Le cooperative fanno riferimento al nobile appellativo di società di mutuo soccorso. Con mutualità si intende l’aiuto, l’assistenza e il supporto reciproco tra soci, per ottenere un miglioramento complessivo degli standard di vita. Spesso però si trasformano in multinazionali con fatturati da capogiro, abbandonando ogni finalità mutualistica, godendo però di un trattamento fiscale di favore. Le criticità legate al sistema coop sono di tre ordini, il legame con la politica, le valutazioni patrimoniali e la gestione finanziaria.
Il legame con la politica
Il mondo delle cooperative è da sempre legato a quello della politica, soprattutto ai partiti di Sinistra. Secondo i dati del 2015 le donazioni delle cooperative ai partiti ammontavano a 3.206.000 Euro, con l’80% di queste donazioni (2.459.000) indirizzato verso l’area di sinistra.
Gestione finanziaria
Troppo spesso le coop si comportano come banche, senza esserlo. Tutto parte dal prestito sociale. I soci pensano di investire in qualcosa di solido e che i propri risparmi siano gestiti con oculatezza. In realtà il risparmiatore è privo di tutela del salvagente del fondo di garanzia e se ciò non bastasse il suo è anche classificato come credito chirografario (senza privilegio nella ripartizione degli attivi) e così quando una cooperativa fallisce i risparmiatori rimangono senza paracadute. Uno dei tanti casi è stato quello che ha coinvolto Coopca, fallita nel 2015, i cui soci hanno dovuto dire addio a 48 milioni. Le coop si sono inoltre cimentate in diverse occasioni in rischiose operazioni finanziarie, commettendo anche l’errore di non considerare una diversificazione degli investimenti. A riguardo, il caso più eclatante è quello che lega Coop con MPS, caso in cui la gestione finanziaria di basso livello e il legame con la politica sono andati a braccetto. Stiamo parlando di Coop Centro Italia, che ha subito una devastazione patrimoniale a causa dell’investimento in azioni MPS. Si tratta di una perdita certificata di circa 55 milioni, su un patrimonio netto dichiarato di circa 182 milioni.
Valutazioni patrimoniali
Le valutazioni patrimoniali sono cruciali per quanto riguarda le coop, infatti uno dei paletti posti da Bankitalia è quello su l’ammontare del prestito sociale che non può superare tre volte il patrimonio netto. Così valutazioni “generose” dell’attivo possono eludere questo vincolo. Come riporta un articolo pubblicato recentemente su “La Stampa”, paradossale è il caso della catena di controllo Unipol “Risalendo lungo la catena di controllo del gruppo assicurativo i valori in bilancio lievitano fino a quasi cinque volte il valore in Borsa del titolo Unipol e nello stesso bilancio si trovano almeno tre prezzi diversi.” Questi valori gonfiati si portano dietro ingenti perdite latenti, secondo Gianluca Paolucci, Alleanza 3.0 (la più grande coop di consumo italiana) se portasse il valore della partecipazione al prezzo di mercato, dovrebbe registrare in bilancio una perdita di 643 milioni di euro, che sommata ad altre perdite latenti raggiungerebbe il miliardo.