“Le fonti di finanziamento dell’UE comprendono i contributi dei paesi membri, i dazi all’importazione sui prodotti provenienti dall’esterno dell’Unione e le multe applicate alle imprese che non rispettano la normativa europea. I paesi dell’UE concordano con diversi anni di anticipo l’entità del bilancio e le modalità di finanziamento.”
I finanziamenti dell’UE si distinguono in 3 grandi categorie. Per prima cosa ci sono le entrate provenienti da fonti tradizionali, in particolare i dazi doganali imposti sulle importazioni dai Paesi estranei all’Unione Europea. Quindi, vi sono le risorse proprie fondate sull’IVA (Value Added Tax – VAT), in cui un’aliquota dello 0,3% viene imposta sulla corrispondente base imponibile di ogni Stato membro. Infine, da notare le risorse basate sul Reddito Nazionale Lordo (Gross National Income – GNI), secondo cui ogni Paese trasferisce una percentuale fissa del proprio RNL all’UE.
Tali fondi vengono adoperati per un’ampia gamma di progetti. Perlopiù questi riguardano lo sviluppo urbano e regionale, l’occupazione ed inclusione sociale, l’agricoltura e sviluppo rurale, le politiche marittime e della pesca, ricerca ed innovazione e gli aiuti umanitari. Oltre il 76% del bilancio dell’UE è gestito in collaborazione con le amministrazioni nazionali e regionali, attraverso cinque grandi fondi, i Fondi Strutturali e d’Investimento, che sono il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), il Fondo Sociale Europeo (FES), il Fondo di Coesione (FC), il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) ed il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP). Per i progetti che non coinvolgono questi enti il potere decisionale spetta alla Commissione Europea, composta da 28 Commissari (uno per ciascun Paese dell’UE), unico organo con la facoltà di redigere le proposte di nuovi atti legislativi europei. La CE attua le decisioni del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’UE e, allo stesso tempo, assegna i finanziamenti e gestisce le politiche dell’Unione, assicura il rispetto della relativa legislazione, rappresentando inoltre l’UE sulla scena internazionale.
Il bilancio per il 2016 è risultato essere pari a circa +€ 155 miliardi, con un contributo da parte dell’Italia che si attesta intorno ai € 14 miliardi. In base ai dati della Commissione Europea, il grafico che segue mostra la posizione netta dell’Italia
Il risultato mostra un avanzo per oltre €38 miliardi, il tutto non arrestatosi nemmeno nel 2016, con una contribuzione netta al bilancio UE di oltre €2 miliardi che portano l’ammontare a superare i €40 miliardi. Ciò significa, in media, dare ogni anno circa €2,3 miliardi. Il risultato appare percorrere la stessa direzione, seppure in maniera molto più significativa, se si fa ricorso ai dati della Cgia di Mestre. In base ad uno studio del 2016 avente ad oggetto l’allora processo della Brexit, infatti, il nostro Paese, nel periodo 2000-2014, avrebbe fornito all’Unione Europea fondi per circa €59 miliardi, come si mostra nella seguente tabella: