La segretaria del Tesoro USA Janet Yellen ha proposto al G20, il gruppo delle maggiori economie del mondo, di imporre una tassa minima alle multinazionali che sia uguale in tutti i paesi in cui esse operano, per combattere il fenomeno del dumping fiscale.
La proposta
In particolare, l’amministrazione USA, in linea con le politiche di Biden di aumento della tassazione sulle imprese entro i confini nazionali, propone una tassa globale del 21%.
Secondo la Yellen, economista ed ex presidente della FED (la banca centrale americana), con una tassa globale si potrebbe contrastare il dilagante fenomeno del dumping fiscale, cioè la corsa al ribasso delle aliquote fiscali con cui le diverse nazioni attraggono le multinazionali.
Come le multinazionali non pagano le tasse
È infatti risaputo che grandi compagnie come Amazon o Google sfruttano la diversa collocazione delle proprie sedi, operative o meno a seconda del Paese in cui si trovano, per ottenere il massimo vantaggio fiscale e quindi pagare meno tasse possibile.
In qualche caso, le autorità hanno trovato gli estremi per applicare delle sanzioni, come la multa di €250 milioni che l’UE ha dato ad Amazon per aver gonfiato il valore delle royalties corrisposte dalla sua società operativa in Europa alla propria holding con sede in Lussemburgo (le quali, in Lussemburgo, non sono tassate).
Ma per la maggior parte dei casi i benefici fiscali ottenuti dalle multinazionali rimangono nella legalità.
Per sfruttare i vantaggi fiscali nei diversi paesi, le società aprono sedi dove le tasse sono più basse, effettuano pagamenti tra sedi diverse in base alla convenienza fiscale e contabilizzano il più possibile spese per cui, in ogni Paese, si hanno detrazioni fiscali, come le spese per ricerca e sviluppo, ristrutturazioni o iniziative sostenibili.
Così, per due anni consecutivi Amazon non ha dovuto pagare tasse federali negli Stati Uniti, e addirittura ha ricevuto rimborsi fiscali di $129 milioni nel 2018 e $137 milioni nel 2017, mentre nel 2019 ha pagato $162 milioni di tasse.
Non tutti sono d’accordo con la Yellen
Intervistato dalla BBC, il presidente della Banca Mondiale David Malpass pone però l’attenzione sul fatto che questa iniziativa potrebbe andare a scapito dei paesi più poveri generando per loro ulteriori difficoltà ad attrarre gli investimenti delle aziende estere, in molti casi indispensabili per lo sviluppo delle economie locali.