Nella recente letteratura economica e finanziaria si è sviluppato il concetto di behavioural, traducibile in comportamentale. Esso nasce dalla presa di coscienza di come il paradigma neoclassico, seppur matematicamente formalizzato ed elegante, il più delle volte non riflette la realtà. Economie di scala, concorrenza imperfetta, assenza di perfetta informazione ed irrazionalità emotiva sono fattori chiave nel contesto economico.
Il Calendar Effect
Per Calendar Effect si intende quella distorsione nei valori di Borsa che si verifica in prossimità o durante certe date o periodi. Per definizione, ciò non è in linea con la teoria neoclassica di razionalità economica. In ambito accademico vi sono pareri contrastanti in materia, tra i teorici tradizionali e quelli comportamentali, sopratutto per quando riguarda l’analisi econometrica (livelli di significatività, procedure etc…).
In ambito economico esistono diversi modelli teorici legati al Calendar Effect, che tentano di spiegare le distorsioni del mercato finanziario in determinati periodi. Fra questi i principali sono la Presidential Election Cycle Theory, il Congressional Effect, il January Effect, il Sell in May and Go Away, il September Effect, il Mark Twain Effect ed il Santa Claus Rally.
Presidential Election Cycle Theory (fonte: Investopedia)
Secondo la teoria del Presidential Election Cycle le Borse americane presentano valori sottostimati l’anno successivo all’elezione di un nuovo Presidente, per poi riprendersi negli anni successivi fino alle nuove elezioni (si parla infatti di ciclo). Questa teoria, tuttavia, si è tradotta nella realtà solo per la prima metà del ‘900.
Congressional Effect (fonte: Wikipedia)
Secondo il Congressional Effect i valori di Borsa diventano più alti quando il Congresso statunitense non è in seduta rispetto a quando lo è.
January Effect (fonte: Investopedia)
Secondo il January Effect i valori di Borsa sono in media più alti nel mese di gennaio, per diverse ragioni: fiscali, finanziarie o psicologiche.
Sell in May and Go Away (fonte: Investopedia)
Secondo il Sell in May and Go Away molti investitori credono che il mercato azionario performi meglio tra novembre ed aprile, quindi disinveste a fine aprile/inizio maggio per poi ricomprare a novembre. Tra il 1950 e il 2013 il DJIA (Dow Jones Industrial Average) ha avuto un rendimento medio dello 0,3% nel periodo maggio-ottobre e del 7,5% nel periodo novembre-aprile.
September Effect (fonte: Investopedia)
Secondo il September Effect, a settembre si osservano valori di Borsa inferiori alla media dell’anno. Tra le ragioni teorizzate vi è la liquidazione di titoli per coprire le spese scolastiche (in particolare negli USA dove le scuole sono molto costose).
Mark Twain Effect (fonte: Wikipedia)
Secondo il Mark Twain Effect nel mese di ottobre si verificano diminuzioni dei valori di Borsa. Questo, probabilmente, è dovuto per intero a fattori psicologici. Nel mese di ottobre, infatti, si sono verificati alcuni dei più grandi shock economici della Storia.
Santa Claus Rally (fonte: Investopedia)
Secondo l’effetto detto Santa Claus Rally i valori di Borsa tendono ad alzarsi tra l’ultima settimana di dicembre ed i primi giorni di gennaio. Le ragioni possono essere fiscali, psicologiche o tecniche. Queste ultime sono legate al fatto che gli investitori istituzionali vanno in vacanza nel periodo natalizio, lasciando il mercato in mano ai retail, tendenzialmente più ottimisti.
Gli effetti delle dichiarazioni politiche nel mercato finanziario
Quando un policy-maker afferma qualcosa ciò ha un diretto impatto sul mercato finanziario e sull’economia in generale. Tra mercato e politica vi è infatti uno stretto legame che rende entrambi dipendenti l’uno dall’altro. Questo legame è stato studiato per anni, sia per quanto riguarda l’economia (nel senso di economics) che la finanza.
Sull’impatto delle dichiarazioni politiche nel mercato finanziario e quello reale si basa il principio della credibilità delle politiche economiche, in particolare quelle monetarie e fiscali. La credibilità delle politiche gioca un ruolo fondamentale nella creazione di aspettative negli investitori e, quindi, di una situazione favorevole per il mercato.
Il caso Volfefe Index
A settembre 2019 alcuni analisti di JPMorgan hanno modellizzato un indice che descrive la relazione tra i tweet del Presidente Trump ed il rendimento dei bond americani (fonte: Bloomberg). Questa relazione è stata definita statisticamente significativa, ovvero il modello teorico è in linea con i dati empirici. Gli analisti di JPMorgan hanno dimostrato che il Volfefe Index, l’indice che prende il nome da un misterioso tweet di Trump del maggio 2017, sostiene in buona parte la volatilità implicita dei rendimenti.
Whatever It Takes
Quando l’ex Presidente della BCE, Mario Draghi, fece il suo famoso discorso, nel 2012, aveva come obiettivo quello di indirizzare la credibilità dell’euro verso la direzione giusta. Draghi, essendo un uomo del settore, conosceva bene l’impatto che le dichiarazioni di un personaggio del suo calibro e reputazione avrebbero avuto sul mercato.
Dopo il discorso di Draghi i titoli di Stato europei hanno visto una riduzione dei rendimenti, dovuti alle politiche monetarie espansive della BCE. Ciò che ha garantito il successo di queste politiche, anche se molti analisti nutrono dubbi per quanto riguarda l’impatto sull’economia reale (la maggior parte della liquidità è rimasta alla banche), è stata la credibilità e la reputazione di un economista come Draghi e di un istituto indipendente dalla politica come la BCE.
Il governo Conte I e lo spread
Nel governo Conte I si sono osservati livelli di spread costantemente alti, dovuti più alle continue dichiarazioni da parte dell’esecutivo che a reali indicatori economici. Ciò dimostra come i mercati non siano pienamente efficienti né razionali.