Il 19 aprile 2021 Faruk Fatih Ozer, CEO e fondatore di Thodex, società turca che offre servizi legati alle criptovalute, ha preso un volo per l’Albania per poi far perdere le sue tracce. Da allora i suoi clienti non possono accedere ai loro conti, potendo vedere solo una schermata in cui si comunica che i servizi sono sospesi in via temporanea, e diversi avrebbero denunciato l’azienda alle autorità. Si tratta di monete digitali per un valore complessivo di circa 2 miliardi di dollari. La vicenda ha portato all’arresto di circa 62 persone legate a Thodex ed al mandato di cattura per quasi altre 20, che sono riuscite a fuggire all’estero. Per Ozer è stato richiesto lo status di ricercato internazionale. Tuttavia, secondo gli esponenti del maggiore partito di opposizione turco, il CHP, si tratterebbe di una montatura organizzata dal governo di Erdogan per scoraggiare l’utilizzo delle criptovalute nel Paese.
Il contesto delle criptovalute in Turchia
La Turchia è da diversi anni in preda ad una grave crisi inflazionistica, con una perdita di valore della lira turca circa del 12% annuo. Per questo sempre più persone nel Paese, per proteggersi dalla svalutazione della moneta, hanno iniziato ad usare le criptovalute. Questa tendenza, però, rischiava di indebolire ancora di più la lira turca, spingendo Istanbul ad approvare, il 19 aprile, stesso giorno della fuga di Ozer, una legge che proibisce di usare le criptovalute come pagamento negli acquisti. Le motivazioni ufficiali del divieto sono legate alla sicurezza finanziaria, sottolineando come le monete digitali non siano sottoposte a nessuna regolamentazione chiara e siano troppo volatili.
La vicenda di Thodex
La vicenda del blocco dei soldi sulla piattaforma di Thodex è controversa. La nuova legge che vieta di usare le criptovalute negli acquisti avrebbe colpito con forza il settore in Turchia, ridimensionando molto gli affari di Thodex. Secondo quanto dichiarato dalle agenzie di stampa legate a Istanbul, Ozer sarebbe solo fuggito con i soldi finché ancora poteva farlo, prima che i clienti avessero modo di chiudere i loro conti dopo la nuova legge. L’operazione illecita sarebbe partita a marzo, quando la società aveva iniziato ad offrire Dogecoin gratis a chi si iscriveva alla piattaforma. Secondo la versione delle autorità turche, questo sarebbe servito proprio a raccogliere il più possibile in poco tempo prima di chiudere quella che hanno classificato in tutto e per tutto come una truffa.
Thodex, però, poco dopo il 19 aprile e l’inizio delle azioni legali, aveva risposto su Twitter con un post firmato dallo stesso Ozer. Il ventisettenne, CEO della società che ha fondato nel 2017, ha dichiarato di essersi recato in Albania per un semplice viaggio di lavoro, al fine di riorganizzare l’azienda nella nuova situazione. Il blocco della piattaforma era legato, secondo la versione di Ozer, solo a delle verifiche su operazioni anomale registrate in alcuni conti. La reazione delle forze dell’ordine turche, però, è stata quasi immediata dopo la partenza del giovane imprenditore, con l’arresto di circa 62 persone legate a Thodex. Se Ozer dice la verità, allora la società non ha potuto riattivare la sua piattaforma per colpa delle azioni della polizia. Anche il fatto che Ozer e diversi suoi collaboratori abbiano fatto perdere le loro tracce, dopo essere diventati ricercati dal governo turco, non prova la loro colpevolezza.
Secondo la maggiore forza di opposizione del Paese, il Cumhuriyet Halk Partisi (CHP), in italiano Partito Popolare Repubblicano, la vicenda di Thodex è solo una montatura finalizzata a demonizzare le criptovalute agli occhi dell’opinione pubblica. Questo in modo da rafforzare la decisione del governo di limitarne il più possibile l’utilizzo in favore della moneta nazionale.
I problemi delle criptovalute oggi
Nell’ambito delle leggi finanziarie la Turchia rappresenta un caso particolare, con una tendenza degli ultimi anni a limitare molto gli strumenti che sfuggono al controllo del governo nazionale. Ad esempio, nel 2016 il Paese ha proibito l’utilizzo di tutti i servizi supportati da PayPal. Tuttavia, la questione sulle criptovalute a livello legale preoccupa un po’ in tutto il mondo. Anche Janet Yellen, Segretaria al Tesoro USA, e Christine Lagarde, Presidente della BCE, evidenziano come le criptovalute siano ancora troppo poco regolamentate e difficili da monitorare. A livello globale, nei prossimi anni saranno promulgate leggi sulle criptovalute in molti Paesi, come crede anche il magnate dei Bitcoin Jesse Powell, CEO dell’azienda statunitense Kraken. Il punto a cui guardare è se tali azioni normative saranno di carattere repressivo, come in Turchia, o regolatorio.