Di Daniele Fontana
La Mondatori fu fondata nel 1907 da Arnoldo Mondadori a Segrate, piccolo comune in provincia di Milano. Partita inizialmente come una piccola realtà locale, ha visto negli anni una profonda crescita che l’ha portata a diventare ad oggi la maggior casa editrice italiana.
L’attività editoriale inizia proprio nello stesso anno della fondazione con la pubblicazione di un periodico “popolare” finalizzato all’istruzione, noto a tutto come “Luce!”. Le prime fortune non stentano ad arrivare e, nel 1911, Mondadori conosce Tommaso Monicelli con il quale fonda una nuova piccola casa editrice, che possiamo definire come uno stato embrionale della futura Mondadori. Negli anni della prima guerra mondiale, Arnoldo Mondadori matura l’idea di un periodico illustrato dedicato alle truppe al fonte, intitolato “La Tradotta”. Nel 1919, dopo il trasferimento del proprio stabilimento a Verona, apre la nuova sede a Milano. Nel 1926 inizia la pubblicazione dell’opera omnia di Gabriele D’Annunzio, riconosciuto come il maggiore scrittore italiano dell’epoca. Però nel 1937 il regime fascista inizia a far sentire la propria pressione imponendo alcune direttive: il Ministro della Cultura Popolare dichiarò che nei romanzi “l’assassino non deve essere di nazionalità italiana e non può sfuggire in alcun modo alla giustizia”. Negli anni seguenti la Mondadori riesce a raggiungere un accordo con la Walt Disney che porterà la casa editrice a pubblicare in Italia il fumetto Topolino, ottenendo un gran successo. Nel periodo della seconda guerra mondiale le varie sedi vengono spostate nella località di Arona a causa dei molteplici bombardamenti.
Nel dopoguerra fortunatamente la Mondadori riesce a ripristinare la situazione e dal 1950 al 1960 il settore periodici, che aveva visto la sua nascita nel primo dopoguerra, moltiplica la sua produzione di cinque volte. Anno importante è il 1965, quando la casa lancia una collana di libri tascabili detti “Oscar Mondadori” che avranno un successo enorme. Il fine ultimo della collana è quello di raggiungere quel pubblico poco abituato all’acquisto di libri. L’esordio fu con il romanzo di Hemingway, “Addio alle armi”. L’iniziativa portò la casa editrice a pubblicare 256 titoli di 172 autori in soli 40 anni di vita della collana.
Un altro grande passo avviene nel 1976 quando, con il gruppo editoriale l’Espresso, nasce il quotidiano La Repubblica. È proprio in questi anni che CIR (Concerie Industriali Riuniti) di De Benedetti e Fininvest di Berlusconi si contendono la proprietà della casa editrice dato il suo alto potenziale. Si susseguono infatti una serie di vicende giuridiche che vedranno trionfare nel 1991 Fininvest, al quale viene assegnata la proprietà di Mondadori con un azionariato del 53%.
Nel 2000, in seguito ad un accordo con la Microsoft Corporation stipulato grazie ai contatti Fininvest, la Mondadori entra nel mercato degli e-book. Ciò la porterà poi a stipulare un contratto di partecipazione con la società Kobo grazie alla quale riesce a cristallizzare la propria presenza all’interno del settore e-commerce attraverso la distribuzione sul mercato dei tablet della famiglia Kobo, caratterizzati dalla possibilità di leggere gli e-book in qualsiasi formato.
L’esito positivo del mercato telematico spinge la casa ad investire nel settore internazionale espandendosi in Gran Bretagna, Emirati Arabi, Serbia, Croazia, Russia, Paesi Bassi, India, Thailandia, Indonesia, Sudafrica, Spagna, Corea e Messico.
Nell’anno del centenario, cioè il 2007, la Mondadori viene definita dal Presidente della Repubblica “Patrimonio del Paese”.
Nel novembre 2015 il gruppo riunisce tutti i suoi marchi librari in un’unica società per azioni sotto il nome “Mondadori Libri S.p.A.” Ultimo in ordine cronologico degli eventi marcanti della casa editrice è stato il rilevamento della RCS MediaGroup per un costo di 127 milioni, processo che ha visto anche l’intervento dell’Antitrust data la quota cospicua di mercato dell’editoria libraria (38%) che la Mondadori è andata ad ottenere con questa mossa strategica: con questa operazione la Mondadori è diventata la prima casa editrice italiana per fatturato.
I bilanci del post acquisizione infatti sono molto positivi per la casa, che ha raggiunto un totale di ricavi netti consolidati di 1.122 milioni di euro ed un margine operativo lordo consolidato di 81,6 milioni (+14% rispetto ai 71,5 milioni del 2104), il tutto fermando l’asticella della posizione finanziaria netta a -199,5 milioni, in aumento di oltre 90 milioni di euro rispetto a -291,8 milioni del 2014.