Il concetto di Net Neutrality
Cos’è la net neutrality? Sebbene possa sembrare un concetto molto fumoso e sfuggente è possibile renderlo chiaro tramite una metafora. Immaginate di dover raggiungere una località per usufruire di prodotti venduti solo in quel luogo, considerate inoltre di dover raggiungere quella località con un’auto. Ovviamente percorrerete delle strade, più tali strade saranno curate e larghe e con più corsie, più veloce e comodo sarà il vostro viaggio. Ma chi decide dove e come debbano essere costruite tali strade? Sembra una domanda scontata e banale se posta riguardo le strade, eppure diventa molto più complesso rispondere se al posto delle strade si considera la rete, il net per l’appunto. La rete è proprio un insieme di connessioni (strade), che portano a diversi siti (luoghi). Dal 2015 fino a poco tempo fa le strade che connettevano i vari luoghi virtuali, i siti, erano sottoposte ad una rigida regolamentazione pubblica che obbligava i fornitori di accesso ad internet, cioè gli Internet Service Provider (ISP), a garantire l’accesso ai vari siti in maniera uniforme senza poter rendere più veloce l’accesso ad un sito e più lento ad un altro. Non era possibile operare una preferenza nei confronti di alcun contenuto. Per tornare alla metafora, le strade che portano ad ogni luogo, non importa di che luogo si tratti, devono essere di uguale portata e devo essere tutte manutenute alla perfezione, senza alcuna preferenza. D’altronde, a nessuno piace dover percorrere una strada malridotta e dissestata ma soprattutto chiunque venda prodotti di largo consumo come i siti di streaming e di news su internet ha bisogno che l’accesso ai suoi prodotti sia comodo e rapido.
L’autoregolamentazione del mercato
Tuttavia questa tranquilla par condicio potrebbe presto lasciare il posto ad un’agguerrita concorrenza per effetto delle nuove regole da poco votate dalla Federal Communications Commission (FCC). La “strada” che porta al sito di film-streaming da voi preferito potrebbe essere rimossa o comunque danneggiata. Mentre magari la velocità di connessione al vostro broker online verrà potenziata. Chi può dirlo. Eppure è chiaro che se l’accesso ai contenuti di un sito diventa molto più lento e difficoltoso, ci saranno diretti e importanti effetti sulla redditività dell’azienda che gestisce il sito in questione. Nessuno pagherebbe un provider se non assicura un accesso veloce e stabile ai contenuti che gli utenti richiedono, dunque perché in questo caso la mano invisibile di Adam Smith non porta all’ottimizzazione delle risorse e perchè tante associazioni sono preoccupate degli ultimi sviluppi riguardanti la net neutrality? In realtà la risposta non è chiara, c’è chi proclama che internet debba essere un luogo in cui non vi è spazio per interessi particolari e ogni sito dovrebbe essere trattato alla pari di tutti gli altri. Un luogo dove non vi è spazio per particolarismi e dove una maggiore disponibilità finanziaria non dovrebbe fare la differenza per il successo o il fallimento di un progetto che invece dovrebbe dipendere solo dalla qualità dello stesso e da niente altro. Un posto, insomma, diverso da quello reale. Oggi la commissione federale per le comunicazioni americane ci ricorda che non è così e che tali luoghi non esistono. La fiducia nella capacità di autoregolamentazione del mercato ha prevalso. Da un punto di vista più pragmatico non vi saranno cambiamenti repentini nella velocità a cui si accede ai contenuti online perché gli ISP non hanno ancora ben chiaro in che direzione muoversi per aumentare i ricavi senza provocare l’insoddisfazione dei clienti per rallentamenti alla connessione di siti apprezzati, la mano invisibile, appunto. Quel che è certo è che è nato un nuovo mercato con nuove opportunità di profitto che sicuramente porterà a dei miglioramenti e, forse, una maggiore concorrenza tra gli ISP con l’augurio che contenuti di qualità non siano messi in secondo piano a causa di una concorrenza sleale o a causa di rapporti di forza finanziaria tra i concorrenti troppo sbilanciati.