Di Daniele Fontana
Ad oggi in Italia, se non nel mondo, difficilmente esiste qualcuno che non conosce il nome Brembo. Nata nel 1961 nel bergamasco, per opera di Emilio Bombassei, come piccola officina a conduzione familiare sotto il nome di OMdS (Officine Meccaniche di Sombreno, nome della località in cui è nata), negli anni ’70 assume il nome che oggi tutti conosciamo e soprattutto acquisisce la conformazione societaria di S.p.A. (dapprima era una società in nome collettivo). Il nome della società si rifà sia all’acronimo del nome del fondatore Bresa Emilio Bombassei sia al fiume Brembo che scorre a pochi chilometri dalla sede.
L’anno dell’inizio della fioritura della società risale al periodo in cui la stessa si chiamava ancora OMdS: infatti è nel 1964 che la società inizia a produrre i primi dischi freno diretti al mercato del ricambio (fino ad allora, in Italia, i dischi erano importati dall’Inghilterra). Dopo questa esperienza nel settore degli impianti frenanti, nel ‘74 inizia a produrre anche le prime pinze freno marchiate Brembo.
Nel 1975 la Ferrari affida all’azienda bergamasca la fornitura di sistemi frenanti per la propria vettura di Formula 1: da quel momento Brembo inizia una scalata che la porta ad avere tuttora una forte leadership nel settore delle competizioni motoristiche.
Nel 1995 l’azienda si quota alla Borsa Valori di Milano (ad oggi continua ad essere quotata in borsa e si trova anche negli indici FTSE MIB e FTSE STAR) e inaugura una strategia di crescita e internazionalizzazione che la porterà nel tempo ad avere sedi produttive in tutto il mondo, fatturati sempre in crescita ed un numero di dipendenti in costante aumento (i dipendenti passano da 28 a 335 nel periodo 1965 – 1985).
Nei primi anni 2000 inizia l’espansione mondiale tramite l’acquisto di un pacchetto azionario della Kelsey-Hayes, multinazionale statunitense attiva nella produzione di impianti frenanti, nonché il 100% della società brasiliana Alfa Real Minas, per la lavorazione di dischi freno per auto e l’assemblaggio di volani (componenti della frizione). Inoltre negli anni successivi prosegue con le acquisizioni di varie società espandendosi e affermandosi anche in India (2005) e Cina (2010).
Nel 2003 nasce Brembo Ceramic Brake Systems SpA, joint venture tra Brembo e il gruppo motoristico Daimler per lo sviluppo di dischi freno in carbonio ceramico. Lo sviluppo in questo settore procede inarrestabilmente, tanto che dopo pochi anni le case automobilistiche a richiederli sono Aston Martin, Audi, Bentley, Bugatti, Ferrari, Lamborghini e Porsche, insomma il top del mercato automobilistico mondiale.
Nel 2007 in casa Brembo viene inaugurato il nuovo Centro Ricerche e Sviluppo all’interno del Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso, che ospita oltre 500 persone tra ingegneri, progettisti e tecnici di prodotto impiegati nel settore ricerca e sviluppo.
Ad oggi le case automobilistiche ad utilizzare il sistema frenante Brembo sono Maserati, Porsche, Pagani, Lamborghini, Dodge, Corvette, Ferrari, Audi, Mercedes, Lexus e Alfa Romeo, mentre nel campo delle due ruote il sistema Brembo viene utilizzato da Ducati, MV Augusta, Aprilia, BMW, Harley-Davidson, Ktm, Yamaha e Triumph.
Parlando in termini numerici l’azienda, che conta più di 6.700 dipendenti sparsi nel mondo, presenta un bilancio del 2015 che si è chiuso con ottimi risultati: ricavi da vendite e prestazioni pari a € 780 milioni, in aumento del 9,5% rispetto a € 713 milioni del 2014; il margine operativo lordo è passato da € 85 milioni nel 2014 a € 112 milioni nel 2015, mentre il margine operativo netto, dopo aver conteggiato ammortamenti e perdite di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali per € 34 milioni, si è chiuso a € 77 milioni rispetto a € 48 milioni dell’esercizio precedente, il tutto con la voce costi di sviluppo capitalizzati nell’esercizio che ferma la lancetta a € 11 milioni.