Le origini
Bernard Charles Ecclestone, conosciuto come Bernie Ecclestone, nasce il 28 Ottobre del 1930 a St Peter South Elmham, un piccolo paese del sud-est dell’Inghilterra. Le condizioni in cui cresce sono molto modeste, è un’epoca a cavallo tra i due conflitti bellici e l’unica fonte di reddito della famiglia è il lavoro di pescatore del padre. Il giovane Bernie Ecclestone non ama molto stare sui libri, tanto che a 16 anni lascia la scuola per diventare assistente di laboratorio in un impianto di estrazione del gas. Bernie, però, è un appassionato di motori, sia a due che a quattro ruote. Inizia quindi a lavorare come venditore di motocicli usati alla Harcourt Motor Cycles, ma è qualche anno più tardi che comincia a maturare l’intraprendenza negli affari che lo porterà al successo. Frederick Compton della Compton & Fuller è un rivenditore di auto molto noto e stimato a Bexleyheath, cittadina non lontana da Londra. Bernie, che ha solo 18 anni, riesce a convincerlo ad affittargli il cortile esterno della concessionaria, uno spazio che utilizzerà per rivendere motocicli. La nascita della cultura rock, il mito di James Dean e della moto come simbolo di ribellione faranno andar bene le vendite, tanto che tre anni più tardi la Compton & Fuller diventa Compton & Ecclestone. Bernie entra così nel mondo dei motori.
Dagli anni ’70 ad oggi, 40 anni di dominio
Dopo aver, senza successo, tentato la carriera da pilota, Bernie Ecclestone nel 1957 lavora come agente di Stuart Lewis-Evans ed in seguito di Jochen Rindt. Le sorti dei due piloti saranno però tragiche, il primo perde la vita il 19 Ottobre del 1958 durante il gran premio marocchino di Casablanca, mentre il secondo nel 1970 a Monza, a causa di un impatto mortale contro il guard rail. Rindt, che fino a quel momento aveva totalizzato cinque vittorie, al termine della competizione diventa il primo ed unico Campione del Mondo postumo. La Formula 1 è a quei tempi agli albori e gli standard di sicurezza sono molto poco stringenti. Dal 1953 al 1974 gli incidenti mortali sono 23, più di uno all’anno. Nel 1971 Ecclestone rileva per 100mila sterline la Brabham, scuderia che prende il nome da Jack Brabham, al tempo stesso proprietario e pilota automobilistico della società, vincitore fino ad allora di due Mondiali piloti e due Mondiali costruttori. La rivalità di quegli anni è però principalmente tra McLaren, che si aggiudica la maggior parte dei Mondiali piloti, e Ferrari, per ben 6 volte vincitrice del Mondiale costruttori. Nonostante questo, la Brabham riesce a spuntarla nel 1981 e nel 1983.
Nel 1974 Ecclestone, insieme a Frank Williams, Colin Chapman, Teddy Mayer, Ken Tyrrell e Max Mosley fonda la Formula One Constructors Association (FOCA). Le scuderie decidono quindi di associarsi, nel tentativo di formare una voce univoca attraverso la quale trarre benefici comuni, cioè maggiori guadagni. Nel 1978 Bernie diventa Chief Executive della FOCA ed è su queste basi che imposta le negoziazioni con la FIA – Fédération Internationale de l’Automobile – l’organismo normativo della Formula 1. Il 19 Gennaio 1981, dopo tredici ore di trattative, la FIA e la FOCA firmano a Parigi il Concorde Agreement: le scuderie si impegnano a gareggiare ad ogni gran premio, in cambio ottengono il diritto di negoziazione sui proventi televisivi della Formula 1. La Formula One Promotions and Administration infatti, società fondata dallo stesso Ecclestone, è l’azienda che amministra i diritti televisivi delle scuderie. Diritti televisivi che danno luogo ad una distribuzione dei proventi per il 23% alla società di Ecclestone, per il 47% alle scuderie e il per il 30% alla FIA. Da questo momento in poi la struttura societaria di Ecclestone comincia a complicarsi, la Formula One Promotions and Administrations è controllata dalla Formula One Holdings, che a sua volta è detenuta dalla SLEC Holdings, che è parte della Alpha Prema UK Ltd, che a sua volta è ricompresa Delta Topco Ltd.
Nel frattempo si susseguono una serie di passaggi di proprietà. La Kirch Media Company acquista il 75% della SLEC Holdings, ma nel giro di breve tempo dichiara bancarotta, così subentrano Bayerische Landesbank, Lehman Brothers e JP Morgan Chase, banche creditrici di Kirch Group. Si arriva così al 2006, quando CVC Capital Partners, società che possiede anche Samsonite e l’azienda di scommesse Sisal, acquista il 75% di Alpha Topco, controllando così i diritti finanziari e commerciali della Formula 1. Ecclestone diventa socio di minoranza ma, di fatto, resta al comando. Infine, il 23 Gennaio 2017, Liberty Media, società americana di mass media, acquista le azioni di CVC Capital Partners per 4,4 miliardi di dollari. Per Ecclestone, questa volta, è il capolinea.
L’eredità di Ecclestone
Secondo Chase Carey, subentrato al posto di Ecclestone
Bernie ha costruito una realtà da miliardi di dollari, ma negli ultimi 5-6 anni la F1 è stata un mondo chiuso, che non ha sfruttato il suo valore. Oggi devi fare marketing, devi capire come essere competitivo, devi intercettare l’universo digitale: ecco, ci manca questa capacità.
Non si fanno attendere però gli elogi. Come quello di Zak Brown, direttore esecutivo della McLaren
La Formula 1 non sarebbe la potenza sportiva internazionale che è oggi senza l’enorme contributo reso nell’ultimo mezzo secolo da Bernie Ecclestone.
La Formula 1 odierna è infatti molto diversa da quella che era 43 anni fa, dal punto di vista tecnico-ingegneristico ma anche da quello commerciale. Oggi si tratta una manifestazione globale che ha eguali solo nel Campionato del mondo di calcio e nelle Olimpiadi. Mentre nel 1974, prima che Ecclestone ne prendesse le redini, vi erano solo 15 gare di cui solo cinque al di fuori del continente europeo, oggi sono 20 di cui 11 extraeuropee, con tutti gli introiti che ne conseguono. Questa realtà è soprattutto merito di Bernie Ecclestone.