Per economia sperimentale si intente una delle branche più recenti ed originali della scienza economica. L’obiettivo primario di questa materia è la dimostrazione pratica, non più solo matematica, delle teorie economiche. Lo strumento chiave diventa l’esperimento. Esempi pratici di sperimentazioni economiche possono riguardare domanda ed offerta, beni pubblici, politiche economiche, tassazione ed altri fattori influenzabili o manipolabili.
La differenza con l’econometria
L’econometria è quella disciplina che studia la validità statistica delle teorie economiche, osservando i dati (PIL, offerta di moneta, tasso d’interesse) e testando se gli stessi sono in linea con il modello teorico oggetto di studio. L’economia sperimentale studia invece i comportamenti degli individui per verificare se questi sono spiegati o meno dalla teoria. Gli strumenti a disposizione sono diversi: ad un econometrista servono solo un PC, un software di econometria (PcGive, GRETL, EViews…) e l’accesso a dei database (molti sono gratuiti, alcuni sono a pagamento). Ad un economista sperimentale servono anche risorse per organizzare verifiche sul campo ed analizzare i dati grezzi raccolti.
Gli esperimenti economici spesso sono analizzati in un laboratorio informatico simile a quelli presenti in molte università per le scienze naturali. Uno dei metodi più utilizzati è l’esperimento randomizzato, in cui come nei trial clinici si costruisce un gruppo di trattamento ed uno di controllo, fra loro statisticamente identici, per permettere l’analisi delle inferenze causali.
Gli obiettivi dell’economia sperimentale
L’economia sperimentale ha come obbiettivi, oltre a testare l’attinenza pratica delle teorie, anche quelli di suggerire politiche adeguate e cercare di gettare le basi per nuove possibili spiegazioni dei fenomeni. La validità dei modelli economici, ovvero la loro capacità di esprimere il mondo reale sulla base della teoria, si può suddividere in due tipi:
- validità interna, ovvero la teoria è statisticamente solida: vi è inferenza causale (è molto simile all’approccio dell’econometria), la validità interna deve essere sempre verificata per confermare la teoria
- validità esterna, ovvero la teoria spiega il comportamento reale degli agenti economici
Si può affermare quindi che la prima è una validità teorica, i dati confermano la teoria ed essa è coerente, mentre la seconda è una validità pratica, gli agenti si comportano come teorizzato.
Esempi di esperimenti economici
Gli esperimenti hanno la potenzialità di testare teorie da qualsiasi branca dell’economia. Tuttavia, quando si pensa all’economia sperimentale non si possono dimenticare l’economia pubblica e l’economia dello sviluppo (per l’ultima sono stati fondamentali i contributi dei Premi Nobel 2019: Banerjee, Kramer e Duflo). Ad esempio per quanto riguarda i beni pubblici gli esperimenti hanno mostrato che gli agenti contribuiscono maggiormente rispetto a quanto teorizzato. Uno degli obiettivi è quello di suggerire le corrette politiche alle autorità delegate, in particolare al Governo: molti esperimenti sono stati fondamentali per la comprensione dei meccanismi d’asta e per la successiva organizzazione di aste pubbliche.
Utilizzo nell’economia dello sviluppo e gli ultimi Premi Nobel (2019)
Banerjee, Duflo e Kramer sono stati gli ultimi vincitori del Premio Nobel per l’Economia per il loro utilizzo dell’approccio sperimentale nell’economia dello sviluppo. Kramer ha scoperto che le politiche dette antiparassitarie spingono ad una maggior presenza nella partecipazione scolastica rispetto all’acquisto di libri o incentivi agli insegnanti (in Kenya). Banerjee e Duflo hanno dimostrato che la microfinanza (in India) non è cosi efficace comi molti credono: nel loro Miracle of Microfinance gli autori evidenziano come i microprestiti abbiano aiutato solo le imprese già un minimo produttive, senza aiutare i più poveri.