La procedura per formulare il bilancio dell’Unione Europea è disciplinata dai Trattati ed in particolare dal TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), firmato nel 1957 a Roma ed emendato per l’ultima volta nel 2007 a Lisbona.
Il Quadro Finanziario Pluriennale
L’articolo 312 del TFUE istituisce il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), ovvero un programma che stabilisce come l’Unione userà le proprie risorse. Il QFP, secondo quanto scritto nel TFUE, “mira ad assicurare l’ordinato andamento delle spese dell’Unione entro i limiti delle proprie risorse” e “fissa gli importi dei massimali annui degli stanziamenti per impegni per categoria di spesa e del massimale annuo degli stanziamenti per pagamenti”. C’è una differenza molto importante tra gli impegni ed i pagamenti. Gli impegni fanno riferimento al principio di competenza, cioè sono i soldi che l’Unione prevede di poter spendere in quel periodo di tempo. I pagamenti, invece, riguardano il principio di cassa, ovvero quello che l’Unione effettivamente pagherà.
Come funziona il QFP
La scrittura di un nuovo QFP coinvolge diverse istituzioni all’interno dell’UE. La Commissione europea deve fare una proposta di Quadro Finanziario Pluriennale, che sarà ridefinito nei dettagli dal Consiglio dell’Unione Europea per poi essere votato dal Parlamento europeo. All’interno del quadro finanziario pluriennale, che riguarda un periodo di tempo di minimo 5 anni, l’Unione scrive dove, come e quanto intende spendere.
Nel QFP per il periodo 2014-2020 sono stati previsti 959,51 miliardi di euro in impegni e 908,40 miliardi di euro in pagamenti. Il QFP 2014-2020 ha 6 indirizzi di spesa: Crescita intelligente ed inclusiva, Crescita sostenibile, Sicurezza e cittadinanza, Europa globale, Amministrazione e Compensazioni. Inoltre ci sono gli “strumenti speciali”, ovvero altri settori a cui potranno essere destinate le risorse finanziarie dell’Unione in caso di urgenze o necessità.
Il bilancio annuale dell’Unione
Un altro punto chiave del TFUE è l’articolo 314, che invece definisce il bilancio annuale dell’Unione. Al primo comma si dice che “con l’eccezione della BCE, ogni istituzione europea deve, prima del 1° Luglio, redigere le stime di spesa per l’anno finanziario successivo”. Sulla base di queste stime e su quelle dei ricavi, la Commissione costruisce una bozza di bilancio, che poi sottopone entro il 1° Settembre al Parlamento europeo ed al Consiglio dell’Unione. Essi possono approvare sin da subito il bilancio, oppure proporre modifiche ed emendamenti. Se ci sono disaccordi viene convocato un comitato di conciliazione, per trovare una soluzione comune.
L’11 Dicembre 2018 è stato raggiunto l’accordo sul bilancio 2019, che prevede impegni totali per 165,8 miliardi di euro, in aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente, e pagamenti pari a 148,2 miliardi di euro, +2.4% rispetto al bilancio del 2018.
Da dove vengo prese e come vengono distribuite le risorse
Le risorse finanziarie di cui dispone l’UE sono le risorse proprie tradizionali (ovvero soprattutto i provenienti dei dazi doganali), le risorse proprie basate sull’IVA, le risorse proprie basate sull’RNL (ovvero provenienti da un’aliquota uniforme (1,20%) applicata al reddito nazionale lordo degli Stati membri). In generale ogni cittadino europeo partecipa al bilancio con circa 187 euro all’anno (per vedere quanto ogni Paese versa nel bilancio dell’UE clicca qui). Il bilancio del 2017, che comprendeva 158 miliardi di euro, era così distribuito:
I piani per il 2019
Per il 2019 le risorse messe a disposizione nel bilancio sono in leggero aumento, +3.2% rispetto al 2018, e sono pari a 165,8 miliardi di euro. Come dichiarato dallo stesso Oettinger,
“Quasi la metà dei fondi sarà destinata a stimolare l’economia, l’occupazione e la competitività in Europa […] altri 57,2 miliardi di €, messi a disposizione tramite i fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE), contribuiranno a ridurre le disparità economiche, sia a livello nazionale sia tra gli Stati membri; l’UE sosterrà i giovani in vari modi: 2,8 miliardi di € saranno destinati all’istruzione tramite il progetto Erasmus+ (+20% rispetto al 2018); il Corpo europeo di solidarietà permetterà di svolgere attività di volontariato o lavoro nell’ambito di progetti nel proprio Paese o all’estero grazie allo stanziamento di 143 milioni di €; altri 350 milioni di €, resi disponibili mediante l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, saranno destinati a sostenere i giovani nelle regioni caratterizzate da un alto tasso di disoccupazione; gli agricoltori europei beneficeranno di 59 miliardi di €”.
L’aumento più considerevole degli stanziamenti, +18,3%, riguarda però la sicurezza, sia interna che esterna all’UE (per sapere quanto l’UE spende in ogni Stato membro clicca qui).
Le nuove prospettive
A maggio la Commissione europea ha redatto le sue prime proposte sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, quello 2021-2027. Si potrebbe trattare del primo dell’UE senza la Gran Bretagna. Come sottolineato da Ispi, il nuovo quadro finanziario verterà meno sulla PAC. Inoltre, dovrà essere più orientato su misure di lungo periodo ed essere più bilanciato per i Paesi del sud Europa.