Come si intuisce dall’etimologia della parola, il crowdfunding rappresenta in generale una raccolta di fondi (funding) da una moltitudine di soggetti che formano un pubblico indistinto (crowd). Tale pratica di raccolta fondi di tipo collettivo viene realizzata online, mobilita persone e risorse e rappresenta il principale strumento della finanza alternativa. I soggetti che sono interessati ad un’iniziativa o ad un progetto effettuano contribuzioni in denaro, anche di modesta entità, al fine di favorirne lo sviluppo.
Esistono vari tipi di crowdfunding che si differenziano tra loro a seconda del tipo di “ricompensa” che viene assegnata al soggetto che elargisce il contributo in denaro. Tra questi parleremo di Equity Crowdfunding, il quale prevede un finanziamento sotto forma di capitale di rischio al fine di ottenere delle quote di partecipazione nella società. Se la raccolta va a buon fine, l’investitore diventa a tutti gli effetti socio dell’impresa.
L’Equity Crowdfunding in Italia
L’Italia è stato il primo Paese ad avere una normativa su questo tipo di strumento. A partire dal 2013, attraverso piattaforme web appositamente autorizzate dalla Consob, chiunque ha la possibilità di investire anche poche centinaia di euro in imprese che, in un arco di tempo definito, offrono quote del proprio capitale in cambio di fondi. Nonostante sia stato il primo Stato a dotarsi di una normativa specifica, ad oggi il ricorso a questo strumento in Italia è ancora molto limitato, anche perché la platea dei possibili emittenti è molto selezionata.
Infatti possono accedere a questo tipo di investimenti solo startup innovative, PMI innovative, startup che si occupano di turismo, holding di investimento e OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) che investono prevalentemente in startup o PMI innovative. Il momento ideale, nella vita di queste tipologie di aziende, in cui far ricorso al crowdfunding si presenta quando la validazione dell’idea è già avvenuta e il time to market è vicino.
Inoltre, è vero che il format online permette all’investimento di essere aperto ad una platea considerevolmente ampia, ma affinché esso vada a buon fine è necessario anche che vi partecipi un investitore istituzionale per almeno il 5% dell’importo complessivo. La vasta accessibilità è comunque garantita anche dal fatto che l’importo minimo che è necessario investire è pari solo a 500 € per le persone fisiche e a 5000 € per quelle giuridiche.
Un’ulteriore caratteristica di questo strumento è il cosiddetto all or nothing. È prevista, infatti, solo la possibilità di raccogliere l’intera sottoscrizione prefissata entro un arco di tempo limitato (nella maggior parte dei casi 90 giorni), altrimenti è necessario restituire il capitale parziale che era stato raccolto. Ciò avviene perché il capitale che viene incassato attraverso la procedura di Equity Crowdfunding è considerato di tipo inscindibile.
Vincoli e vantaggi per le aziende
Come in tutti i casi di ricorso a finanziamenti esterni, l’informativa sull’azienda riveste un ruolo cruciale. La società e la piattaforma hanno l’obbligo di fornire agli investitori tutta l’informativa necessaria per compiere un investimento consapevole. Questo passaggio avviene attraverso la redazione di un Business Plan e la sua importanza è indicata dal fatto che se le informazioni ivi contenute vengono successivamente modificate gli investitori hanno diritto di recesso. Diritto che può essere sempre esercitato entro 14 giorni dal momento della sottoscrizione, momento in cui l’investimento diventa effettivo, e nel caso in cui la quota di controllo della società venga venduta a terzi.
Il ricorso a questo strumento è vantaggioso perché si tratta di un finanziamento in conto capitale, che quindi fornisce dei fondi cosiddetti “pazienti” che rimarranno a lungo in azienda, sostenendone il percorso di sviluppo, a costi e tempi relativamente contenuti. Inoltre il focus dell’Equity Crowdfunding non è su garanzie e rating, ma sull’idea e sul team di persone che la sviluppa, permettendo così una maggiore possibilità agli imprenditori di concentrarsi sul core business. Infine, il successo dell’operazione porta ad una notevole market validation ed alla creazione di un network molto utile con altri imprenditori del settore e con gli investitori.
Gli svantaggi del modello
Questo tipo di format, però, comporta anche degli svantaggi e degli oneri che per le imprese di piccole dimensioni possono rappresentare un ostacolo troppo grande. Infatti l’apertura a terzi del capitale e l’accesso di nuovi investitori comportano degli obblighi di trasparenza che la struttura delle PMI spesso non è in grado di garantire. Si rendono necessarie quindi delle trasformazioni, all’interno dell’organizzazione aziendale, dispendiose in termini di tempo e denaro. In molti casi non è presente un’adeguata maturità imprenditoriale e la cessione di una quota della propria azienda a soggetti sconosciuti rappresenta il principale ostacolo psicologico per il piccolo imprenditore italiano. Infine, affinché l’operazione di Equity Crowdfunding abbia successo, è necessaria un’ottima campagna di comunicazione e promozione dell’azienda, in grado di presentare l’idea di business in modo sufficientemente accattivante: ciò richiede un’adeguata preparazione e degli oneri aggiuntivi.
Conclusioni
Gli aspetti appena indicati sembrano trovare un riscontro nei dati reali. Infatti, a fine 2017, dopo tre anni di effettiva operatività, sono stati raccolti solamente poco più di 11 milioni di euro, con un totale di 78 imprese che hanno incassato finanziamenti attraverso le piattaforme crowd. I casi di successo delle campagne, cioè quelle che hanno raggiunto il livello di capitale prefissato, ammontano a circa il 57%. La positività di questi dati risiede, però, nel fatto che il modello di finanziamento per startup e PMI innovative ha visto un incremento del 150% nell’ultimo anno. Un prossimo aggiornamento del regolamento Consob dovrebbe prevedere un allargamento della possibilità di utilizzo di questo strumento a tutte le PMI, rendendone prevedibile una sempre maggiore diffusione nei prossimi anni.
Per approfondire gli aspetti legali del crowdfunding, leggi il seguente articolo: https://startingfinance.com/funziona-crowdfunding-italia/
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