L’economia è la scienza che studia come allocare al meglio risorse limitate. Il termine inglese per indicare la disciplina è economics, al plurale, non economy, parola che invece indica un’economia in particolare, ad esempio quella di uno Stato. In Italia si lega spesso il corso di laurea in economia alla professione del commercialista, del banchiere, del consulente finanziario e del manager. Niente di più sbagliato: queste professioni hanno poco a che fare con il vero lavoro dell’economista puro, che opera nella ricerca accademica, nelle Banche Centrali, nei Ministeri e nelle organizzazioni internazionali.
I corsi in Economia pura in Italia sono davvero pochi ed il numero di studenti è modesto: i più popolari sono Economia e Commercio, orientato ad una formazione generica, ed Economia Aziendale, un misto tra i corsi di business ed accounting che si possono trovare all’estero. La formazione dell’economista si basa sui concetti di concorrenza perfetta, asimmetria informativa e razionalità. Tali principi rendono più semplice la modellizzazione delle teorie ma rischiano di allontanarle troppo dalla realtà.
L’egoismo degli economisti
Alcune ricerche mostrano come quelli che hanno una formazione economica sono di solito più egoisti rispetto agli altri. Ciò può essere ricondotto proprio al piano di studi tradizionale. Per tutta l’esperienza universitaria, infatti, lo studente di economia familiarizza con i concetti di massimizzazione dell’utilità, dell’asimmetria informativa, della teoria dei giochi e molti altri. Questi concetti insegnano agli studenti a non fidarsi del prossimo ed a fare sempre i propri interessi.
Gli studi sull’egoismo degli economisti
Robert Frank, Thomas Gilovich e Dennis Regan della Cornell University pubblicarono uno studio nel 1993 sul comportamento degli studenti in un contesto simile a quello del dilemma del prigioniero. Il dilemma del prigioniero consiste in due persone arrestate ed interrogate separatamente. Se solo uno dei due parla, accusando l’altro, quello sarà liberato e l’altro condannato a 10 anni di carcere. Se parlano entrambi saranno condannati tutti e due a 5 anni di reclusione. Se nessuno parla saranno condannati a solo un anno in cella. Frank, Gilovich e Regan hanno provato a porre il dilemma del pringioniero come quesito agli studenti, che dovevano immaginare di essere uno dei due sotto interrogatorio. Il 60,4% di chi studiava economia ha parlato, tradendo l’ipotetico compagno, contro solo il 38,8% degli altri.
Possibili spiegazioni
Tra le ragioni dell’egoismo degli economisti vi è la formazione accademica ma anche il sesso gioca un ruolo primario. I dipartimenti di economia, infatti, sono più frequentati dagli uomini che dalle donne ed i maschi tendono ad essere meno cooperativi rispetto alle femmine. Nello studio di Frank et al. (1993) si stima che gli uomini che parleranno tradendo il loro compagno nel dilemma del prigioniero sono del 24% superiori alle donne.
La Harvard Business School ha iniziato a proporre corsi di etica ed il professor Adam Grant della Wharton propone di inserire nei curricula accademici corsi di behavioral economics, psicologia e sociologia per favorire la cooperazione e l’altrusimo. Grant cita il premio Nobel Amartya Sen che scrisse:
<<L’economista ideale è socialmente inetto>>.