Singapore è una delle poche città-stato esistenti al mondo. Con un tasso di crescita del 2% ed un tasso di disoccupazione praticamente nullo (2,1%), è oggi considerata la nazione più ricca dell’Asia.
Uno sguardo al passato
Qualche decennio fa la situazione a Singapore era ben diversa da quella appena descritta, si potrebbe dire diametralmente opposta. Singapore era povera, non aveva risorse naturali e non era autosufficiente nemmeno in termini di cibo ed acqua.
Non solo, aveva un sistema legislativo debole, la popolazione non era istruita, la corruzione era dilagante, gli stipendi erano infimi. Singapore non aveva praticamente nulla: non un esercito, non acqua potabile, nessuna materia prima e nessuna infrastruttura decente. Inoltre, possedeva una popolazione non omogenea ed analfabeta.
Tuttavia, dagli anni ’60 in poi, Singapore ha attraversato una radicale trasformazione sotto la guida di Lee Kuan Yew. Primo ministro che governò dal 1959 al 1990, si potrebbe definire l’uomo che ha forgiato la Singapore moderna e a cui si deve il cambiamento e la crescita economica di questo Paese.
Lee capì che, al fine di raggiungere lo sviluppo economico, Singapore aveva bisogno da una parte di aprirsi verso il libero mercato ed attrarre capitali e professionisti, e dall’altra dell’intervento statale.
Dunque, a questo proposito, investì sulla collaborazione pubblico-privato, approvò dure norme contro la corruzione e lanciò un’ambiziosa riforma urbanistica, imponendo l’integrazione multiculturale nel tentativo di creare un’identità nazionale singaporiana.
Risultato? Il PIL pro capite è salito alle stelle, del 2800% in 26 anni.
Singapore oggi: l’economia
L’economia nazionale, seppur in fase di relativo rallentamento, oggi gode di buona salute, con una costante crescita di circa il 2%. Essendo uno stato di piccole dimensioni e privo di materie prime, Singapore ha creato un’economia della conoscenza, orientata verso i settori a più alto valore aggiunto.
Uno dei pilastri che supporta questo tipo di economia è sicuramente l’istruzione. La popolazione singaporiana vanta di un elevato grado di formazione e, di conseguenza, costituisce un bacino di manodopera altamente qualificata per le aziende locali.
Inoltre, Singapore offre incentivi sulla ricerca e sviluppo e svariati prestiti speciali al fine di incoraggiare gli operatori locali ad investire in determinati settori sensibili o in particolari tecniche produttive, quali l’automazione o produzioni ad alto contenuto innovativo.
Questo, insieme alla presenza di un sistema amministrativo e fiscale tra i più efficienti, ha favorito di riflesso anche gli investimenti esteri. Questi ultimi sono stati accolti favorevolmente da Singapore che, al fine di agevolare l’imprenditorialità, ha istituito l’EntrePass, un visto che consente agli stranieri di creare la loro impresa nella città-stato secondo determinate condizioni. Tuttavia, alcuni settori sono stati esclusi dall’Entrepass, infatti vengono anteposte le aziende che promuovono l’innovazione.
I settori trainanti
L’economia singaporiana è famosa primariamente per essere all’avanguardia per quanto concerne le tecnologie, è infatti il centro nevralgico per l’intera area asiatica nei settori ad alto valore aggiunto come le biotecnologie, la chimica farmaceutica e l’elettronica avanzata.
Al fine di offrire servizi specializzati, Singapore incoraggia gli investimenti stranieri che sono in grado di apportare nuova conoscenza, investe nella ricerca scientifica e sostiene economicamente le startup innovative.
Possiede, inoltre, una posizione preminente in termini di ricerca e sviluppo nel campo del trattamento delle energie pulite, del trattamento delle acque reflue, della sostenibilità nel settore energetico e chimico, dell’efficienza energetica e delle riduzioni delle emissioni di carbonio.
Inoltre, Singapore sfrutta al meglio la sua posizione strategica, puntando sul settore del trasporto e del magazzinaggio. La città-stato è un centro nevralgico di trasporti: l’aeroporto Changi di Singapore è diventato un enorme snodo di trasporti, mentre il porto è tra i primi al mondo per flusso di navi e movimentazione di carichi.
Per quanto riguarda invece il magazzinaggio, le cosiddette ‘’Free Trade Zones’’ hanno reso molto conveniente per gli altri paesi optare per Singapore. Le Free Trade Zones sono siti presso cui vige una esenzione dai dazi di importazione, in cui è possibile stoccare la propria merce per la riesportazione nell’area e/o per la vendita di terzi senza pagare le tariffe doganali o l’IVA doganale.
L’unica condizione è che le merci non transitino nel territorio singaporiano ma vengano direttamente spedite verso Paesi terzi.
Non è da meno l’industria turistica, che contribuisce a circa il 4% del PIL del paese. Oggi Singapore è una delle mete più popolari a livello internazionale, anche in virtù del fatto che non si è limitata a sviluppare un tipo di turismo convenzionale, ma ha puntato anche su forme di turismo alternative, per esempio il turismo medico.
Lo statunitense International Healthcare Research Centre ha classificato Singapore prima in Asia e quinta nel mondo nel suo indice del turismo medico. Ma non solo, per attrarre più turisti il governo ha deciso di legalizzare il gioco d’azzardo: un gran numero di casinò si trovano nella zona di Marina Bay.