Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono strumenti derivati che, a partire dal 2002, sono scambiati all’interno del mercato ETFplus. Essi rappresentato quote di Fondi o SICAV (Società d’Investimento a CApitale Variabile) a basse commissioni di gestione, che sono negoziate in Borsa come le comuni azioni. Dal momento della loro immissione nei mercati di Borsa, hanno riscontrato sempre un maggior consenso sia da parte di investitori istituzionali che privati.
Cos’è un ETF?
Un ETF è un particolare tipo di fondo d’investimento o SICAV che incorpora sia caratteristiche tipiche di un OICR (Organi di Investimento Collettivo del Risparmio), sia di un’azione. Le sue principali caratteristiche possono essere così riassunte:
- replica perfettamente un indice di riferimento (benchmark) tramite una gestione totalmente passiva;
- viene negoziato in Borsa come un’azione.
I punti di forza degli ETF sono da ricondursi alle possibilità di poter sfruttare i lati positivi sia degli OICR sia delle azioni. Essendo negoziati in Borsa come le azioni, essi godono della flessibilità e trasparenza informativa data dalla negoziazione in tempo reale. A differenza di quest’ultime però, chi investe in un ETF, non investe in una singola società, bensì in una pluralità di aziende, rendendo così il proprio investimento diversificato.
Investire in un ETF consente in generale di beneficiare di opportunità che, difficilmente, sarebbero perseguibili dal singolo investitore:
- Permette di prendere posizione sul mercato replicando le performance di un intero indice (S&P500, DAX, FTSE MIB ecc). Questo è garantito dal fatto che, all’interno del portafoglio vi sono esattamente i titoli componenti l’indice con gli stessi pesi che lo compongono. Sarà poi compito del gestore fare in modo che il differenziale fra il rendimento dell’ETF e del benchmark sia minimo (tracking error), aggiornando adeguatamente il paniere. Replicare un indice acquistando e replicando la medesima composizione, senza l’utilizzo di uno strumento come l’ETF, risulterebbe molto dispendioso e non tutti ne avrebbero la possibilità economica. Da sottolineare l’esistenza anche di ETF a gestione attiva, i quali portano avanti strategie per superare l’andamento del benchmark.
- Riduce il costo di gestione del portafoglio. Investire in un ETF non comporta nessuna commissione all’entrata e all’uscita (se non quella richiesta per l’operazione dal broker o dalla banca) e non sono previste commissioni sulle performance. All’investitore verrà richiesto il pagamento di una commissione totale annua (TER) che verrà calcolata e applicata in base al periodo di detenzione dello strumento.
- Consente agli investitori di beneficiare dei dividendi o degli interessi incassati dall’ETF. Quando un dividendo viene staccato, il fondo d’investimento o la Sicav, può decidere o di redistribuire il dividendo ai partecipanti o di incorporarlo nel patrimonio dell’ETF stesso. In entrambi i casi l’unico a beneficiarne è l’investitore.
- Abbatte il rischio emittente. Gli ETF quotati sul mercato ETFplus, riguardano quote di OICR diversi. Comune però a tutti gli OICR è la politica che riguarda la gestione separata del patrimonio. Gli OICR sono tenuti a separare il patrimonio ottenuto dalla vendita degli ETF da quello della società. Questo comporta che, anche in caso di fallimento del fondo o della Sicav, gli investitori non vedranno messo a rischio il loro capitale.
- Ridotta possibilità di acquistare un ETF a premio e rivenderlo a sconto. Grazie al particolare meccanismo creation in kind e redemption in kind adottato nel mercato primario, sono ridotte le possibilità che il prezzo di borsa non sia allineato al NAV (Net Asset Value).
Gli ETF, date le loro caratteristiche principali, si prestano bene ad investimenti in un’ottica di medio – lungo periodo, prestandosi bene alla strategia buy and hold.
ETF strutturati
Gli ETF non sono tutti orientati alla semplice replicazione di un benchmark. Vi sono alcune tipologie di ETF, definiti strutturati, che non sono gestiti con tecniche di replicazione passiva ma che puntano a raggiungere ulteriori obiettivi. Fra questi, i più importanti sono:
- ETF protective put. Permettono di proteggere il valore del portafoglio, partecipando nello stesso momento ai rialzi del sottostante. Ciò viene permesso affiancando all’ETF una posizione long su un’opzione put con adeguato strike price.
- ETF a leva. Permettono di partecipare in maniera più che proporzionale al’andamento del sottostante. Ad esempio un ETF con leva 2, permette di duplicare l’andamento del sottostante.
- ETF short. Possono essere sia con o senza leva. Generalmente utilizzati da chi prevede un crollo o dell’indice o del settore oggetto dell’ETF, permettono di replicarne inversamente il rendimento.
Esistono poi altre tipologie di ETF che vengono utilizzate per portare avanti strategie più complesse formate da diverse combinazioni di azioni e opzioni.
Il mercato ETFplus
Il mercato dedicato alla negoziazione degli ETF è denominato ETFplus. Nella stessa piazza, oltre alla negoziazione di tali strumenti, sono scambiati anche ETC/ETN. Essi sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati, cioè strumenti emessi dall’emittente a fronte di un investimento diretto in un determinato sottostante, o in un strumento derivato che lo riguarda. Il prezzo è dunque legato direttamente o indirettamente al’andamento del titolo, così come l’ETF è legato all’andamento del benchmark. Dunque in base alla natura del sottostante tali strumenti si dividono in:
- ETC – Exchange traded commodities. Replicano passivamente le performance di materie prime o di indici su materie prime.
- ETN – Exchange traded notes. Replicano passivamente le performance di sottostanti diversi dalle materie prime.
Gli ETN e gli ETC, a differenza degli ETF, non sono quote di OICR ma sono degli strumenti di debito assistiti da un collaterale per il quale non è obbligatorio prevedere un certo grado di diversificazione. Di conseguenza, gli ETC e gli ETN sono soggetti a rischio di insolvenza.