Il Centro Studi del CGIA di Mestre ha pubblicato uno studio sulla pressione fiscale in Europa facendo riferimento in particolare ai dati della Banca Mondiale e di EUROSTAT del 2018. Le cifre, infatti, sono cambiate di poco fino al 2020 e la classifica è rimasta inalterata. A differenza dei dati del 2019, infatti, in quelli del 2018 sono già disponibili tutte le cifre utili sulle diverse imposte. L’Italia è solo settima in Europa per pressione fiscale ma è seconda per quanto riguarda le tasse sulle imprese. Inoltre nella Penisola sono elevate soprattutto le cosiddette micro-imposte, come quelle per ottenere il passaporto o le accise sul carburante. A fronte di una pressione fiscale sulla carta al 41,8% del PIL nel 2018, secondo il CGIA queste possono portare ad un aumento percentuale di circa 6 punti per alcuni cittadini.
La pressione fiscale in Europa
Il Paese europeo dove si pagano più tasse è la Francia, con il 48,4% del PIL che va nelle casse dello Stato. Segue il Belgio, con il 46,6%, e la Danimarca, con il 46,2%. L’Italia è al settimo posto, con il 41,8%, fra Finlandia, al 42,2%, e Grecia, al 41,4%. La media dell’Unione Europea, invece, si attesta sul 40,2% del PIL.
I Paesi europei con meno tasse, invece, sono l’Irlanda, con il 23%, la Romania, con il 27,1%, e la Bulgaria, con il 29,9%.
Il quadro cambia, però, se si considera la pressione fiscale sui profitti delle imprese. Significativo, in questo ambito, soprattutto il caso della Danimarca. A fronte di un 46,2% del PIL a livello generale, il Paese scandinavo chiede alle aziende solo il 23,8% dei profitti. Nella maggior parte dei casi, invece, il peso delle tasse sulle imprese è particolarmente alto.
L’Italia è al secondo posto in Europa per la pressione fiscale a cui sono sottoposte le imprese, alle quali lo Stato chiede il 59,1% degli incassi. Al primo posto c’è sempre la Francia, per la quale si registra un 60,7%, ed al terzo si trova il Belgio al 55,4%.
La complessità fiscale
In Italia, più che le tasse elevate, un vero problema è rappresentato dalla complessità fiscale. Nella Penisola solo per ottenere tutti i documenti necessari a pagare le tasse è necessario in media quasi un mese. La burocrazia è molto articolata ed a volte non del tutto chiara, non è difficile evadere delle tasse dovute senza volerlo o finire per pagare più di quanto previsto.
Secondo il Financial Complexity Index di Tfm, l’Italia sarebbe il terzo Paese al mondo con la burocrazia più complessa in ambito fiscale e finanziario in generale. Sopra alla Penisola ci sono solo Turchia, al primo posto, e Brasile, al secondo.