Come insegna l’economia comportamentale, quando si va a fare la spesa, molto spesso il posizionamento dei prodotti negli scaffali condiziona non poco gli acquisti. Ad esempio, trovare un prodotto ad altezza vista incentiva ad acquistarlo. Dinamiche del genere, che possono essere adottate sia da imprese private che da istituzioni, incidono sull’architettura cognitiva delle scelte del pubblico e possono incentivarlo a prendere certe decisioni. Gli studiosi Richard Thaler e Cass Sunstein, nel loro libro del 2008, hanno battezzato questo tipo di strategie con la parola nudge, in italiano gomitata. Con questo termine si vuole alludere al concetto di spinta gentile, collegata all’immagine dei colpetti amichevoli di gomito alla vista di qualcosa che interessa.
La Teoria dei Nudge
Alla base della Teoria dei Nudge vi è il fatto che le persone commettono ogni giorno scelte non ragionate, d’impulso ed in particolare per abitudine. Oltre che nella vita di tutti i giorni, usare strategie nudge può rivelarsi un’arma determinante per combattere la pandemia da COVID-19 che sta mettendo in ginocchio gran parte del globo. Infatti, fare ricorso ad esse può spingere i cittadini, senza forzarli, a compiere delle scelte migliori per la comunità. Ad esempio, si può fare in modo che i consumatori acquistino in quantità maggiori beni abbondanti e meno di quelli che scarseggiano di più.
Pungolare i comportamenti corretti
Per la sconfitta del coronavirus la scoperta di nuovi farmaci o di un vaccino è una speranza abbastanza remota. Infatti questo tipo di micro-organismi, i virus, sono caratterizzati da mutazioni molto frequenti, quindi un farmaco efficace in un momento può diventare quasi inutile non molto tempo dopo. Fermare l’epidemia, quindi, dipende soprattutto dalle misure dei governi e dai comportamenti delle masse. Per ridurre il contagio nella speranza di fermarlo l’unico modo è ridurre il più possibile i contatti sociali.
Le abitudini sono guidate dalla parte più intuitiva della mente, il così detto Sistema 1, perciò non possono essere modificate con facilità ragionando. Per farlo, secondo la Teoria dei Nudge, è necessario usare degli strumenti detti pungoli. Per pungolo si intende un segnale ripetuto, in grado di condizionare, soprattutto a livello inconscio, le scelte quotidiane. L’Irlanda ha sin da subito applicato la Teoria dei Nudge per affrontare il coronavirus, tappezzando le entrate dei propri ospedali con moltissimi cartelli di stop che incentivavano a lavarsi le mani una volta all’interno. La strategia ha avuto un grande successo, aumentando la cautela tenuta dai visitatori degli stabilimenti ospedalieri da un giorno all’altro.
Incoraggiare la quarantena
L’isolamento che sempre più persone nel mondo stanno vivendo può portare ad effetti negativi nel medio termine se affrontato in modo sbagliato. Rinunciare alla propria libertà è difficile, perciò è compito delle istituzioni mettere in atto meccanismi di rete sociale per rendere il periodo di quarantena più vivibile. Infatti, se gli individui percepissero la quarantena come una mera imposizione sempre più persone sarebbero spinte a violarla.
Secondo l’effetto detto Ancoraggio, le persone si legano alle prime informazioni ricevute. Dichiarare una chiusura delle attività per un determinato periodo e prolungarne poi la durata, per questo, potrebbe risultare deleterio. Gli individui sarebbero infatti ancorati alle prime promesse, vivendo così con maggiore negatività l’estensione dell’isolamento. Perciò in un contesto simile la psicologia di massa si trova in una situazione di straordinaria fragilità.
Un contagio benigno per sconfiggere la pandemia
Moltissimi esperimenti condotti sulla Teoria dei Giochi confermano come i soggetti siano portati a cooperare di più quando c’è una comunicazione trasparente. Comunicare aiuta le persone ad acquisire informazioni sugli altri e, quindi, ad eliminare parte del velo d’incertezza che si ha nei confronti di un ipotetico sconosciuto. Se gli individui sono più in contatto fra loro si crea un maggiore senso di comunità, rendendo le persone più disposte a cooperare. Quando gli agenti si sentono parte di un insieme collettivo difficilmente agiranno in contro tendenza. Infatti, il senso di appartenenza ad un gruppo genera un sentimento di responsabilità nei confronti degli altri.
La fiducia come bene pubblico
Secondo la Teoria dei Nudge, i pungoli sono utili soltanto se riescono effettivamente a modellare i comportamenti come desiderato. Nel caso della guerra al coronavirus, la loro efficacia è alta quando le persone ripongono fiducia nelle istituzioni e nelle loro indicazioni. Per raggiungere tale scopo gli Stati dovrebbero riuscire a far sentire i cittadini partecipi delle misure di contenimento e non oggetto di esse.