È dello scorso 30 gennaio la notizia che Amazon ha sancito una partnership con Berkshire Hathaway e J.P. Morgan per la creazione di un’organizzazione non profit volta a sostenere i propri impiegati tramite piani di assicurazione più convenienti rispetto ai canali convenzionali. Il colosso dell’e-commerce è senza ombra di dubbio una delle società più coinvolte in quello che rappresenta un settore di grande interesse, anche grazie al suo fatturato: quello farmaceutico. Amazon infatti si accinge a lanciare una linea esclusiva (tecnicamente di proprietà della Perrigo, ma a marchio Amazon) di prodotti farmaceutici da banco, creando grande scompiglio tra i leader di mercato, dato che questa mossa scatenerà senza dubbio una guerra sui prezzi. La fiducia e l’autorevolezza che vengono riconosciute ad Amazon dalla propria customer base rappresentano un vantaggio competitivo grazie al quale l’azienda potrebbe non dover affrontare troppa fatica nel farsi largo in questo segmento.
Le strategie per un nuovo mercato
Tuttavia la società con sede a Seattle non è sicuramente la sola ad essere interessata alle potenzialità di questo mercato. Apple e Alphabet (capogruppo di Google) stanno sviluppando progetti e strategie per accaparrarsi a loro volta una grande porzione della torta. Il cammino verso il predetto risultato si compone principalmente di due fasi: la prima prevede un affiancamento al sistema attuale, mentre la seconda punta alla creazione di piattaforme tramite le quali i trattamenti possono essere espletati al paziente.
La prima fase
Alphabet, grazie alle sue controllate DeepMind e Verily, sta subentrando nel mercato ospedaliero britannico con l’obiettivo di ottenere informazioni cliniche preziose e poterle rielaborare tramite la creazione di un algoritmo ad hoc. Più facile a dirsi che a farsi, dato che tali flussi di dati vengono spesso forniti in maniera disordinata e difficile da processare. Al contrario Apple, invece che puntare sui software, rivolge le sue attenzioni sulle tecnologie hardware, tra tutte iPhone e wearable devices. App come Sage Bionetworks stanno sperimentando la possibilità di individuare il Parkinson tramite tremori. Tutto questo incrementa non solo le vendite di prodotti Apple dovute al loro utilizzo da parte delle strutture e degli esperti di settore, ma anche il valore stesso riconosciuto al bene grazie ad innumerevoli funzioni e vantaggi ottenibili.
La seconda fase
La seconda fase, come accennato, prevede la sviluppo di propri canali e piattaforme da parte dei giganti del web per poter offrire ai pazienti servizi mirati. È proprio in quest’ottica che si muove la partnership citata all’inizio tra Amazon, BH e JPM, dato che in molti dubitano che questa si fermi ai confini delle rispettive realtà aziendali. Sempre Alphabet, tramite la controllata Cityblock Health, mira ad offrire un’assistenza sanitaria a casa per cittadini dal reddito medio-basso. Non poteva però mancare Facebook: la società fondata da Zuckerberg sta investendo notevoli risorse per prevenire comportamenti particolarmente gravi dovuti alla depressione, come suicidio e autolesionismo. Per questo ha creato un team interno volto ad analizzare come l’ora di pubblicazione, i colori e i testi utilizzati possano costituire un allarme premonitore. Altro obiettivo è quello di creare un maggior numero di gruppi di discussione per incentivare confronti e creare anche un bacino di utenti per le case farmaceutiche in cerca di persone disposte a test clinici dietro corrispettivo.
La privacy, un problema aperto
Due importanti annotazioni devono essere fatte. La prima è che il settore farmaceutico non è un mondo inesplorato per i web giants: almeno un decennio fa, Google e Microsoft effettuarono diversi tentativi per far adottare le rispettive tecnologie ma senza successo. Tuttavia 10 anni fa smartphone e gli altri device a cui siamo abituati oggi non erano presenti, comportando un serie di difficoltà dovute alla raccolta di dati e la loro successiva elaborazione. Secondo aspetto cruciale è la privacy riguardo dati sensibili come quelli medici: si tratta di un tema estremamente importante legato soprattutto alle critiche rivolte ai colossi del web in merito ad un uso spropositato delle informazioni private che essi raccolgono dai propri utenti. Rimane quindi in dubbio che i pazienti si fidino così facilmente dei servizi offerti dalle diverse piattaforme e strumenti, ma è pur vero che se i vantaggi dovessero essere evidenti questa concessione non sarà poi così difficile.
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