L’automatizzazione causerà la perdita di circa metà degli attuali posti di lavoro nel mondo entro il 2055. Questa è una delle conclusioni del report di gennaio 2017 A future that works: Automation, employment, and productivity del McKinsey Global Institute. Ad essere interessati saranno soprattutto i lavori manuali ma non solo. Con lo sviluppo sempre maggiore dell’intelligenza artificiale anche le occupazioni più legate alle capacità cognitive ed a competenze di alto livello saranno colpite.
Automatizzazione totale ed automatizzazione parziale
Ad essere del tutto automatizzate, secondo il report di McKinsey, saranno solo una minima parte delle professioni. Meno del 5% dei mestieri svolti dall’uomo nel 2020 saranno del tutto coperti dalle macchine. Il resto dei lavori, però, sarà comunque molto interessato dal fenomeno. Infatti, sebbene nella maggior parte dei casi non sarà possibile eliminare del tutto la componente umana, quasi tutte le occupazioni saranno in parte automatizzate. Questo significa che per svolgere uno stesso lavoro saranno necessarie molte meno persone.
Il peso dell’automatizzazione sul PIL globale
Lo studio pubblicato da McKinsey prevede che fino al 2055 ci sarà una crescita annua del PIL globale dovuta all’automatizzazione del lavoro compresa in media fra lo 0,8% e l’1,4% annuo. Porre un freno al processo in corso sarà in realtà quasi impossibile. Da una parte la perdita di posti di lavoro sarà lenta, quindi non ci sarà una reazione sociale, e di conseguenza politica, forte per cercare di arginare il fenomeno. Dall’altra c’è il fatto che l’automatizzazione del lavoro rappresenterà un vantaggio competitivo troppo grande per le aziende che la metteranno in pratica. Quindi, se alcuni Stati ponessero leggi per limitarla finirebbero per porre le loro aziende in una posizione di forte debolezza nel mercato internazionale.
Una nuova rivoluzione industriale
Il processo di automatizzazione del lavoro permesso dalle nuove tecnologie è assimilabile alle precedenti rivoluzioni industriali. Sebbene esse abbiano causato importanti crisi del lavoro nel medio termine, nel tempo la questione si è risolta in maniera progressiva. Vecchie professioni spariscono ma, al contempo, ne nascono di nuove prima impensabili. Tuttavia, come fu per le precedenti rivoluzioni industriali, i marcati problemi sociali in un primo periodo saranno inevitabili. In tanti resteranno senza lavoro. La disoccupazione dilagante favorirà il proliferare dello sfruttamento, con una percentuale crescente di lavoratori costretta ad accettare il salario minimo o comunque uno stipendio molto basso in relazione all’occupazione svolta.