Dopo la proposta della Spagna, in via di sperimentazione, anche il Giappone intende incentivare nelle aziende la settimana lavorativa da 4 giorni invece che 5.
Obiettivi della 4 days week
La proposta del Governo giapponese è stata inserita tra le linee guida del Piano economico annuale.
Scopo principale è garantire maggior bilanciamento tra tempo libero, lavoro e responsabilità familiari, in una società dove si lavora 80 ore a settimana e per molti il lavoro rappresenta lo scopo primario della vita, fino agli estremi.
Altro obiettivo dichiarato dal governo è l’aumento della produttività per le aziende che decideranno di concedere ai lavoratori la possibilità di scegliere tra 4 e 5 giorni lavorativi, ad esempio dando loro il tempo per aggiornare le proprie competenze.
Un esperimento di un mese condotto nel 2019 da Microsoft Giappone aveva dimostrato aumenti di produttività del +40% e riduzione dei consumi du energia elettrica (-23%) e di carta (-59%).
Non tutti sono però d’accordo sul fatto che la misura debba essere estesa a livello nazionale. Secondo alcuni economisti locali, infatti, non è detto che la produttività aumenti, né che i lavoratori usino il tempo libero per approfondire aspetti del proprio lavoro. Aziende di piccole dimensioni, inoltre, potrebbero aver difficoltà ad organizzarsi, generando maggiore stress e competizione tra i lavoratori.
La cultura del lavoro in Giappone
A queste perplessità si aggiunge la cultura del lavoro che in Giappone, Paese OCSE dove si lavora al di sopra delle media con 80 ore a settimana.
Il Paese è ormai famoso come patria dei salaryman, giovani lavoratori che non contano più le ore di lavoro e si addormentano stremati nei luoghi pubblici o sui mezzi, e del ‘karoshi’, ovvero il fenomeno delle morti causate dall’eccesso di lavoro.
Data una cultura tanto rigida, c’è chi teme che nella realtà i lavoratori, di fronte alla possibilità di scegliere tra 4 o 5 giorni di lavoro la settimana, finiscano per non usufruire di questa possibilità per paura, ad esempio, di essere malvisti dai colleghi e dall’azienda.
Quello della settimana lavorativa più breve non è l’unico tentativo del governo Giapponese di contrastare questi comportamenti. Nel 2017, ad esempio, promosse l’iniziativa del Premium Friday, cioè l’uscita anticipata alle 15:00 del venerdì pomeriggio.
Due anni dopo, però, alcuni studi riportati su giornali locali riportano che solo l’11% dei lavoratori usufruiva di questa possibilità.