Le obbligazioni-catastrofe o «catastrophe bond», abbreviate con cat bond, sono obbligazioni che svolgono la funzione di trasferire il rischio di un evento catastrofico eccezionale – come un uragano, un terremoto o una pandemia – da un soggetto che li emette ad un altro che viene remunerato per sopportare questo rischio. L’argomento è tornato sulle pagine dei giornali durante la pandemia di Covid-19 per via dei pandemic bond emessi nel 2017 dalla Banca Mondiale (World Bank) tramite il Pandemic Emergency Financing Facility (PEF), meccanismo finanziario volto a fornire fondi aggiuntivi da destinare ai paesi più poveri in caso di epidemie su larga scala.
Questi bond nacquero negli anni Novanta a seguito dell’uragano Andrew (1992) e del terremoto di Northridge (1994). L’abbattersi di catastrofi simili può avere conseguenze rilevanti sui conti di una società di assicurazione operante in quell’area, soprattutto perché la perdita è concentrata nel tempo e nello spazio: vennero dunque emesse le prime assicurazioni per mitigare i rischi di questo tipo.
Il mercato è cresciuto a ritmo di 2 miliardi di nuove sottoscrizioni ogni anno fino alla crisi del 2008. Dopo la crisi, complice anche l’abbassamento dei tassi e quindi la ricerca di rendimenti decorrelati, il ritmo di crescita è schizzato verso l’alto. L’indice Swiss Re CAT Bonds, che raggruppa le principali emissioni di questa categoria, ha addirittura sovraperformato nel periodo 2007-2017 l’indice di mercato azionario globale Msci World.
Oggi il mercato offre una varietà di prodotti molto ampia: ci si può assicurare dal rischio di uragani, tempeste tropicali, allagamenti, ma anche da eventi causati direttamente dall’uomo come guerre, atti di terrorismo e crisi umanitarie e mediche.
Il funzionamento dei cat bond
Dal punto di vista finanziario, i cat bond sono obbligazioni con durata generalmente tra i 3 e i 5 anni, caratterizzate da una bassa correlazione con le altre asset class e da una relativamente bassa volatilità (fattori che ne hanno determinato il successo). La regola che li accomuna è nel payoff, legato come già detto al verificarsi di eventi straordinari.
Una volta comprato lo strumento, l’investitore riceve un interesse (spesso molto rilevante) per tutta la durata del contratto; tuttavia nel caso in cui si verificasse l’evento cosiddetto trigger il capitale (in parte o per intero) non verrebbe restituito. È la gravità dell’evento catastrofico a stabilire le dimensioni della potenziale perdita di capitale per i cat bond esposti all’area geografica in cui esso si è verificato. Le defalcazioni del capitale restituito nei titoli più rischiosi (quelli con esposizione fino al 100%) sono stabilite in modo da avere una perdita graduale: non si perde quindi immediatamente la totalità del capitale, ma sono previsti diversi stage che ricalcano la perdita che l’ente emittente subisce a causa del verificarsi dell’evento.
Chi li sottoscrive?
Questi strumenti, in origine emessi solamente dalle compagnie di assicurazione per protezione dai disastri naturali, oggi vengono rilasciati anche da organismi sovranazionali come la già citata World Bank ed altri enti. Sono acquistati principalmente da investitori istituzionali e professionali come hedge fund, fondi pensione e altre categorie al fine di diversificare gli investimenti. È nata in questi anni, in conseguenza dell’ampliarsi del mercato, tutta una categoria di fondi specializzati proprio in questo tipo di obbligazioni.
La clientela retail, invece, di solito non investe in prodotti di questa tipologia a causa della difficoltà di valutazione dello strumento. Esistono infine anche società specializzate che operano in qualità di arbitri stabilendo se gli eventi trigger sono rispettati o meno, così che si possa passare con certezza alla liquidazione.