Nel secondo decennio del XXI secolo le banche italiane ed internazionali hanno ridotto di molto il personale delle loro filiali locali, al fine di ridurre i costi. La stampa italiana si è focalizzata soprattutto sull’impatto negativo di questi esuberi. Tuttavia queste minori spese portano anche maggiori vantaggi per i risparmiatori.
Licenziamenti nel comparto bancario italiano
Negli ultimi anni le principali banche italiane hanno effettuato un’incisiva riorganizzazione delle loro filiali locali e ciò ha portato alla chiusura di numerosi centri locali ed a cospicui licenziamenti. Tra il 2009 ed il 2018 sono state chiuse 11.500 filiali in Italia (fonte: il Sole24Ore), causando una riduzione complessiva del 25% del numero di sportelli e del 18% del numero di impiegati (fonte: finanza.com). Il calo maggiore si è riscontrato in Unicredit dove il personale si è ridotto del 45% passando da 178.000 unità del 2008 alle 82.000 del 2019 (fonte: finanza.com).
La digitalizzazione
Il taglio del personale nelle banche è dovuto alla sempre maggiore digitalizzazione dei servizi bancari. I primi a subire questo processo sono stati i prodotti inerenti alla gestione della liquidità (es. bonifici, Prelievi, pagamenti …), dove le banche hanno applicato tariffe diverse sulla base delle modalità di fruizione.
Il nuovo trend consiste nella digitalizzazione dei servizi d’investimento e per la raccolta fondi. Infatti, non solo i conti correnti si possono gestire interamente via internet ma è anche possibile chiedere mutui e prestiti tramite canali online. Questa ulteriore spinta alla digitalizzazione ha portato alla nascita di realtà finanziarie che operano interamente online e riescono ad offrire tassi vantaggiosi sia ai risparmiatori che ai debitori.
I bassi interessi per i correntisti
I correntisti hanno sempre ricevuto interessi molto bassi per i loro depositi bancari e al momento si parla perfino di farli pagare. Ultimamente questi bassi interessi sono stati principalmente causati dai bassi tassi d’interesse applicati dalla Banca centrale europea, ma questa non e’ l’unica ragione. Infatti l’elevata concentrazione del comparto bancario (i primi 3 istituti rappresentano il 50% del mercato dei servizi bancari italiani) e i loro elevati costi fissi sono da considerare tra le piu’ importanti cause di questa bassa redditività. La nascita di numerose piattaforme che presentano soluzioni alternative ai depositi bancari porterà ad una maggiore competizione nel comparto e a maggiori benefici per i risparmiatori
A seguire verranno comparate alcune piattaforme finanziarie digitali rispetto ad una banca tradizionale
Illimity Bank
Banca interamente digitale senza sportelli, fondata nel 2018 da Corrado Passera focalizzata sui prestiti a piccole e medie imprese e sull’acquisto di crediti deteriorati.
Mogo
Istituto di credito lettone che opera solo per via digitale focalizzato nei crediti al consumo e per l’acquisto d’auto. È possibile investire in questo istituto finanziario attraverso la piattaforma Mintos (Leader europeo nel crowdlending). La società garantisce i prestiti che propone nella piattaforma.
Twino
Istituto di credito lettone interamente digitale focalizzato nei crediti al consumo. La piattaforma è indipendente ed è possibile investire nei suoi prestiti attraverso il suo sito. La società garantisce per i prestiti che propone nella piattaforma.
Unicredit
È il principale istituto bancario italiano con 82.000 dipendenti e 3752 uffici in tutt’Italia.
Rendimenti per gli investitori e rischi
I rendimenti offerti dalle piattaforme digitali sono molto più alti rispetto a quelli delle banche tradizionali. Infatti, al momento, sui conti vincolati Unicredit offre lo 0,03% di interesse mentre Illimity bank offre fino al 3,25% e le piattaforme interamente digitali lituane (MOGO e TWINO) offrono addirittura l’11,5% ed il 12% su base annuale. Tuttavia, le piattaforme digitali tendono ad essere più rischiose per diverse ragioni tra cui:
- I pochi anni di esperienza (Unicredit è nata nel 1998, mentre le altre dopo il 2012)
- La minore dimensione (Secondo i bilanci 2018 e semestrali 2019, Unicredit è una banca sistemica con 832M milardi in gestione, Illimity gestisce circa un miliardo di euro e le altre piattaforme 195m€ e 54m€ )
- Minore regolamentazione
La maggiore redditività non deriva però soltanto dalla maggiore rischiosità di queste aziende ma, soprattutto, da una minore incidenza dei costi amministrativi rispetto al fatturato ( a fine 2018, Mogo 45% e Twino 15% contro il 62% di Unicredit).