Agli Stati Uniti viene spesso associato il fenomeno del consumismo sfrenato: infatti, proprio sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico è nato il modello di società basato sui consumi, che si è esteso poi in forma più contenuta anche in Europa. Senza un reddito di fascia alta, per sostenere tale stile di vita, è necessario indebitarsi. Gli americani ricorrono ai prestiti quasi per tutto, dall’acquisto di beni mobili e immobili come la casa, l’auto e gli elettrodomestici, per i quali il ricorso al finanziamento è un fenomeno abbastanza diffuso anche in Italia, ad altre voci di spesa che invece in Italia sono (bene o male) garantite dal servizio pubblico, come la sanità e l’università. Negli ultimi anni sono cresciuti enormemente soprattutto i debiti contratti dagli studenti per accedere e frequentare le università statunitensi: in questo articolo cerchiamo di capire meglio la questione del debito studentesco.
I costi dell’istruzione negli USA
Le più famose università di Oltreoceano sono un miraggio per tanti studenti italiani ed europei, in molti casi si collocano in cima alle classifiche sugli atenei mondiali e hanno un prestigio ineguagliabile, che consente a chi le frequenta di ottenere ottime posizioni lavorative già a distanza di poco tempo dalla laurea. Non è tutto rose e fiori, però; la questione più spinosa è senza dubbio quella dei costi, che si differenziano molto tra un ateneo e l’altro. Le università più conosciute sono tutte private e appartengono alla stretta cerchia della Ivy League, sono le più care con una retta media annua di 45.370 dollari e anche casi in cui si supera la soglia di 50.000 dollari.
Nemmeno dagli atenei pubblici comunque ci si può aspettare qualcosa di paragonabile all’Italia: infatti, la retta media è di circa 20.000 dollari all’anno. In generale, lo Stato più caro per le tasse universitarie è la Pennsylvania, con una retta media di 35.185 dollari l’anno, mentre il più economico è lo Utah, con 18.180 dollari. L’università più cara di tutte è il Rose-Hulman Institute of Technology, si trova in Indiana e costa 59.113 dollari ogni anno, mentre la più economica è la Catholic Liberal Arts Institution di Wichita in Kansas, che costa solo 3.809 dollari.
Prestiti federali
Certi costi sono sostenibili solo da famiglie molto ricche, che infatti, di generazione in generazione, finiscono per frequentare gli stessi prestigiosi atenei. Le famiglie della classe media invece non si possono permettere di spendere così tanto ogni anno. Per alleviare un po’ gli oneri sono stati varati i cosiddetti Stafford Loans e Perkins Loans, prestiti garantiti dalle istituzioni federali e in particolare dal Department of Education. La possibilità di accedere a questi finanziamenti agevolati è molto limitata da stringenti requisiti di idoneità per gli studenti, basati soprattutto sul merito e sul reddito, e da vincoli significativi sull’ammontare del prestito, che non deve superare un tetto massimo, diverso da uno Stato federale all’altro.
In generale, i prestiti federali si caratterizzano per il fatto che devono iniziare a essere ripagati solo al termine del percorso di studi, una volta trovato lavoro. La frequenza di almeno la metà dei corsi universitari è l’unica condizione prevista per la posticipazione del pagamento. I due finanziamenti agevolati si distinguono principalmente per le caratteristiche del rimborso. Gli studenti che hanno contratto i Perkins Loans, oltre al vantaggio di dover rimborsare solo la quota capitale e non gli interessi, possono beneficiare anche della cancellazione del debito studentensco nel caso trovino impiego nei servizi pubblici o comunque svolgano lavori di pubblica utilità. Gli studenti che sottoscrivono gli Stafford Loans, invece, possono godere solo dell’esenzione dagli interessi sul prestito in caso di basso reddito. Qualora debba essere rimborsata anche la quota interessi, essa sarà comunque decisamente più bassa rispetto a quella di mercato.
La problematica dei prestiti privati
Inoltre esiste la possibilità di ricorrere a prestiti privati, per i quali i pagamenti cominciano sempre al termine del percorso di studi, ma gli interessi iniziano a decorrere dal giorno in cui il finanziamento è stato erogato. Tale quota, che cresce durante gli anni universitari, va ad aumentare l’ammontare complessivo del debito studentesco, generando di fatto l’applicazione di interessi su interessi. Pur trattandosi di una forma di finanziamento poco vantaggiosa, essa rappresenta la quota maggiore dei debiti universitari.
A partire dagli anni ’80, infatti, sono cresciuti molto sia gli studenti dei college americani che le rette da pagare. Quindi, di pari passo, è aumentata anche la richiesta di fondi. Dall’altro lato, gli stringenti limiti all’ammontare dei prestiti federali hanno reso necessario, per gli studenti degli atenei più costosi, ricorrere anche a finanziamenti privati; negli ultimi anni, i tagli di bilancio alle spese in istruzione hanno comportato un progressivo aumento della quota di prestiti non agevolati.
L’ammontare del debito studentesco
A partire dal 2006 l’indebitamento complessivo degli studenti universitari americani è cresciuto molto rapidamente, al ritmo di circa 100 miliardi all’anno, dai 480 miliardi di inizio 2006 ai 1490 miliardi di fine 2017. In totale sono 44,2 milioni (il 13% della popolazione) gli statunitensi che hanno in essere un debito studentesco verso enti pubblici o privati, con un ammontare medio di 39.400 dollari. I debiti contratti per finanziare gli studi negli States sono secondi in ordine di grandezza solo a quelli finalizzati all’acquisto della casa e rappresentano il 7,5% del PIL. Secondo i dati riportati dal portale Student Loan Hero il tasso di insolvenza ammonta all’11,2%, e da un’inchiesta del Wall Street Journal risulta che, solo nel terzo trimestre del 2017, 5 milioni di statunitensi sono andati in default (ovvero non hanno pagato una rata per almeno 12 mesi).
Il problema è grande e molto percepito dalla popolazione, poiché spesso chi contrae questi debiti se li porta dietro per il resto della vita. Si sono diffusi i movimenti e le manifestazioni per richiedere la cancellazione almeno della quota di debito federale. A livello governativo, però, tutto tace. L’amministrazione Trump ha addirittura bloccato alcuni programmi, avviati da Obama, finalizzati ad alleggerire il debito studentesco. Una minima risposta è arrivata solo dallo Stato del Kansas, che pagherà una parte del debito universitario ai neolaureati di altri Stati che vi si trasferiscono.
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