Il 27 maggio 2020 la Commissione Europea ha approvato una versione potenziata del nuovo Recovery Fund proposto da Francia e Germania. Ai 500 miliardi di euro che saranno distribuiti come sovvenzioni ne sono stati aggiunti altri 250 miliardi, che invece saranno sotto forma di prestiti agevolati. I fondi saranno raccolti attraverso titoli obbligazionari, bond, emessi dalla Commissione Europea. I 500 miliardi saranno raccolti sotto forma di debito comune UE, mentre i 250 miliardi dovranno essere ripagati entro il 2058 dagli Stati che ne usufruiranno. Anche i bond europei emessi avranno scadenza massima fino al 2058.
Una decisione ancora non del tutto definitiva
L’approvazione del Recovery Fund da 750 miliardi di euro nelle sue caratteristiche generali è data, tuttavia alcuni Paesi vorrebbero delle modifiche. Si sono create due fazioni in Europa, che dovranno discutere e trovare un accordo nell’incontro del Consiglio Europeo del 17 e 18 giugno. Da una parte ci sono i Paesi rigoristi, secondo la purtroppo tipica politica proposta dal nord Europa. Questi sono Austria, Svezia e Danimarca, con l’Olanda in testa per quanto riguarda la contrarietà espressa per l’attuale Recovery Fund della Commissione Europea. Dall’altra, ci sono i Paesi che sostengono l’attuale programma, senza escludere un suo ulteriore potenziamento in caso di necessità, che sono Spagna, Francia, con una svolta storica la Germania, che ha lasciato il fronte dei rigoristi, ed in testa l’Italia.
Gli Stati rigoristi vorrebbero ridurre i fondi destinati al Recovery Fund, aumentare la percentuale di quelli concessi a prestito a svantaggio delle sovvenzioni ed un rigido controllo sulla spesa dei Paesi che ne usufruiranno. Gli unici ad aver espresso posizioni molto contrarie al programma attuale, comunque, sono stati i rappresentanti del governo olandese.
Chi benficerà dei fondi
Il maggiore beneficiario del Recovery Fund sarà l’Italia, con 172,7 miliardi di euro previsti dalla Commissione Europea. Di questi 81,8 miliardi saranno sotto forma di sovvenzioni e 90,9 miliardi come prestito agevolato. Al secondo posto c’è la Spagna, con 140,4 miliardi di euro, 77,3 di sovvenzioni e 63,1 di prestito. La terza posizione è della Polonia che con 37,7 miliardi in sovvenzioni e 26,1 di prestito arriva a 63,8 miliardi di euro complessivi. Al quarto posto si trova la Francia, con 38 miliardi solo sotto forma di sovvenzioni.
Ripagare i debiti, differenza fra sovvenzioni e prestiti
I soldi per il Recovery Fund saranno raccolti attraverso bond emessi dalla Commissione Europea, che dovranno essere ripagati da tutti gli Stati europei secondo la percentuale con cui contribuiscono al bilancio europeo, calcolata in base al PIL. Il pagamento di questi “titoli di Stato” dell’Unione Europea dovrà avvenire fra il 2028 ed il 2058.
I 500 miliardi di euro in sovvenzioni saranno ripagati da tutti gli Stati dell’Unione, indipendentemente da quanto e se ne avranno ricevuta una parte. Essi consistono in un aiuto, quasi a fondo perduto, per i Paesi in difficoltà economica. I 250 miliardi di prestiti agevolati, invece, dovranno essere ripagati, con tassi d’interesse bassi, dagli Stati che ne usufruiranno entro il 2058.
I nuovi strumenti per la fase post-coronavirus
Con l’ultima risoluzione della Commissione Europea inizia a delinearsi la futura provenienza degli aiuti economici previsti per la fase post-coronavirus. Contando anche il Recovery Fund, l’UE parla di mettere in campo più di 2.000 miliardi di euro.
Il bilancio dell’Unione Europea
La Commissione ha approvato di alzare il bilancio dell’Unione Europea a 1.100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Si passerebbe, quindi, a mettere a disposizione delle istituzioni comunitarie il 2% del PIL complessivo dell’Unione, contro l’1% previsto di norma. Questa misura è in occasione del periodo di emergenza ma non è escluso che possa prolungarsi anche per il periodo successivo al 2021-2027.
Il programma PEPP
Di entità pari al Recovery Fund c’è il programma PEPP della BCE. Esso prevede l’acquisto da parte della Banca Centrale a tassi quasi azzerati di obbligazioni di enti pubblici e privati per 750 miliardi di euro complessivi. In questo modo le diverse realtà imprenditoriali ed amministrative avranno una significativa facilitazione nell’accesso alla liquidità necessaria per la ripresa.
Mes e SURE
In misura minore i finanziamenti per la ripresa saranno messi a disposizione dal Mes, 240 miliardi di euro, e dallo SURE, 200 miliardi. I fondi del Mes verranno messi a disposizione, senza condizionalità o a condizionalità limitata, per i Paesi che ne faranno richiesta. Lo SURE, invece, è un fondo di sostegno alla cassa integrazione dei diversi Stati membri dell’UE.