La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dall’encefalo che permette di provare il senso di soddisfazione, la sostanza viene rilasciata durante attività come il sesso, l’ascolto di musica o il mangiare saporito. Spesso se qualcuno assume sostanze stupefacenti la quantità di dopamina rilasciata può arrivare ad essere 10 volte superiore alla norma. Però non si tratta di una reazione chimica, la stessa dinamica si presenta anche in attività come il gioco d’azzardo. Il compiacimento provato per una vittoria porta il giocatore a ricercare sensazioni di benessere, innestando così un circolo vizioso che può portare alla dipendenza.
I numeri del gioco d’azzardo
Sono circa 800mila i ludopatici, schiavi della dopamina che contribuiscono a versare nelle casse dello Stato diversi miliardi ogni anno. Questi sono gli impressionanti numeri del gioco d’azzardo in Italia nel 2016:
- La Raccolta (cioè il fatturato) derivante dal gioco d’azzardo è stato di 96 miliardi di euro
- Le vincite dei giocatori sono state di 76,5 miliardi (concentrate in pochi soggetti)
- La Spesa – cioè la differenza della Raccolta e le vincite – è stata pari a 19,5 miliardi (+8% rispetto al 2015).
Secondo i dati elaborati da Avviso pubblico, associazione nazionale degli Enti locali e delle Regioni per la formazione civile contro le mafie, dei 19,5 miliardi circa 9,2 sono entrati direttamente nelle casse dello Stato (nel 2015 sono stati 8 i miliardi incassati dall’erario). Di questi 5,8 derivano da VLTe Newslot, i restanti 3,5 da giochi e lotterie. I ricavi della filiera, ovvero la differenza tra la Spesa e ciò che lo Stato incassa, ammontano a circa 10 miliardi di euro.
La classifica delle regioni che portano più entrate fiscali provenienti dal gioco, stilata dell’agenzia sui Monopoli, presenta nelle prime 3 posizioni al primo posto la Lombardia (19,52%), al secondo il Lazio (10,61%) ed al terzo la Campania (9,76%); seguono poi Emilia-Romagna (8,34%), Veneto (8,16%) e Piemonte (6,86%).
Il primato italiano
Nella classifica pubblicata dal The Economist il 9 febbraio del 2017 si evidenzia il primato negativo del nostro paese. L’Italia è quarta al mondo per soldi persi dai cittadini nel gioco, con ben 19 miliardi di euro medi annuali. Sopra solo Stati Uniti, Cina e Giappone, paesi però molto più popolosi.
Nella classifica riferita alle perdite pro capite, invece, l’Italia è in nona posizione. Dal grafico si può notare che il principale mezzo ruba-soldi sono le macchinette da slot, mentre i casinò, praticamente assenti nel nostro paese, hanno un ruolo più che marginale. Commisurando le perdite da gioco d’azzardo al PIL, è l’Italia ad avere il triste primato Europeo con lo 0,85%, maggiore del Regno Unito (0,75%), della Francia (0,41%) e della Germania (0,31%).
A fronte dei 9,2 miliardi incassati dallo Stato, è importante menzionare anche i danni economici e sociali che il fenomeno genera. Nonostante la regolamentazione e la lotta alle mafie sul gioco illegale, lo Stato continua a pubblicizzare senza vere restrizioni il gioco d’azzardo. Tra il 2015 ed il 2016 i costi sociali, economici e sanitari stimati sono stati di 5-6 miliardi di euro, circa il 60% dei 9 miliardi che incassa. A questi vanno aggiunti costi occulti difficili da quantificare, come l’alterazione della libera concorrenza, i problemi familiari e lavorativi dei ludopatici e il ricorso all’usura.