La Enron Corporation nacque nel 1985 quando la Houston Natural Gas si fuse con la Internoth of Nebraska. La vera svolta dell’ azienda avvenne quando, nel 1990, Jeffrey Skilling fu assunto e messo a capo della Enron Capital and Trade, una nuova divisione specializzata in operazioni finanziarie. Negli anni a seguire il core business dell’azienda si spostò sempre di più su operazioni finanziarie, in particolare sullo scambio di commodity. La società crebbe a ritmi elevatissimi fino a lanciare, nel 1999, la EnronOnline, il primo sito mondiale di trading sulle commodity.
Il successo
Nel 1996 Enron venne nominata dalla rivista Fortune l’azienda più innovativa del pianeta. A fine degli anni 2000 un’azione arrivò a valere fino a 84 dollari. All’inizio del secolo, la Enron veniva valutata come una delle 7 più grandi multinazionali USA, con un fatturato di 130 miliardi di dollari, rendendola così, agli occhi del pubblico, una delle aziende più solide del momento.
La crisi
Nel 2001 vennero allo scoperto i primi problemi. Infatti, il 16 ottobre, per la prima volta l’azienda subì una perdita di 618 milioni di dollari, portando ad una svalutazione del valore azionario di 1,2 miliardi. Era la prima di una serie di brutte notizie. Il 22 ottobre la SEC (Securities and Exchange Commission) avviò un’inchiesta su un possibile conflitto di interessi legato alle transazioni della società con le partnership strette con Andrei Fastow, ex CFO, provocando il crollo del prezzo del titolo sotto i 40 dollari.
La tentata truffa
Con il periodo di difficoltà iniziò la frode sui conti. Enron chiese quantità ingenti di denaro che entrarono a far parte del bilancio come debiti, i quali venivano scaricati su più di 800 società fantoccio. Le suddette società non erano collegate in modo diretto alla Enron, bensì ad Andrei Fastow, l’ex CFO. Enron mantenne così il controllo delle finte aziende, facendo però risultare il debito a carico di terzi, non facendolo figurare all’interno della società madre.
Oltre a mascherare il debito Fastow, tramite finanziamenti, usava le società fantoccio per acquisire beni a prezzi gonfiati dalla stessa Enron, facendo così risultare sulla carta che l’azienda stesse facendo ottimi affari. Questo permetteva ai profitti di aumentare, ai debiti di essere ridotti ed al valore azionario di tornare a crescere.
Il 31 ottobre del 2001 la SEC avviò un procedimento formale contro Enron, facendo crollare il valore per azione sui 10 dollari. Il 15 novembre fu annunciato che l’azienda aveva effettuato pessimi investimenti perdendo decine di miliardi di dollari. Inoltre i titoli di debito venivano declassati a Junk bond (spazzatura). Il 2 dicembre venne invocato il Chapter 11, che equivale all’amministrazione controllata italiana, cercando di risanare parte dei debiti. In poco meno di 11 mesi, la Enron finì sull’orlo del fallimento, mandando in fumo i fondi pensione di più di 20.000 dipendenti, che erano stati usati in gran parte proprio per ripagare i creditori.
Lo scandalo colpì molto gli Stati Uniti, tant’è che nell’estate del 2002 vennero varate svariate leggi, le quali prescrivevano ai top executive aziendali di assumersi la responsabilità dei bilanci dei gruppi dove lavoravano, cercando così di limitare questo tipo di situazioni.