Il 18 giugno nei bilanci della società tedesca di servizi finanziari Wirecard è emerso un buco da 1,9 miliardi di euro. I soldi, che erano stati dichiarati nel 2019, in realtà non esistevano ma erano stati inseriti nei conti ufficiali al fine, secondo gli inquirenti, di gonfiare il valore azionario dell’azienda. Una frode di questo tipo è detta manipolazione del mercato. Il CEO è fondatore di Wirecard, Markus Braun, è stato arrestato il 22 giugno su mandato della procura di Monaco. L’imprenditore si trova in stato di fermo, in attesa del processo. Guardando alle dichiarazioni degli inquirenti, sembra probabile che a breve altri nomi si affiancheranno a quello di Braun fra gli imputati.
La Wirecard
Wirecard è un’azienda che si occupa di fintech e servizi finanziari tradizionali fondata in Germania nel 1999 da Markus Braun. La società ha sede in una cittadina nei pressi di Monaco. Wirecard oggi opera a livello multinazionale e, a fine 2019, contava 5.300 dipendenti.
La vicenda
I guai di Wirecard sono iniziati quando, a metà giugno, la società di revisione Ernst & Young ha rifiutato di approvare i conti presentati dalla società riferiti al 2019. Poco tempo dopo, il 18 giugno, è emerso che 1,9 miliardi di euro dichiarati nel bilancio non esistevano. Questi risultavano essere depositati dentro banche filippine, le quali però non avevano Wirecard come loro cliente. I soldi fantasma sono stati inseriti nei conti dell’azienda, secondo gli inquirenti, al fine di gonfiarne il valore azionario e renderla più appetibile per gli investitori.
Markus Braun, fondatore ed ex CEO di Wirecard, ruolo da cui si era già dimesso il 19 giugno, è stato il primo a finire in manette per la vicenda. Braun è in stato di fermo in attesa del processo, è stato messo in libertà su pagamento di una cauzione da 5 milioni di euro ma con l’obbligo di firma. Secondo la polizia tedesca l’ex CEO della società ha svolto un ruolo chiave offrendo la sua collaborazione ma non sarebbe lui il maggiore responsabile della frode.
La risposta del mercato
Dal 18 al 23 giugno 2020 la valutazione di Wirecard in Borsa è crollata. Il prezzo per azione della società è passato da più di 100 dollari al pezzo a meno di 20. L’azienda di prepara ad un’imminente crisi di liquidità.