Hong Kong è una regione amministrativa speciale (Special Administrative Region/SAR) cinese. Si trova a Sud della Cina ed ha circa 7.2 milioni di abitanti. Dal 1 luglio 2017 è amministrata da Carrie Lam, prima donna a ricoprire l’incarico di Capo Esecutivo. Le posizioni della governatirice sono considerate molto vicine al governo di Pechino.
Hong Kong è considerata una business city, infatti oltre al cinese tra le lingue ufficiali figura l’inglese, ed inoltre gode di un livello d’indipendenza che la rende di fatto una Città-Stato. Dal punto di vista demografico più di metà della popolazione ha tra i 15 ed i 54 anni, facendone una città molto giovane. Come in tutti i paesi sviluppati, tuttavia, il tasso di natalità è basso (1.2) e l’aspettativa di vita alta (83.1 anni, tra le più alte al mondo).
L’ordinamento economico
L’economia di Hong Kong si basa quasi per intero sul settore terziario (93% del PIL). La città è infatti una delle piazze finanziarie più importanti al mondo: secondo il Global Financial Centres Index (GFCI, marzo 2019) si classifica terza, dietro solo a New York e Londra.
Secondo l’Index of Economic Freedom, Hong Kong non ha rivali in quanto a libertà economica. La valuta nazionale è il Dollaro di Hong Kong, strettamente legato allo USD tramite un cambio fisso con bande di oscillazione (simile al vecchio SME).
La politica economica
Hong Kong non pratica imposte sulle importazioni con l’eccezione di alcool, tabacco e petrolio. La città si trova in una situazione di eccesso di domanda di proprietà immobiliari, che ne ha causato l’aumento del prezzo: l’offerta è infatti limitata dalla piccole dimensioni territoriali, che hanno obbligato la città a svilupparsi verticalmente, ma non a sufficienza dato che gli strati più poveri della società faticano a trovare soluzioni residenziali adeguate al loro reddito. Alcuni analisti credono infatti che stia per scoppiare una bolla immobiliare, dato che dal 2009 la variazione del prezzo delle abitazioni è cresciuta più di quella del PIL (infoMercatiEsteri).
Ad Hong Kong non ci sono tasse sul valore aggiunto, le uniche imposte indirette sono quella di bollo e le accise. L’imposta sui redditi d’impresa ammonta al 16.5%. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze (Financial Secretary), Paul Chan, presentando il budget per il biennio 2019-2020 ha indirizzato la politica economica su tre obiettivi: sostegno alle imprese, salvaguardia dell’occupazione e rafforzamento del welfare per le fasce più deboli. Infatti circa la metà delle spese correnti verranno stanziate per edilizia, sistema sanitario ed assistenza sociale.
Il legame con la Cina
La Cina è il principale partner commerciale di Hong Kong, quindi vi è una concreta dipendenza economica dal “Dragone Rosso” e dalle sue politiche. Questo in particolare nell’attuale contesto di guerra commerciale fra Washington e Pechino. A causa dei dazi Hong Kong nel 2019 ha registrato un rallentamento della crescita (+0,6%), con una flessione del 5,4% delle esportazioni. Gli investimenti fissi lordi sono diminuiti del 12,1% ed i consumi si sono ridotti circa dell’1%.
Per il triennio 2016-’17-’18 la Cina risulta essere sia il primo importatore che la prima destinazione per l’export di Hong Kong. Le principali merci scambiate (sia in entrata che in uscita dal Paese) sono computer ed apparecchiature elettroniche.
Investimenti in entrata e in uscita
Per quanto riguarda gli investimenti, se analizzati per stock, risultano essere diretti verso le Isole Vergini Britanniche nel 2015 (Cina al secondo posto) e verso la Cina nel 2016 e nel 2017 (Isole Vergini al secondo posto), con le Isole Cayman al terzo posto per tutti gli anni. Gli investimenti diretti ad Hong Kong, invece, vengono da Isole Vergini, Cina e Cayman rispettivamente al 1°, 2° e 3° posto per tutto il triennio 2015-2017. Gli investimenti riguardano principalmente attività immobiliari e commercio.
In generale gli investimenti vengono incentivati dal quadro fiscale favorevole e dall’indipendenza della magistratura locale. La Cina è anche un paese fondamentale per l’industria turistica locale. Nel 2001 i turisti cinesi ad Hong Kong sono stati circa 4 milioni, nel 2014 hanno superato i 47 milioni.
La presenza cinese si fa sentire anche nella Borsa di Hong Kong. Circa metà delle imprese quotate sono cinesi e quasi i 2/3 della capitalizzazione dell’Hong Kong Stock Exchange è frutto di società cinesi. I residenti della SAR possono anche detenere conti correnti nella valuta di Pechino.