosi ed il motivo dell’ostilità verso Ashley
I tifosi del Newcastle sono da anni molto ostili alla gestione di Mike Ashley. L’imprenditore inglese, sbagliando anche nella comunicazione, ha sempre gestito il club solo nell’ottica di massimizzare i suoi profitti. Infatti, sebbene la sua non sia una squadra di livello, lo stipendio che si è destinato per la gestione della squadra è al livello di quello delle grandi realtà nel mondo del calcio. Ha fatto molto discutere il fatto che Ashley, a fronte delle difficoltà economiche dovute al coronavirus con le manifestazioni sportive sospese, abbia lasciato invariato il suo stipendio e quello dei calciatori azzerandolo invece per il resto dello staff.
La decisione di vendere
L’idea di vendere il Newcastle da parte di Ashley non è nuova. L’imprenditore già dal 2018 stava cercando di cedere la squadra puntando a piazzarla per una cifra superiore al doppio rispetto a quella di acquisto nel 2007. L’offerta del principe saudita Bin Salman è abbastanza in linea con le sue aspettative, anche se il valore della squadra è un po’ calato rispetto al 2018, quando Ashley sperava di poterne ricavare fino a 400 milioni di sterline.
Chi è Bin Salman ed il suo possibile fine
Mohammad Bin Salman, membro di spicco della famiglia reale, ha iniziato dal 2015 l’ascesa che lo porterà a diventare, di fatto, l’uomo chiave dell’Arabia Saudita. Nel 2015 il padre, Salman bin ʿAbd al-ʿAziz, ereditò il trono dopo la morte del fratello nominando il vice Primo ministro, ministro della Difesa e Presidente del Consiglio per gli Affari Economici e di Sviluppo. Nel 2017 fu designato come principe ereditario, diventando il successore del padre, sostituito allo zio Muhammad bin Nayef.
Fin dal 2015 Bin Salman mostrò una visione politica straordinaria. Infatti, nel 2016, avviò il progetto Vision 2030. Questo è finalizzato a rendere l’Arabia Saudita indipendente dal mercato del petrolio e ad ammodernare l’economia del Paese, soprattutto rendendo la società petrolifera nazionale, Saudi Aramco, una holding in parte privata, non più detenuta per il 100% delle quote dalla famiglia reale. Parte del progetto ma anche oltre ad esso, uno degli obbiettivi principali di Bin Salman è quello di migliorare l’immagine del suo Paese all’estero, soprattutto in Occidente. Infatti egli è fra i membri della famiglia reale saudita più vicini agli Stati Uniti.
Il fine di entrare nel calcio inglese, probabilmente, è proprio quello di migliorare, facendo crescere una squadra in secondo piano, la sua immagine e quella dell’Arabia Saudita agli occhi degli europei.
Le proteste contro l’acquisto del Newcastle
Diverse organizzazioni ed associazioni internazionali, fra cui Amnesty International, stanno cercando di spingere la Premier League a bloccare l’operazione di acquisto del Newcastle da parte del principe ereditario saudita. Questo a causa delle ripetute violazioni dei diritti umani di cui il Paese arabo si è macchiato, sia con le sue azioni sul piano internazionale che con la sua politica interna autoritaria.
Mohammad Bin Salman è conosciuto per essere portatore di un ammodernamento dell’Arabia Saudita per quanto riguarda i diritti civili. Egli, infatti, è promotore di diverse leggi “liberali” in particolare per eliminare molti limiti imposti alle donne nel Paese. Tuttavia, il principe ereditario è stato anche fra i principali promotori della guerra in Yemen. Inoltre, Bin Salman è fra i principali artefici dell’inasprimento dell’ostilità nei confronti dell’Iran.