Le auto elettriche sono state finora l’emblema di Tesla, casa automobilistica fondata appositamente dal genio di Elon Musk per renderne possibile la produzione di massa – obiettivo raggiunto con il lancio della Model 3, che rappresenta la prima automobile elettrica con un prezzo accessibile alla fascia media della popolazione dei Paesi occidentali. Nel corso degli anni anche altre case automobilistiche tradizionali hanno accettato la sfida della produzione elettrica: il 2020 dovrebbe essere in questo senso un vero e proprio anno di svolta, poiché arriveranno sul mercato i modelli a emissioni zero di una decina di produttori mondiali, inclusi i leader assoluti del settore automotive tradizionale come Volkswagen, Mercedes, Renault, PSA Group e altri.
Questa accelerazione è indubbiamente stata incentivata dalla crescente attenzione all’eco-sostenibilità e all’abbattimento dell’inquinamento, ma è soprattutto il frutto di ingenti investimenti e di anni di ricerca, che hanno reso possibile lo sfruttamento di nuove tecnologie e l’affinamento del processo produttivo. L’industria automobilistica europea nel 2017 ha investito in ricerca e sviluppo quasi 60 miliardi di euro, in crescita del 6,7% rispetto al 2016, il doppio di quanto fatto in Giappone e il triplo negli USA.
Le auto elettriche del 2020
Emblematiche in questo senso sono state le scelte della Volkswagen. L’azienda tedesca è stata molto prudente nell’approcciarsi alla produzione elettrica: nel 2013, quando iniziavano a circolare le prime auto a batteria con autonomia di 150 km, la linea intrapresa dall’azienda fu quella di sbarcare sul nuovo mercato solo nel momento in cui fosse stata pronta ad offrire vetture con autonomia, prestazioni e prezzi analoghi a quelle con motore termico.
I principali passi avanti sono stati fatti sugli elementi più delicati, ovvero l’autonomia e i tempi di ricarica. La maggior parte dei nuovi modelli elettrici in arrivo nel 2020 può percorrere più di 400 km con un pieno di batteria. Quest’ultima, grazie alle più recenti tecnologie, come il sistema a corrente continua a 800 Volt presente nella Porsche Taycan o il sistema di ricarica a 110 kW di potenza della Mercedes EQC, si può ricaricare in un tempo relativamente breve. Nel caso delle due vetture appena citate, con 5 minuti di ricarica si possono guadagnare 100 km di autonomia nella Porsche Taycan e in 40 minuti si porta la batteria della Mercedes EQC dal 10% all’80%.
Ulteriori innovazioni, a beneficio stavolta più dei produttori che dei consumatori, sono state apportate alla catena produttiva. Ad esempio la realizzazione dell’utilitaria elettrica Volkswagen ID.3 avverrà tramite l’utilizzo di un pianale, denominato MEB, che garantirà l’ottimizzazione della disposizione delle batterie e del motore elettrico e sarà anche estremamente flessibile, perché con la stessa metodologia consentirà la produzione di altre vetture della casa tedesca.
I prezzi dell’elettrico
Il prezzo delle vetture a batteria ha da sempre costituito una questione delicata, in quanto i costi – notevolmente più alti rispetto a quelli dei veicoli tradizionali – le hanno rese poco convenienti e soprattutto alla portata di ben poche tasche. Anche in questo ambito, però, la ricerca ha permesso di individuare soluzioni più economiche, che hanno portato all’arrivo sul mercato della già citata Model 3 e porteranno nel 2020 alla diffusione di svariati nuovi modelli di auto elettriche, da città o familiari, con prezzi alla portata di un più ampio numero di tasche. Sarà infatti possibile acquistare una Volkswagen ID.3 a partire da circa 30.000€, la nuova Renault Zoe con 25.900€ e la Honda e con 35.500€.
Ad inventarsi un’opzione aggiuntiva che potrebbe aprire ulteriormente il mercato è stata invece la Peugeot. Secondo gli esperti del settore, il futuro delle transazioni nel mercato automobilistico sarà dominato dal noleggio, un’opzione sempre più diffusa negli ultimi anni. E allora perché non offrirla anche per i veicoli elettrici? Con 60€ mensili in più rispetto alla rata del modello con motore termico sarà possibile entrare in possesso della Peugeot e-208 (costo complessivo: 3.500€ di anticipo + 360€ al mese per 36 mesi). Se si considera anche la spesa mensile per il carburante, si può facilmente intuire come il costo finale sia equivalente per i modelli a diesel o benzina e quello a batteria.
Un mercato in crescita
La crescente sensibilità sulle tematiche ambientali, la riduzione dei prezzi e le innovazioni tecnologiche hanno spinto già nel corso del 2019 la crescita del settore dei prototipi elettrici e ibridi. In Italia, dove ancora si parla di numeri estremamente marginali (le vetture elettriche rappresentano lo 0,5% del mercato automotive), si è registrata una crescita del 115% nei primi nove mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018. I modelli ibridi, che hanno una quota di mercato pari al 5,6%, sono cresciuti del 27,5% (da 64.517 a 82.275 veicoli immatricolati).
In altri Paesi europei, dove già in partenza i numeri erano molto più importanti, si iniziano a vedere dei risultati significativi: in Norvegia, dove sono state vendute 40 mila auto elettriche, a marzo 2019 per la prima volta la loro vendita ha superato quella delle vetture tradizionali, raggiungendo il 60% del mercato. Altro successo in Germania, dove le vendite hanno raggiunto quota 100 mila unità. In totale nei primi sei mesi del 2019 circolavano in Europa quasi 700 mila veicoli a emissioni zero. Un grande produttore come Volvo, che lancerà nel 2020 il suo primo modello integralmente elettrico (la XC40 Recharge), stima che nel 2025 la metà delle proprie vendite sarà costituita da auto a batteria.
Secondo uno studio di Reuters, i massicci investimenti delle case automobilistiche arriveranno nel corso del nuovo decennio a trecento miliardi di dollari: quasi la metà, 139 miliardi di dollari, saranno investiti dalle industrie tedesche (90 miliardi dalla sola Volkswagen, 42 miliardi da Daimler-Mercedes), 66 miliardi dall’alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi, intorno ai 20 miliardi da Kia-Hyundai e poi circa 15 miliardi per ognuno di Changan, Toyota, Ford, BMW e Volvo. Tra i pochi gruppi ad essere rimasti al palo si deve purtroppo annoverare FCA. La fusione in atto con il gruppo PSA, molto all’avanguardia nel settore elettrico, è probabilmente finalizzata proprio a colmare questa lacuna.
Infine è importante evidenziare come, per sostenere la diffusione dei modelli elettrici, i Paesi europei si stiano progressivamente dotando di reti capillari di colonnine di ricarica, che sono arrivate a essere 24.850 in Francia, 27.459 in Germania, 19.076 nel Regno Unito e ben 37.037 nei Paesi Bassi. In Italia siamo solo a quota 3.562, ma sicuramente con l’incremento delle vetture elettriche in circolazione le colonnine a disposizione cresceranno anche nel nostro Paese.
La fonte principale dei dati riportati in questo approfondimento è un interessante reportage sulle auto elettriche e ibride pubblicato con il numero di dicembre 2019 della rivista Focus.