Le promesse di Salvini erano quelle di un taglio drastico sulle accise della benzina, dichiarato nuovamente in occassione della visita al Salone Nautico di Genova.
Vi è un rischio di rincaro sui carburanti a partire da gennaio 2019, notizia appresa su interrogazione parlamentare del partito Forza Italia al Ministero dell’Economia. Difatti è ancora in vigore la legge (vecchio Decreto Competitività) stanziata dal governo di Matteo Renzi, dove tale rincaro dei prezzi permetterà di finanziare l’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), che ha come obiettivo primario quello di agevolare le imprese che si finanziano da capitale di terzi e nel ridurre l’imposizione sui redditi. Tale decisione ridurrebbe lo squilibrio del trattamento fiscale tra le imprese che si finanziano con capitale proprio da quelle finanziate con capitale di terzi, come ad esempio le società per azioni.
Se tale legge non verrà toccata, a partire dal 30 novembre l’Agenzia delle Dogane delibererà in modo tale da costituire maggiori entrate nette di un valore di 140.7 milioni nel 2019, 146.4 milioni nel 2020 e di 148.3 milioni dal 2021, come segnalato dal Sole 24 ore.
Quanto peseranno sul prezzo finale al litro? Questo non si sa ancora, però una cosa è certa: sia cittadini che imprese contribuiranno a ridurre la tassazione sugli utili delle imprese finanziate da capitali di terzi.
Tali imprese incrementeranno ulteriormente gli utili? Creeranno nuovi posti di lavoro? Attireranno nuove imprese a far ricorso a più capitale di terzi? Staremo a vedere. I dati raccolti finora parlano di entrate nelle casse dello Stato per 26 miliardi. Per lo Stato Italiano le accise sono una voce molto importante del bilancio pubblico. Nel 2017 le cifre si aggirano intorno ai 25.7 miliardi di euro, mentre quest’anno, nel primo semestre, si sono registrate delle entrate per un totale di 11 miliardi.
Come avevamo già segnalato secondo l’ultima ricerca del Centro Studi “Impresa Lavoro”, negli ultimi 10 anni, il gettito proveniente dalle accise su prodotti energetici e loro derivati è aumentato in Italia di ben 5,4 miliardi (da 20,3 miliardi nel 2008 a 25,7 miliardi nel 2017), con un incremento del 26,6%. Nonostante la crisi, è un altro bel colpo sui consumi dei cittadini. Per quanto riguarda la benzina, l’Italia è il quarto posto più caro in Europa dove approvvigionarsi, mentre per il diesel è addirittura il secondo. Sul carburante pesano ben 17 accise, molte delle quali vecchie di decenni. Proprio su quelle il leader della Lega aveva puntato il dito in campagna elettorale e ne ha promesso l’eliminazione nel più breve tempo possibile.