Il CETA, Comprehensive Economic and Trade Agreement, è un trattato di libero scambio tra il Canada e l’Unione Europea. I negoziati per la sua sottoscrizione iniziarono il 6 Maggio 2009 a Praga, all’interno di un summit Canada-UE, e si sono conclusi il 1 Agosto del 2014. L’ex Primo Ministro canadese, Stephen Harper, ed il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, presentarono la versione ufficiale dell’accordo il 25 Settembre 2014 a Toronto.
Nonostante una prima resistenza da parte del Parlamento regionale della Vallonia, regione belga di 3,5 milioni di abitanti – lo 0,7% di tutta l’Unione – il trattato viene approvato dal Consiglio dell’Unione Europea ed il 30 Ottobre 2016 viene firmato da Justin Trudeau e Jean-Claude Juncker, nel frattempo subentrati rispettivamente come Primo ministro canadese e Presidente della Commissione, da Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo e dal Premier slovacco Robert Fico. Il 15 Febbraio del 2017 il Parlamento Europeo approva l’accordo, con 408 favorevoli e 254 contrari. Il 21 Settembre 2017, infine, il CETA entra in vigore in via provvisoria.
Che cosa prevede il CETA?
L’accordo nasce con l’obiettivo di facilitare gli scambi, la cooperazione e le opportunità di business tra l’Unione Europea ed il Canada. Ad oggi, l’UE è nel suo complesso, dopo gli Stati Uniti, il più grande esportatore nel Canada, con all’attivo oltre 52 miliardi di dollari. L’UE realizza infatti un surplus commerciale da beni e servizi di oltre 10 miliardi, mentre effettua investimenti diretti in Canada per 249,2 miliardi. In questo senso, il principale effetto del CETA è l’eliminazione per le imprese europee e canadesi del 99% dei dazi (imposte) doganali, un provvedimento che secondo la Commissione europea comporterà un risparmio di 500 milioni per gli esportatori europei. Tra le altre disposizioni previste ci sono la possibilità per le imprese europee e canadesi di partecipare alle rispettive gare di appalto pubbliche, il riconoscimento reciproco di alcune professioni, l’adeguamento del Canada alle norme europee in materia di diritto d’autore e la tutela del marchio di alcuni prodotti agricoli e alimentari tipici. Aree di affari importanti, come sottolineato anche da Lavoce.info, che commenta
Le imprese dell’UE potranno presentare offerte per la fornitura di beni e servizi a livello federale, provinciale e municipale, divenendo le prime imprese non canadesi a poterlo fare. Ciò è importante perché in Canada il mercato provinciale degli appalti pubblici ha un volume doppio rispetto a quello federale. In totale, la pubblica amministrazione canadese acquista beni e servizi per un valore di miliardi di euro ogni anno.
Il Canada tutelerà nello specifico 143 indicazioni geografiche europee (41 italiane, il 28,6%), ossia beni alimentari tipici provenienti da determinate città o regioni europee. L’aceto balsamico di Modena, per essere chiamato tale, dovrà provenire solo ed esclusivamente da Modena.
Una delle maggiori preoccupazioni sorte in concomitanza con l’approvazione del CETA riguarda gli OGM che, secondo i detrattori dell’accordo, verranno importati in Europa a danno dei consumatori. A questo proposito la Commissione europea si esprime molto chiaramente
Il CETA non indebolirà le norme e le regolamentazioni rispettive concernenti la sicurezza degli alimenti, la sicurezza dei prodotti, la protezione dei consumatori, la salute, l’ambiente o la protezione del lavoro. Le merci importate, i prestatori di servizi e gli investitori devono continuare a rispettare i requisiti nazionali, compresi norme e regolamentazioni.
Il rapporto Italia-Canada e il procedimento di ratifica del CETA
L’Italia, dal canto suo, è l’ottavo esportatore nel Canada, terzo fra i paesi UE, grazie ai 3,7 miliardi di euro di export ed ai 2,2 miliardi di surplus commerciale. Affinché l’accordo entri effettivamente in vigore, è necessario che ciascuno dei 38 Parlamenti europei – tra nazionali e regionali – lo approvi a maggioranza. Fino ad ora solo la Danimarca, la Spagna, la Croazia ed il Portogallo lo hanno fatto. Per quanto riguarda l’Italia, Il 27 Settembre la conferenza dei capigruppo al Senato ha deciso, su proposta di Sinistra italiana, di far slittare la ratifica del trattato a data da destinarsi. Il Foglio chiarisce che
Dalla maggioranza invece fanno sapere che il rinvio è dovuto al calendario denso: sono previste votazioni complicate e la discussione come il Def e la legge di Stabilità. Ma in ogni caso, dicono, il Ceta verrà discusso e approvato tra il Def e la Stabilità, al massimo entro la fine dell’anno, in ogni caso prima della fine della legislatura.