Seguendo l’evoluzione della compagnia spaziale privata di Elon Musk, SpaceX, sembrerebbe che essa debba affrontare una “prima volta” ad ogni missione.
Che sia per esempio la prima volta che un razzo viene fatto atterrare su una piattaforma in acqua dopo un lancio, oppure la prima volta che se ne impiega uno che ha già volato, la compagnia si trova spesso ad affrontare grandi sfide e grandi novità. (Nel video, il primo atterraggio di successo sulla nave-drone)
Ma fino ad oggi nulla è comparabile alla missione che dovrà affrontare il 27 maggio, la più ardua di tutte e forse quella che rappresenterà la pietra miliare più importante: lanciare una missione con equipaggio.
Una pietra miliare
Quella del 27 maggio, denominata Crew Demo-2, sarà una missione dall’importanza storica sia per SpaceX, sia per gli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la compagnia di Musk, essa sarà di un passo più vicina al lontanissimo sogno che ha portato il fondatore a crearla, cioè quello di colonizzare Marte. Come abbiamo infatti già spiegato, sarà la prima volta che a bordo di un velivolo SpaceX ci saranno delle persone in carne ed ossa, e non dei semplici manichini, come quello spedito insieme alla Tesla Roadster di Musk in orbita intorno al Sole. In caso di successo, gli orizzonti della compagnia spaziale si espanderanno ampiamente, aprendo anche nuove possibilità di business, come quella già pianificata del turismo spaziale, grazie alla possibilità di trasportare equipaggio umano con i propri mezzi.
Ma anche per la Nasa e per gli Stati Uniti questo sarà un evento importantissimo, dato che il Paese di Trump non dispone di un mezzo di proprietà per spedire astronauti nello spazio. Dal 2011, data in cui è stato mandato in pensione lo Space Shuttle, simbolo della supremazia americana nello spazio, ma anche di catastrofi e fallimenti finanziari, gli americani hanno dovuto fare affidamento ai russi per mandare i propri uomini oltre l’atmosfera.
Ai Russi e alle loro Soyuz si sono dovute rivolgere fino ad oggi praticamente tutte le agenzie spaziali del mondo (tranne quella cinese), compresa quella europea e quindi quella italiana. La Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, vedrà quindi ridursi le entrate, che erano di circa 80 milioni di dollari a persona per un viaggio andata e ritorno verso la Stazione Spaziale Internazionale.
Il ruolo dei privati nella nuova corsa allo spazio
Con la Crew Demo-2 si chiude la parte sperimentale del lungo Commercial Crew Program, un percorso con cui la Nasa ha potenziato il settore spaziale privato con miliardi di dollari di incentivi e contratti, convinta di poter così ridurre il costo d’accesso allo spazio e di stimolare contemporaneamente processi di innovazione, come quello che ha portato allo sviluppo del sistema di recupero del primo stadio dei Falcon 9, che sono gli unici al mondo in grado di ritornare a terra (o su una piattaforma in mare) dopo aver spedito in orbita il proprio payload, una particolarità che permette di ridurre all’osso i costi per un lancio, dominando in termini economici la competizione.
SpaceX non è l’unica ad aver beneficiato di questo programma, ed esso non è nemmeno l’unico con il quale vengono coinvolti in primo piano i privati. Ultimamente infatti la Nasa sta lavorando ad Artemis, il programma con cui vuole tornare a mettere astronauti sulla Luna e costruire una stazione spaziale in orbita ad essa. Non molto tempo fa sono state scelte le aziende che potranno accedere a quasi un miliardo di dollari per sviluppare sistemi per raggiungere la superficie lunare. Oltre a Musk vediamo coinvolto anche Bezos con Blue Origin, e anche un’azienda più piccola, la Dynetics, che collabora con l’italiana Thales.
Trump ha inoltre specificato con un executive order che gli Stati Uniti sono intenzionati a sfruttare la Luna per scopi commerciali, dichiarando che essa non è un bene comune.
La missione
Il Falcon 9 con a bordo Bob Behnken e Doug Hurley partirà dallo storico complesso 39A al Kennedy Space Center in Florida, lo stesso da cui venne lanciato il Saturn V dell’Apollo 11 che portò per la prima volta l’uomo sulla Luna più di 50 anni fa (il complesso è stato dato in gestione dalla Nasa a SpaceX nel 2017).
Prima di partire i due astronauti verranno trasportati alla rampa di lancio con un altro mezzo di proprietà di Musk: una tesla Model X con una livrea della Nasa.
I 9 motori del Falcon 9 dovrebbero accendersi per le ore 22:32 italiane. In cima al razzo si troverà la Crew Dragon, la capsula che porterà i due astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale, e che verrà anche usata per il ritorno a terra. Si tratta di una versione modificata per accogliere equipaggio umano della Dragon, la capsula con cui SpaceX rifornisce da anni la Stazione Spaziale Internazionale per conto della Nasa. Il primo stadio del razzo, come al solito, dovrebbe tornare a terra pochi minuti dopo la separazione dal secondo stadio.
La Crew Dragon è un grande passo in avanti per quanto riguarda le capsule spaziali: sarà la prima a possedere un sistema di bordo completamente touch screen, e il suo design è sicuramente futuristico, così come quello delle tute degli astronauti, visibili nella foto seguente.
Come sempre sarà possibile seguire il lancio in diretta tramite il canale youtube ufficiale di SpaceX. Anche questa attenzione ai media e alla presenza sui social è uno dei motivi del successo di SpaceX, che è diventato uno dei più importanti e riconosciuti brand nel campo della tecnologia.