Analisi del primo anno in Italia della piattaforma streaming
Tra le piattaforme che si occupano di trasmettere e raccontare in diretta i grandi eventi e le competizioni sportive del mondo, quest’anno si è guadagnata un posto tutt’altro che marginale DAZN, il servizio di streaming fondato nel 2015 dal gruppo media inglese Perform. Già presente all’estero, in Italia il suo arrivo è avvenuto nello scorso giugno: approfittando dell’uscita di scena di Mediaset Premium, DAZN è riuscita infatti ad assicurarsi (per 600 milioni suddivisi in tre anni) i diritti televisivi per tutte le partite di Serie B e tre match alla settimana per la Serie A.
La piattaforma ha permesso inoltre la visione di altri eventi calcistici svoltisi in Francia, Inghilterra e Spagna, oltre ad un numero importante di altre competizioni sportive.
I risultati ottenuti sono incoraggianti, nonostante qualche problema iniziale e la ricerca di consensi da parte dei telespettatori: la piattaforma, che offre un abbonamento standard mensile a 9.99 euro, ha trasmesso 2600 eventi sportivi, circa 9 al giorno se si considerano i 10 mesi circa di attività in Italia. DAZN ha trovato un largo bacino d’utenza, soprattutto nelle province di Milano, Roma, Napoli, Torino e Brescia (complice la promozione della squadra cittadina in Serie A).
Nelle competizioni più seguite il podio è riservato ai campionati di calcio italiani e alla Liga spagnola; da evidenziare però come la NFL, il campionato statunitense di football americano, e la UFC, serie di incontri di arti marziali mma, siano rispettivamente al quarto ed ottavo posto, segno di come la richiesta di sport differenti dal calcio sia comunque in crescita.
I problemi da risolvere
Il numero uno di DAZN Italia Valeria Diquattro, il cui nome figura tra le 50 donne più influenti del Paese, ha recentemente analizzato i risultati della piattaforma, che, nonostante fosse al primo anno, è riuscita comunque a raggiungere i suoi obiettivi.
Diquattro si è dimostrata inoltre determinata a far crescere il numero di eventi offerti, e soprattutto la qualità in cui essi vengono trasmessi, vero “tallone d’Achille” di DAZN: a settembre infatti non furono poche le polemiche relative al notevole ritardo con cui l’applicazione dell’azienda trasmetteva le azioni di una partita di calcio o di pallavolo. La colpa, secondo gli addetti ai lavori, non è però da attribuire a DAZN, bensì alle scarse infrastrutture digitali presenti nel nostro Paese: questione sottolineata anche nel provvedimento Antitrust nei confronti di Sky (che non avrebbe avvisato i suoi clienti della spartizione delle partite di serie A proprio con DAZN), dove si legge che <il bitrate (indice della quantità di dati trasferiti ai dispositivi nel tempo) è sensibilmente inferiore rispetto agli altri Paesi, con la conseguenza di avere una qualità inferiore dello streaming del contenuto audiovisivo […] il problema quindi non è dipendente dagli investimenti per il miglioramento delle Cdn (reti per la consegna dei contenuti) e dei collegamenti con gli internet provider, ma legata principalmente allo stato delle infrastrutture della rete di accesso>. A sostenere questa tesi anche gli ultimi dati Eurostat, che vedono l’Italia indietro rispetto ad altri paesi europei per qualità della rete Internet e uso di quest’ultimo (in particolare si evidenzia uno scarso sviluppo dell’e-commerce e la sporadica presenza di servizi online forniti dalla pubblica amministrazione).
Situazione apparentemente problematica, ma forse non così tanto: la vicepresidente si è detta fiduciosa sulla questione, confidando soprattutto nelle istituzioni, in particolare nel Governo che si è dimostrato aperto alla conversazione con DAZN e non solo, visto che al tavolo delle trattative si sono sedute anche piattaforme come Netflix, Amazon, Chili e Sky, interessate ovviamente allo sviluppo di quei canali che permetterebbero notevoli vantaggi anche a loro.
Le prospettive per il futuro
DAZN si prepara quindi a concludere questa stagione, per iniziarne una nuova ricca di novità: è previsto infatti un acquisto di nuovi diritti televisivi per 2,2 miliardi di euro per estendere e migliorare il servizio offerto, oltre a lanciare definitivamente il servizio in Spagna dopo qualche mese di prova.
Inoltre, per quanto riguarda l’Italia, la piattaforma dovrà far fronte ad un calo degli abbonamenti per gli eventi calcistici che durante la stagione appena conclusa ha colpito tutti i principali media presenti: di conseguenza gli investimenti non dovrebbero mancare. Certo è che si dovrà aspettare ancora qualche anno per poter godere dello stesso trattamento della Germania: un grande consenso ricevuto e la presenza di infrastrutture digitali idonee hanno permesso a DAZN di trasmettere ben 8000 eventi sportivi, tra cui la Premier League (campionato di calcio inglese), l’NBA e la Formula 1.
Questione di tempo, che dimostrerà se questa nuova piattaforma riuscirà a diventare il canale principale per lo sport in Italia.