Il 7 maggio 2020 l’Istat ha pubblicato i dati sul commercio in Italia nel primo trimestre dell’anno. Sono soprattutto i dati di marzo, tuttavia, a meritare particolare interesse, in quanto mostrano gli effetti sul comportamento dei consumatori italiani con l’inizio dell’emergenza sanitaria a livello nazionale. Con l’allarme dovuto al diffondersi del coronavirus, nuovo agente patogeno considerato molto preoccupante dagli esperti, il governo italiano ha disposto importanti misure di contenimento, con limitazioni alla mobilità dei cittadini, costretti fino al 4 maggio a non uscire di casa se non per ragioni di necessità. Come prevedibile, i dati di marzo sono molto negativi e, secondo Confcommercio, ci si devono aspettare numeri ancora peggiori per aprile.
Considerando tutto il primo trimestre del 2020 si registra un calo delle vendite al dettaglio per il 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per i beni non alimentari si registra un -11,6%, contro un +2% dei prodotti alimentari.
L’e-commerce ed il commercio al dettaglio
A beneficiare in modo particolare dell’emergenza sanitaria sono state le vendite on-line. A marzo 2020 il valore degli scambi tramite e-commerce in Italia è aumentato del 20,7% rispetto a febbraio. Il risultato negativo delle vendite al dettaglio in negozio, invece, è stato speculare, con un -20,5%.
Sebbene la crisi economica che seguirà l’emergenza sanitaria colpirà tutti i settori, gli operatori delle vendite via internet hanno ragione di festeggiare. Infatti, sebbene il picco sia dovuto al periodo, la quarantena ha portato molti che prima ne diffidavano o non erano abituati a usarlo ad avvicinarsi al mondo dell’e-commerce.
Supermercati e grande distribuzione
Nell’ambito dei negozi fisici, il ruolo del leone a marzo è stato giocato dai supermercati, che hanno registrato un incremento delle vendite, in termini di valore, del 14% rispetto a febbraio. Sono andati bene anche i grandi negozi non specializzati ma che vendono in prevalenza prodotti alimentari, registrando un aumento del 5,2%.
I risultati delle vendite sono stati molto negativi per i negozi della grande distribuzione non a prevalenza alimentare, soprattutto perché sono stati costretti a chiudere, nella maggior parte dei casi, i loro punti vendita. In questo caso rispetto a febbraio le vendite sono crollate del 40,5%.
Nel complesso, le vendite della grande distribuzione sono state inferiori del 9,3% rispetto a marzo 2019.
Il commercio al dettaglio
Il commercio al dettaglio è quello che ha risentito di più dell’emergenza sanitaria. Nel complesso i piccoli negozi specializzati a marzo hanno registrato vendite inferiori del 55,7% rispetto al mese precedente. Tolte le realtà costrette a chiudere i propri, o il proprio, punti vendita nemmeno l’alimentare è riuscito ad uscirne in positivo, anche se registrando un risultato stazionario. I negozi al dettaglio legati al cibo, infatti, hanno segnato un -1% nelle vendite.