Ogni qualvolta esiste una relazione di prestito potenziale o effettivo tra due parti il creditore valuta la convenienza della transazione sulla base della probabilità di essere
rimborsato. Le agenzie di rating raccolgono informazioni sugli emittenti obbligazionari e pubblicano rating.
Il mercato del merito creditizio
Le agenzie di rating sono fornitrici di informazioni che riducono le imperfezioni nel mercato finanziario, esprimendo giudizi che riassumono informazioni pubbliche
e private. A causa delle poche organizzazioni di valutazione statistica riconosciute (NRSRO), del grande numero di regolamenti e delle enormi barriere all’entrata del settore, i giudizi emessi dalle NRSRO sono preziosi per i partecipanti ai mercati finanziari. C’è però chi ritiene che il loro contenuto informativo non sia maggiore di quello dell’informazione pubblica già riflesso dal mercato, come Frank Partnoy, uno dei massimi esperti sulla finanza moderna e la regolamentazione dei mercati. Il mercato del merito creditizio è caratterizzato da forti conflitti di interessi poiché il giudizio svolto nei confronti dell’emittente è subordinato al pagamento di un corrispettivo. Quella del rating è una valutazione soggettiva e un’errata previsione può causare danni. La recente crisi finanziaria è stata innescata da asimmetrie informative che non hanno permesso la distinzione tra debitori solventi e non. Anche se, secondo il professor Kuhner, il giudizio delle agenzie non può avere avuto alcuna influenza sul collasso finanziario; questo perché gli investitori anticipano la valutazione al ribasso, agendo secondo le proprie informazioni. Le agenzie di rating sono spesso al centro di dibattito per il ruolo che svolgono nella società moderna, per questo la loro regolamentazione è fondamentale; prima della crisi gli obblighi normativi erano molto meno stringenti di oggi. Il settore è caratterizzato da una situazione di oligopolio dove agiscono principalmente tre agenzie che nascono negli USA ma hanno ramificazioni in tutto il mondo, questo sono Standard & Poor’s, Fitch Ratings e Moody’s Corporation.
Moody’s ieri e oggi, in numeri
Nel giugno 2000 Moody’s impiegava 1500 persone in 14 paesi, pubblicando valutazioni su 5000 emittenti e 68000 obbligazioni di finanza pubblica. I ricavi di quell’anno ammontano a 600 milioni di dollari, di cui il 90% provenienti da servizi di rating; la sua capitalizzazione era di 4 miliardi, con il rapporto prezzo/utile di circa 25. Secondo l’ultimo Annual Report del 2017 di Moody’s Corporation i ricavi sono stati pari a $4,2 miliardi, il 17% in più rispetto al 2016; il reddito netto è pari a $1 miliardo, in 17 anni è cresciuto del 630%. Attualmente Moody’s analizza i profili di credito di oltre 120 paesi, 4700 emittenti societari non finanziari, 4100 emittenti di istituti finanziari, 17700 emittenti di finanza pubblica e 11000 transazioni di finanza strutturata. La scala di valutazione di Moody’s prevede notches decrescenti che vanno da Aaa, a segnalare una qualità del credito elevata, a Ca, a segnalare un emittente in default, passando per Aa1, Aa2, Aa3, A1, A2, A3, Baa1, Baa2, Baa3, Ba1 e così via fino a Ca. Le implicazioni nella recente crisi finanziaria le hanno però reso la strada meno facile di quanto si potesse prevedere: vi sono state continue pressioni giudiziarie nei confronti di questi colossi dell’informazione.
Le accuse
Sono state molte le cause intentate nei confronti delle agenzie di rating da parte sia di autorità giudiziarie che di soggetti privati convinti di essere stati danneggiati da un’errata previsione del merito creditizio. Moody’s è accusata dal 2011 per il reato di aggiotaggio per varie vicende, come l’assegnazione di un rating di massima affidabilità (AAA) emesso nei confronti della banca “Lehman Brothers” poco prima che questa fallisse, malgrado l’amministratore delegato della compagnia fosse già indagato per falso in bilancio. Ross Abercromby, l’analista di Moody’s che ha firmato il report diffuso il 6 maggio in cui si affermava che il sistema bancario italiano fosse tra quelli più a rischio dopo il tracollo della Grecia, è sotto accusa dalla Procura della Repubblica Italiana la quale ritiene che il giudizio infondato abbia provocato il crollo del mercato dei titoli italiani.