La storia di Elizabeth Holmes cominciò nel 2003, anno in cui decise di interrompere gli studi in ingegneria chimica all’Università di Stanford e di costituire un’azienda tutta sua, Theranos. L’intenzione era quella di trovare un metodo per raccogliere il sangue necessario a svolgere test clinici non più per via venosa, ma facendosi bastare una piccola goccia prelevata da un foro sulla punta di un dito.
Il nome Theranos voleva essere un mix tra therapy e diagnosis, dalla terapia alla diagnosi. Il progetto era ambizioso e difficile da realizzare, tuttavia avrebbe permesso di abbassare di molto i costi per la sanità. Tuttavia, i più importanti benefici sarebbero stati quelli dati dalle sue esternalità. Infatti, se si fosse realizzato il progetto della Holmes, sarebbe stato possibile fare analisi in tempi molto più brevi. Questo avrebbe permesso di cominciare le terapie in maniera più tempestiva, il che per molte patologie può significare la differenza fra vita e morte.
La carriera di Elisabeth Holmes
Elisabeth Holmes, poco più che diciannovenne, è determinata a fare carriera. Nel 2003 lascia l’università e fonda la società Theranos. Nel 2006 la società raccoglie una prima tranche da 45 milioni in finanziamenti. Il valore dell’azienda inizia a crescere e, di rimando, anche le sovvenzioni. Tre anni più tardi, nel 2009, stipula un’importante partnership con la Walgreens Boots Alliance, la più grande catena di farmacie degli Stati Uniti.
Il vero boom per Theranos si registrerà nel 2014. L’azienda viene valutata 9 miliardi di dollari, il monte di finanziamenti raggiunge i 400 milioni ed Elizabeth Holmes finisce su tutte le più importanti copertine. Viene definita, e sarà a lungo percepita, come la “Steve Jobs” dalla medicina, il TIME la inserisce tra le 100 persone più influenti al mondo.
Il segreto del successo
L’immagine di Elisabeth Holmes era accattivante, il suo stile sobrio ma efficace. Anche il brand aziendale ne trasse benefici: entrarono a far parte del board figure di spicco, come gli ex segretari di Stato Henry Kissinger e George Shultz, l’ex segretario alla Difesa William Perry.
I finanziamenti continuarono ad arrivare da aziende e uomini prestigiosi, come Larry Ellison della Oracle. Theranos e la Holmes avevano raggiunto l’apice del successo.
Il paragone con l’immagine di Steve Jobs
La similitudine con Steve Jobs è nata dallo stile semplice della Holmes, che ricordava molto quello dell’inventore del primo Iphone. L’imprenditrice è una deus ex machina, vige una generale segretezza sia all’interno che all’esterno dell’azienda, non vi è decisione su cui la CEO non metta parola.
Theranos smascherata
Tutto sembrava procedere per il meglio fino al mese di ottobre del 2015, quando si scoprì che alla base del successo di Theranos c’era una vera e propria truffa.
In un articolo, a firma del premio Pulitzer John Carreyrou, il Wall Street Journal descrisse come la celebrazione dei risultati delle ricerche di Theranos fosse ingiustificata.
L’indagine del giornalista si protrasse per una durata di 10 mesi. Dall’inchiesta si scoprì che solo 15 dei 240 test di laboratorio registrati dalla società erano davvero stati eseguiti sulle macchine a marchio Theranos. Queste, in realtà, in particolare il dispositivo per le analisi del sangue, non funzionavano ed erano programmate per dare dei risultati fasulli. Theranos non era riuscita a sviluppare nessuna nuova tecnologia, tuttavia aveva deliberatamente finto di averlo fatto per mettere in commercio i suoi prodotti.
La scure della legge cala su Theranos
Le indagini della polizia federale statunitense confermarono la tesi sostenuta dal Wall Street Journal. Nel luglio del 2016 Medicare e Medicaid, i due principali enti sanitari del Paese, imposero alla Holmes il divieto di possedere, operare o dirigere un laboratorio diagnostico per due anni. A giugno 2018, dopo 2 anni di indagini, Elisabeth Holmes fu arrestata.
A novembre 2019 la Holmes è ancora sotto processo penale per frode ed è già stata condannata a risarcire tutti gli investitori di Theranos. L’ex imprenditrice ha ammesso la sua colpevolezza e rischia fino a 20 anni di carcere.