Uber è un servizio di trasporto automobilistico privato che mette direttamente in contatto il passeggero con gli autisti attraverso un’applicazione. La società è presente in tutto il mondo e la sua sede si trova a San Francisco. Attraverso lo smart-phone è anche possibile tenere sotto controllo la posizione dell’auto prenotata. Uber viene fondata nel 2009, da Garett Camp e Trevis Kalanick, facendo il suo ingresso sul mercato nel 2010. Grazie allo sviluppo dell’applicazione, il capitale accumulato da Uber arriva fino a 44,5 milioni di dollari nel 2011. Nel 2015, la società dispone di 2 miliardi di dollari ed il suo valore sale fino a 50 miliardi di dollari.
Non poche sono state le controversie riguardanti Uber. Molte proteste sono arrivate dai tassisti, per via della possibilità data dall’applicazione di lavorare come autisti senza alcuna licenza oltre la patente di guida. Nel mese di Aprile in Italia il Tribunale di Roma, dopo aver raccolto un ricorso dalle associazioni di categoria, ha disposto il blocco del servizio di Uber. Infatti, come spiegato dai magistrati, “i conducenti di Uber hanno una posizione di indebito vantaggio rispetto ai tassisti”. Inoltre, “gli autisti di Uber, a differenza dei tassisti, non sono soggetti a tariffe predeterminate dalle autorità competenti, permettendogli così di applicare tariffe più competitive a seconda delle esigenze di mercato”. Questa disposizione sembrava aver dato ragione ai contestatori, tuttavia, alla fine di maggio, il Tribunale di Roma accoglie il ricorso della società americana, permettendogli così di tornare ad operare in Italia. I portavoce di Uber hanno dichiarato “Siamo davvero felici di poter annunciare a tutte le persone ed agli oltre mille autisti partner di Uber che potranno continuare ad utilizzare la nostra applicazione. Ora più che mai è forte l’esigenza di aggiornare la normativa datata ancora in vigore, così da consentire alle nuove tecnologie di migliorare la vita dei cittadini e la mobilità delle città”. Ovviamente il ricorso non pone la parola fine sulla questione, con Uber che sembra disposta ad incontrare i tassisti per cercare di trovare un accordo.
Nel frattempo, Uber ha pubblicato i bilanci del 2016. Secondo quanto ha riportato Bloomberg, i ricavi netti si sono attestati a 6,5 miliardi di dollari, a fronte però di un ammontare di perdite nette di circa 2,8 miliardi. Il valore della società americana è stato stimato attorno ai 70 miliardi di dollari, stando alle valutazioni degli ultimi finanziamenti e i giri di raccolta di capitale effettuati. L’analisi di Bloomberg evidenzia l’esigenza di tasselli nei punti chiave della catena dirigenziale. I numeri, infatti, richiedono una prima linea efficiente poiché il business continua a crescere. Nell’ultimo trimestre del 2016, le vendite sono salite del 74% rispetto al trimestre precedente, con un rispettivo aumento delle perdite di 6,1%. L’agenzia di servizi finanziari sottolinea che, anche se il ritmo di espansione dei ricavi è ben diverso da quello delle perdite, il bilancio è di fatto in negativo per il momento.