L’economia Israeliana è tra le più vivaci del Medio Oriente anche grazie alla sua capacità di investire nel settore della ricerca e dello sviluppo Hi-Tech. Oggi è uno dei principali poli dell’industria, ricevendo il soprannome, dagli economisti statunitensi Dan Senor e Saul Singer, di “Start-up Nation”. In Israele la percentuale delle startup che riescono a crescere, per compiere lo scale-up, è del 4%, addirittura superiore agli USA che si fermano all’1%. Così Tel Aviv ha attirato l’attenzione delle grandi aziende tecnologiche come Google, Microsoft e Cisco. Le aziende hanno assunto giovani talenti israeliani per i loro team di ricerca e finanziato startup israeliane. I risultati sono ben visibili: negli ultimi anni il sistema economico israeliano ha ricevuto oltre 2 miliardi di dollari d’investimento, indirizzati principalmente alla ricerca Hi-Tech. Secondo gli economisti americani Senor e Singer la principale ragione del miracolo tecnologico di Tel Aviv è legata all’apparato militare israeliano, il quale ha supportato lo sviluppo del comparto tecnologico di Tel Aviv sia in ambito bellico sia in ambito civile. Altro fattore, per i due economisti, è stato l’addestramento a cui le reclute dell’esercito israeliano sono sottoposte. Nell’esercito Israeliano la gerarchia è secondaria, ed ogni soldato viene spinto a sviluppare creatività, spirito d’inventiva e capacità decisionali indipendenti. Tre fattori fondamentali per gestire una start-up e avere successo nel mercato dell’altra tecnologia dello Stato d’Israele.
L’Italia e Israele: i legami economici tra Roma e Tel Aviv
Tra gli stati europei, il nostro mantiene solidi legami commerciali con Israele. L’Italia esporta in Israele macchine utensili e attrezzature per l’industria manifatturiera, mobili, gioielli, prodotti chimici e prodotti in plastica. Per rafforzare la partnership Italo-Israeliana venne firmato nel 2002 l’accordo intergovernativo di cooperazione industriale scientifica e tecnologica; accordo che ha fatto partire iniziative bilaterali nei settori dell’industria Hi-Tech e nel campo della ricerca e dello sviluppo. Israele vede il nostro paese come solido partner economico e strategico in quei settori dove Tel Aviv è limitata. Come abbiamo visto, nonostante le sue poche risorse naturali, l’economia dello Stato d’Israele è uno dei poli tecnologici più importanti del Medio Oriente e per l’Italia è un partner strategico e poliedrico decisamente importante.
Cybersecurity e Mossad
Verso la fine del 2015 aveva già fatto scalpore un video del Mossad, i servizi segreti israeliani, con cui veniva aperto il reclutamento di nuovi agenti, indirizzato non solo ad Israele ma a tutto il mondo. Ora la principale agenzia di spionaggio di Tel Aviv si apre al mondo delle start-up. Martedì scorso ha pubblicato un nuovo video con cui annuncia l’apertura di un fondo d’investimento: Libertad Ventures, con un capitale di quasi 2 milioni di shekels (568mila dollari). In un comunicato stampa il Mossad ha affermato che il Fondo è stato istituito per mantenere la superiorità tecnologica dell’agenzia, collaborando anche con quelle start-up che operano in ambito civile. Tel Aviv dà inoltre la sua assoluta priorità allo sviluppo della cybersecurity. L’obiettivo è quello di far diventare il paese epicentro vitale del settore, cercando di rendere preziosa una risorsa altamente richiesta nel mercato internazionale. Questo settore israeliano conta più di 300 aziende, che nel solo 2015 hanno contribuito con quasi 3,5 miliardi di dollari ( circa il 5% della domanda globale). Le fondamenta su cui si basa l’economia del paese sono legate all’approccio rivolto all’innovazione e alla ricerca. Questo si lega alla sinergia tra il mondo accademico e la ricerca industriale, che velocizza le possibilità di utilizzare fund raising da parte di venture capitalist israeliani ed esteri; nonostante il paese viva in uno stato permanente d’emergenza legata all’instabilità geopolitica del Medio Oriente.