Che “Apple sia alla frutta” può sembrare un simpatico gioco di parole ma dopo il recente crollo in Borsa gli analisti si interrogano sul suo futuro. Infatti Apple (NASDAQ:AAPL) sarà costretta a correggere al ribasso le proprie stime per tutto il 2019: la banca d’affari Goldman Sachs paragona addirittura Cupertino all’ex leader del mercato dei dispositivi mobili Nokia.
La storia del colosso finlandese dei telefonini è nota: il costruttore è stato per anni il brand dominante della prima era dei dispositivi mobili, proponendo in tutto il mondo una varia gamma di telefonini solidi ed efficienti; poi si sono instaurate delle problematiche che hanno portato a una progressiva riduzione delle vendite, fino al ridimensionamento della società e l’acquisizione della divisione smartphone da parte di Microsoft.
In effetti il confronto dell’analista di Goldman Sachs Rod Hall tra Apple e Nokia è calzante, in quanto fino a oggi Cupertino ha dominato il mercato smartphone di fascia alta per poi incappare in problemi, proprio come è avvenuto in passato con Nokia, dominatore assoluto dei primi telefonini. Secondo Hall, infatti, Nokia ha saturato il mercato con i suoi dispositivi, finendo così con il dipendere strettamente dal ciclo di rinnovo dei terminali da parte dei propri clienti. I problemi per il costruttore finlandese sono iniziati quando gli utenti hanno cominciato ad allungare sempre più la vita utile dei terminali, posticipando l’acquisto di un nuovo modello.
Se l’economia frena, la velocità con la quale i consumatori aggiornano i propri dispositivi rallenta. Anche per Apple la velocità con cui i consumatori cambiano i loro dispositivi è sensibile agli eventi macroeconomici, ora che il livello di diffusione dell’iPhone si sta avvicinando alla massima penetrazione di mercato.
Inoltre, secondo il quotidiano nipponico Nikkei Asian Review, Apple ridurrà la produzione di alcuni modelli di iPhone del 10% nel primo trimestre 2019. Il gigante di Cupertino avrebbe chiesto ai fornitori in due distinti occasioni di diminuire la produzione dei modelli di iPhone Xr, Xs e Xs Max. Sempre secondo la rivista, la produzione per l’attuale trimestre dovrebbe scendere a 40-43 milioni di esemplari rispetto ai 47 milioni previsti, segnando una diminuzione del 20% rispetto all’anno precedente.
L’influenza dei dazi
Il titolo della mela sconta anche la controversia sui dazi tra Cina e Usa e alcune decisioni che non hanno tenuto conto della situazione sui mercati. Più volte i big americani della tecnologia hanno fatto appello al presidente Donald Trump affinché riveda le sue politiche commerciali. Dopo l’ondata di dazi entrata in vigore ad agosto, che colpisce beni importati dalla Cina per un valore di circa 200 miliardi di dollari, il ceo di Apple, Tim Cook, aveva più volte chiesto alla Casa Bianca di fare marcia indietro. Cook aveva sottolineato che i dazi, facendo salire i prezzi dei prodotti americani assemblati in Cina, metteranno le aziende Usa in posizione di svantaggio rispetto alle aziende rivali.
A dire il vero la crisi di vendita degli smartphone non riguarda solo Cupertino: il calo degli apparecchi esportati è arrivato al 6% in tutto il mercato nel terzo trimestre 2018 (quarta riduzione consecutiva del settore). È di pochi giorni fa, infatti, la notizia della crisi dell’altro gigante degli smartphone, Samsung: l’azienda ha comunicato un calo del 28,7% degli utili operativi nell’ultimo trimestre dell’anno appena terminato rispetto al 2017.
Presente e futuro di Apple
Il giorno dopo il grande crollo di Apple, che nella sessione di giovedì 3 gennaio ha lasciato sul terreno il 9,96% (perdendo capitalizzazione di mercato per 446 miliardi di dollari rispetto ai massimi di ottobre), ha visto comunque una ripresa del titolo. Ad ogni modo, nella società guidata da Tim Cook sono già state pianificate le strategie future, ma le variabili da considerare sono molte. Intanto, tra le vittime illustri della caduta di Cupertino ci sarebbe l’investitore miliardario Warren Buffett, il quale avrebbe perso solo nell’overnight 2,77 miliardi di dollari attraverso la sua Berkshire Hathaway.
Il tracollo di questi giorni ha portato Apple a uscire dal podio delle società con maggiore capitalizzazione di Wall Street, scendendo in quarta posizione dopo Microsoft (NASDAQ:MSFT), Amazon (NASDAQ:AMZN), Alphabet e proprio la Berkshire Hathaway di Warren Buffett.
Riuscirà Apple a risollevarsi?
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