I costi delle banche tradizionali
Negli ultimi anni i conti correnti tradizionali, caratterizzati da sportelli con file lunghissime, costi importanti anche per funzioni basilari e una lentezza di esecuzione notevole, hanno perso parecchio appeal soprattutto in Italia, dove si registrano i costi di intermediazione più alti d’Europa. Dall’inizio della crisi a oggi la crescita dei costi dei conti correnti, delle carte e di altri servizi bancari, ha infatti subito un aumento del 20 %. Comparando con altri paesi, i cittadini britannici hanno subito un aumento del 11,5%, i francesi del 11.1% e gli spagnoli del 6.5%. Inutile sottolineare che nei paesi dove la crisi ha avuto meno effetti, i costi sono addirittura diminuiti: in Olanda -27%, Belgio -7% e in Germania -4.6%. Costi che vengono percepiti concretamente: secondo il Corriere, per quanto riguarda i costi dei conti correnti, nel primo semestre 2016 la spesa media annua di una famiglia si attesta a 135 euro fino ad arrivare a 170. Spesa contenuta con l’home banking sui 105 euro. In qualsiasi caso, ci troviamo di fronte a un aumento del 6% rispetto agli anni precedenti. Ed ecco che allora, per scongiurare una perdita di clienti, le banche tradizionali hanno iniziato a offrire servizi totalmente online, che abbattono i costi di intermediazione e richiedono dei canoni a basso costo per operazioni basilari. Ma, se è vero che ormai il 50% dei correntisti utilizza i servizi di home banking, l’agenzia bancaria resta un punto di riferimento fondamentale per ben 9 correntisti su 10. Il vero boom tuttavia si è avuto con la nascita delle banche dirette che da qualche anno stanno facendo concorrenza alle banche tradizionali.
Un esempio? N26.
Le banche dirette
Prima di andare a parlare nello specifico di questa realtà, è giusto definire prima di tutto il concetto di banca diretta. Una banca si dice diretta quando è in grado di offrire tutti o gran parte dei propri servizi finanziari senza l’ausilio di filiali, che sono invece la forma organizzativa tipica delle banche tradizionali; di conseguenza la distribuzione diretta può avvenire tramite internet o call center. A chi si rivolge in particolare? Il profilo tipico del cliente di una banca diretta è la persona che acquista spesso online, pragmatico e aperto al nuovo, come ad esempio gli studenti universitari. Ovviamente, come le banche tradizionali, anche la banca diretta è tenuta ad offrire tutte le garanzie del caso come solidità, solvibilità e sicurezza dei risparmi, con questa ultima assicurata sia dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (che interviene in caso di fallimento o dissesto), sia da meccanismi informatici e organizzativi del tutto analoghi a quelli delle banche tradizionali. E tutto questo con costi inferiori grazie ad una struttura organizzativa più snella e meno influenzata da costi fissi.
N26
La più importante tra le aziende che si sono appena affacciate nel settore banking è la N26, banca diretta con sede a Berlino in Germania, che offre servizi in tutta l’eurozona con 260 dipendenti in 17 paesi. Nata come startup 3 anni fa, è scoppiata all’improvviso raggiungendo quota mezzo milione di clienti solo in Germania e e 10 mila in Italia a metà 2017 (e spera di raggiungere i 50 mila entro l’anno prossimo) con un aumento mensile di 40 mila clienti. I punti di forza? La facilità di utilizzo, i costi nulli e la struttura tecnologia. Infatti per aprire un conto N26 bastano solamente 8 minuti e avviene tutto tramite cellulare, con il quale, tramite un riconoscimento in webcam con gli operatori, si certificano le proprie credenziali. Dopo breve tempo la carta di credito arriverà direttamente a casa in totale sicurezza. L’utilizzo del conto sarà al 100% tramite smartphone, grazie ad un’app intuitiva e molto facile da utilizzare, tramite cui è possibile infatti inviare denaro e ottenere prestiti fino a 25mila euro nel giro di 30 secondi, ovvero il tempo necessario per valutare il profilo creditizio del richiedente. Inoltre, avendo ricevuto la licenza bancaria dalla Bce, i depositanti di N26 sono garantiti fino alla somma di 100mila euro dal fondo interbancario che tutela i depositi. Molto interessante è anche la possibilità di aprire diversi tipi di conti in base alle proprie esigenze. Il conto basic, con un canone annuo di 0 euro, prevede l’apertura del conto gratuita, una carta di credito circuito master card, prelievi gratuiti illimitati, bonifici gratuiti, trasferimenti money beam gratuiti e una commissione del 1.7 % sui prelievi in valuta estera aggiornamenti e altre piccole funzioni di contorno. Ancora più interessante il piano Black, con un canone mensile di 5.9 euro, che fornisce oltre ai vantaggi della funzione base, anche protezione in caso di furto del cellulare, assicurazione viaggi, protezione furto ATM, garanzia estesa e nessuna commissione su prelievi in valuta estera. Le principali differenze che hanno portato N26 a sfondare nel mercato sono state le strategie di crescita molto chiare, con una riconfigurazione del tradizionale settore bancario in una versione più tecnologica, cosa poi confermata dalle dichiarazioni del cofondatore Tayhental:«Negli ultimi due anni sono apparse nel fintech molte startup che si concentrano su specifiche nicchie di mercato, come i pagamenti verso l’estero o i prestiti interpersonali mentre noi vogliamo costruire un hub finanziario, integrando tutti questi diversi servizi».
Partnership e Futuro
Quali sono le prospettive di crescita e le nuove collaborazioni? Già da febbraio sono iniziati degli accordi con Transferwise per rendere più economici l’invio e la ricezione di denaro in valute diverse, e da fine luglio, grazie ad una partnership con Vaamo, N26 ha iniziato a offrire prodotti di investimento. Molto forte è invece l’interesse anche per i servizi di risparmio e assicurativo dove verranno incrementati i rapporti di partnership con Raisin e Clark.