L’Uomo, quando si tratta di prendere delle scelte, tende spesso a comportarsi come farebbe un gregge di pecore, mettendo alla luce le sue caratteristiche da animale.
Gli animali sociali, come le pecore appunto, sono per lo più organizzati in gruppi e hanno spesso un comportamento gregario. Questo significa che tendono coerentemente a seguire il gregge nelle decisioni, senza che ci sia un vero e proprio coordinamento tra loro.
In matematica, un gregge è un esempio di sistema auto-organizzante; ovvero un gruppo formato da un numero elevato di agenti che seguono regole semplici ed in cui le dinamiche individuali sono influenzate da quelle del proprio vicino.
In economia, l’effetto gregge si riscontra nel comportamento dei soggetti che interagiscono nel sistema: essi formulano le loro aspettative e prendono le loro decisioni seguendo la massa dei mercati, cadendo quindi in errori comportamentali.
Se ci pensiamo in effetti l’Uomo scambia continuamente idee con il prossimo, e così viene trasmessa l’informazione. Quando l’informazione riguarda la Finanza o l’Economia, ad esempio i prezzi dei titoli o il tasso di rendimento dei Buoni del Tesoro, la notizia circola molto velocemente con l’aiuto dei Social Media.
In questo modo avviene un vero e proprio contagio all’interno del sistema e l’idea di fondo si radica nella mente delle persone tanto da produrre un vero e proprio ancoraggio ad essa. Si arriva quindi al momento in cui quasi tutti gli agenti condividono la stessa linea di pensiero: è così che si assiste al gonfiarsi o all’esplodersi di Bolle Speculative.
Perché tendiamo a seguire il gregge?
Numerosissimi studi in campo psicologico e sociale hanno dimostrato che l’essere umano è un animale di gruppo; ciò significa che il suo stato d’animo dipende fortemente dal livello di accettazione ed inclusione all’interno della società.
Quando un’idea si è ormai diffusa come un virus e quasi tutti la condividono, andare contro tale pensiero potrebbe risultare fatalmente demoralizzante.
Per questo motivo si preferisce accogliere la possibilità di poter sbagliare coerentemente con tutti gli altri, piuttosto che differenziarsi rischiando di rimanere l’unica pecora nera.
Copiare le azioni di una massa di investitori ci tranquillizza poiché si tende a pensare che altri possano avere accesso ad informazioni che noi non possediamo.
Siamo quindi disposti a seguire il gregge a costo di screditare le nostre stesse convinzioni, anche perché si ritiene improbabile che un gruppo così grande di persone possa avere torto.
Epidemie nel sistema economico
Identicamente a quanto avviene con i virus, anche l’economia può essere colpita da vere e proprie malattie contagiose.
E’ infatti vero che l’incessante scambio di idee è una caratteristica imprescindibile della nostra specie e, nella società come la conosciamo oggi, informazioni riferite a possibili recessioni e crisi economiche viaggiano velocissime, come vere e proprie epidemie.
Lorenzo Pangallo nel suo lavoro “Implications of Behavioural Finance, Big Data and Epidemics” ha ripreso lo studio di Kirman (1993) ed ha evidenziato come ci sia un nesso tra il comportamento gregario delle formiche e quello degli agenti economici. Una colonia di formiche, nello scegliere tra 2 fonti di cibo completamente identiche sotto ogni punto di vista, dopo un lasso di tempo opta per una piuttosto che per l’altra. Tale fenomeno avviene poiché alcune singole formiche ne guidano altre, tramite un fenomeno detto “reclutamento”.
Lo stesso meccanismo caratterizza il passaparola che avviene tra gli esseri umani: è così che una coppia di fidanzati, nel dover scegliere tra 2 ristoranti con stesse caratteristiche ma sul lato opposto della strada, sceglieranno probabilmente quello con più persone, anche se per cenare sarà necessario fare la coda ed aspettare.
I modelli epidemici sono perciò utili a spiegare la diffusione del passaparola di “storie” che si instaurano nella mente dei soggetti e possono perciò influenzare l’andamento dei mercati. E’ inoltre ovvio, ma niente affatto banale, che una storia più è semplice e raccontabile, e maggiormente potrà diventare virale tra la gente.
Il contagio degli shock
In un mondo altamente globalizzato, il contagio può avvenire molto facilmente ed in periodi brevi e può succedere perciò che shock riguardanti istituzioni locali o singole nazioni si allarghino rapidamente ad altri paesi, creando condizioni di crisi generalizzate che si estendono a settori che apparivano in piena salute e privi di rischio.
Questo perché la nostra opinione su quello che sta accadendo nel mondo viene spesso influenzata da ciò che pensano gli altri; ed i così detti “esperti/tecnici” giocano un ruolo fondamentale nel favorire il contagio.
Gli individui si affidano infatti quasi ciecamente al punto di vista fornito dalle autorità, anche quando esso è in contraddizione con la realtà stessa.
Rispettando le opinioni delle istituzioni, gli agenti si sentiranno sicuri di sé ponendo fiducia non più nell’idea di base, ma sull’istituzione che la supporta.
Una situazione simile si è verificata con la famosa crisi dei mutui subprime nel 2008, quando gli investitori si fidarono ciecamente del rating fornito dalle agenzie.
In ultima analisi, è di fondamentale importanza rilevare che atteggiamenti simili dei soggetti allontanano notevolmente i prezzi degli strumenti finanziari dai loro fondamentali. Per questo motivo, non è da sottovalutare lo studio dei modelli epidemici in rapporto ai comportamenti delle masse nei mercati: potremmo scoprire che non siamo poi tanto diversi da pecore e formiche.