Ed Seykota, nato nel 1946, è una delle leggende del trading meno conosciute. Da giovane visse in Olanda fra la città di The Hague e Voorburg, prima di ritrasfersi negli USA, il suo Paese natale, andando a vivere sulle sponde del Lago Tahoe. Si sposta in seguito in Texas, dove risiede attualmente. Dopo essersi laureato al MIT in ingegneria elettronica nel 1969, viene assunto da un’agenzia di brokeraggio per la quale, a partire dal 1970, trasporta il mondo della finanza sui primissimi computer, sviluppando alcuni primordiali sistemi di trading automatizzati. Sui pc del tempo tutto ciò era davvero molto complesso: a suo dire ci vollero mesi e mesi per testare i sistemi, i cui test richiederebbero oggi a malapena un giorno.
Nel 1992 fonda la Trading Tribe, dove riunisce alcuni traders per parlare e confrontarsi su tematiche finanziarie di vario tipo. Ben presto la “tribù” si espande in tutto il mondo e diventa un punto di riferimento per quanto riguarda la crescita personale, sia per gli interessanti di finanza sia per chi è coinvolto in altri ambiti professionali. Nel suo libro omonimo, The Trading Tribe, spiega tutte le tecniche utilizzate e discusse nel gruppo.
Ed si è costruito nel tempo una fama da trend follower. Puro analista tecnico, ha sempre disdegnato l’analisi fondamentale, ma non significa che ebbe risultati mediocri: nel 1972 accettò un conto da 5000 di dollari da un cliente, il quale vide la cifra arrivare a ben 15 milioni di dollari, un bel 300.000% , nei 16 anni successivi.
In breve tempo acquisì sempre maggiore notorietà presso la sua società di brokeraggio ed il suo sistema venne valutato per svariati milioni di dollari. La dirigenza però voleva imporgli di rendere il suo sistema molto più “attivo”, in modo da poter guadagnare maggiormente dalle commissioni dei propri clienti. Ed li avvertì che ciò sarebbe andato ad intaccare le performance del sistema, peggiorandolo significativamente. Seykota non venne ascoltato, ed in seguito a delle perdite su alcuni conti derivanti da questa scelta societaria, decise di licenziarsi e di incominciare a lavorare come broker in proprio.
Iniziata l’attività in proprio si ritrovò moltissime richieste da tutti gli USA. Tutti volevano farsi gestire i propri soldi da Ed, visto che la gente era venuta a sapere del suo formidabile sistema. Egli tuttavia ne accettò solamente 10, poiché voleva assicurarsi prima della componente psicologica di ogni cliente, in modo da capire se esso fosse in grado di gestire la pressione emotiva dei sali e scendi tipici del mestiere. La psicologia fu un’altra delle sue passioni, che lo portò ad integrare continuamente i suoi sistemi di trading con elementi di psicologia dell’investitore. Per lui i mercati sono quasi sinonimo di psicologia, come ha ripetuto più volte. Molto famosa è inoltre la sua intervista per il libro “Market Wizards” di Jack D. Schwager, la quale mostra molto bene sia il trader che “l’uomo” che è Ed Seykota,di cui ne riportiamo una parte:
Senza svelare troppi segreti, come sei riuscito ad arrivare a un modello così eccezionale di sistemi di trend following?
Il punto chiave per sopravvivere e avere successo a lungo termine è molto legato alle tecniche di gestione del capitale inserite nel sistema tecnico. Ci sono trader navigati e trader audaci, ma pochi sono insieme navigati e audaci.
È un’osservazione arguta e corretta, ma il quesito permane, anche se lo esprimo con altre parole: esistono numerosi sistemi di trend following con regole per la gestione del capitale, qual è la tua marcia in più?
È un dono. Penso che sia legato alla mia filosofia generale, che dipende fortemente dall’amore per i mercati e da uno spirito sempre ottimista. Inoltre, continuando a fare trading imparando sempre cose nuove, il mio sistema (vale a dire la versione meccanica di ciò che faccio) continua a evolversi. A ciò va aggiunto che considero me stesso e il modo in cui faccio le cose una specie di sistema che, per definizione, seguo sempre. A volte faccio trading svincolandomi completamente dall’aspetto meccanico, altre volte prendo il sopravvento sui segnali e seguo il mio istinto, altre volte non faccio assolutamente nulla. Il risultato finale immediato di questa continua alternanza di atteggiamento è forse vicino alla pari o semmai negativo. Comunque se non mi concedessi la libertà di dare libero sfogo alla mia creatività, quest’ultima potrebbe aumentare fino ad esplodere. Il trovare un equilibrio perseguibile sembra che aumenti la longevità del trader, che è il segreto per avere successo.
Come confronteresti i vantaggi e gli svantaggi del trading basato su sistema rispetto a quello discrezionale?
Anche il trading basato su sistema è in ultima analisi discrezionale. Colui che gestisce deve decidere fino a che punto vuole rischiare, in quali mercati vuole operare e con quanta aggressività si è disposti ad accrescere o diminuire la base di trading in funzione della variazione del proprio capitale. Queste decisioni sono assai importanti – spesso più importanti rispetto alla tempistica della transazione.
Cosa ne pensi dell’utilizzo dell’analisi fondamentale come input al trading?
Le analisi fondamentali che si leggono qua e là sono particolarmente inutili poiché il mercato le ha già scontate nel prezzo, io le chiamo “caramelle per la mente”. Comunque, se salti sul treno presto, prima che gli altri ci credano, allora possono diventare “caramelle con sorpresa”.
La tua risposta è un po’ scherzosa. Questo significa che ti servi esclusivamente dell’analisi tecnica?
Sono prima di tutto un trader che segue le tendenze del mercato e che usa un pizzico del suo istinto, il tutto corroborato da vent’anni di esperienza. Per ordine di importanza elencherei: (1) le tendenze a lungo termine, (2) il grafico attuale, e (3) pescare un buon punto per comprare e vendere. Questi sono i principî fondamentali del mio modo di operare.
Molto più in basso, al quarto posto metto le mie idee fondamentali e che, probabilmente, tutto compreso, mi sono costate un po’ di soldi.
Quali sono le regole di trading su cui ti basi?
a. Ridurre le perdite.
b. Cavalcare i cavalli vincenti.
c. Tenere basse le scommesse.
d. Seguire le regole senza metterle in discussione.
e. Sapere quando infrangere le regole.
Qual è l’equilibrio tra il talento e il lavoro per ottenere risultati?
È difficile individuare dove cominci l’uno e finisca l’altro.
Perché molti trader falliscono?
Per la stessa ragione per cui i piccoli delle tartarughe non raggiungono la maturità: fra le molte che vengono chiamate poche vengono scelte. La società funziona per mezzo dell’attrazione dei molti. Durante la selezione, i migliori vengono messi da parte e gli altri vengo liberati in modo che possano cercare qualcos’altro prima che vengano chiamati. Lo stesso vale per gli altri casi.
È incredibile come la sua acutezza mentale e la sua sensibilità possano trasparire in una semplice intervista, per questo invito alla lettura di “Market Wizards” libro bestseller negli USA, il quale contiene tutte le interviste fatte dall’autore ai più prominenti trader della storia, molti dei quali verranno trattati in questa nuova rubrica dedicata ai miti della speculazione.