Tra i più grandi imprenditori italiani del Novecento non si possono non citare gli Agnelli, universalmente noti per la fondazione della Fiat e per il sodalizio con la Juventus, che iniziò nel lontano 1923. Quando si pensa agli Agnelli viene in mente immediatamente la figura di Giovanni, detto comunemente Gianni. Tuttavia la storia di questa famiglia è molto più antica: chi erano veramente gli Agnelli?
Le origini della famiglia
Gli Agnelli sono originari di Racconigi, in provincia di Cuneo, luogo in cui nella prima metà del Settecento impiantarono alcune attività di coltivazione dei bachi da seta e filande. La famiglia si distinse in due rami, uno dedito soprattutto alle attività liberali e uno più vocato verso le attività imprenditoriali. L’ascesa in questo secondo ambito fu merito di Giuseppe Francesco Agnelli (1789-1865), che, dopo il Congresso di Vienna e la conseguente Restaurazione, divenne uno dei principali banchieri di Torino, dove, oltre alle classiche attività bancarie, si occupava anche della negoziazione e del commercio delle sete gregge e di numerosi altri prodotti.
Con gli ingenti profitti realizzati egli avviò cospicue operazioni immobiliari e fondiarie. A lui si deve l’acquisto della famosa villa di Villar Perosa, ancora nel patrimonio della famiglia. Il suo ultimo figlio, Edoardo (1831-1871), pur morendo prematuramente, fornì una discendenza alla famiglia, dal momento che fu il padre di Giovanni Agnelli (1866-1945), il quale avrebbe poi fondato la FIAT.
La Fabbrica Italiana Automobili Torino
Giovanni fu l’uomo che associò per la prima volta il nome Agnelli a quello dell’industria automobilistica: era infatti tra i fondatori della FIAT, di cui assunse ben presto il ruolo di presidente e amministratore delegato. Dopo aver intrapreso una breve carriera militare, infatti, egli iniziò ad interessarsi della meccanica e in particolare dell’automobilismo. Tali interessi lo portarono a fondare nel 1899, insieme ad altri soci, la Fabbrica Italiana Automobili Torino, meglio conosciuta come FIAT.
L’azienda ebbe un rapido sviluppo, incrementando in pochi anni la produzione di automobili ed entrando anche nel business del trasporto ferroviario, dei mezzi di navigazione e di aeroplani. Con la Prima Guerra Mondiale, grazie agli accordi stipulati con l’Esercito, la FIAT diventò il terzo gruppo economico italiano. Nel 1920 acquistò una quota del 20% del quotidiano La Stampa. Tre anni più tardi Gianni venne nominato senatore del Regno d’Italia. Negli anni Quaranta, a seguito delle controversie sulla sua figura sorte nel corso della Seconda Guerra Mondiale, egli nominò successore il nipote Gianni, figlio di Edoardo, morto anch’egli prematuramente nel 1935 in un incidente aereo a Genova.
Dall’autunno caldo alla modernizzazione
Nel 1946, dopo essere succeduto al nonno, Gianni nominò Vittorio Valletta come presidente della FIAT, che mantenne la carica fino al 1966, quando Gianni prese in prima persona il timone dell’azienda. Dopo la sua nomina avviò un riordino del sistema aziendale con la dismissione degli asset non più redditizi e al contempo rilevò la Ferrari e la Lancia. Nel corso degli anni Settanta cercò di rendere internazionale la FIAT, stringendo prima un accordo con la Citroën, che tuttavia non andò a buon fine per ragioni politiche, e successivamente aprendo stabilimenti in Polonia, Turchia, Brasile oltre ad alcuni impianti in Egitto e Sudafrica.
Sul fronte interno Agnelli dovette affrontare il cosiddetto autunno caldo, che iniziò nel 1969 con rivendicazioni salariali ed innumerevoli scioperi che paralizzarono l’attività produttiva. Questi eventi portarono nella prima metà degli anni Settanta ad una crisi a causa della quale la FIAT non fu più in grado di autofinanziarsi, complice la diminuzione delle vendite in Italia, vedendosi quindi costretta a ricorrere frequentemente all’indebitamento e ad aprire a partecipazioni straniere. Nel 1976 avvenne la cessione del 9% di FIAT alla Lybian Arab Foreign Investment Company.
La modernizzazione della FIAT si ebbe con l’assunzione di Cesare Romiti: a lui si deve la trasformazione da azienda industriale ad holding finanziaria, controllante a sua volta numerose holding organizzate per settore produttivo. Nel corso del nuovo millennio Gianni, convinto che in un contesto globale fosse necessaria una maggiore internazionalizzazione, aprì a General Motors che acquisì il 20% di FIAT. Tale accordo, a causa delle difficoltà di entrambe le parti, venne rotto dopo cinque anni.
La famiglia Agnelli oggi
La figura di Gianni Agnelli fu anche legata a quella della Juventus, di cui fu presidente dal 1947 al 1954 e presidente onorario fino al 1994, anno in cui le attività passarono al fratello Umberto. Durante la sua gestione la società vinse 23 trofei ufficiali in 48 anni.
Gianni fu anche presente nel mondo dell’editoria, con partecipazioni nel quotidiano La Stampa (divenuto negli anni al 100% di proprietà della famiglia) e nel Corriere della Sera, possedendo il 46% della società editrice Rizzoli. Infine ricoprì il ruolo di presidente di Confindustria dal 1974 al 1976 e fu nominato senatore a vita nel 1991.
Alla morte di Gianni Agnelli, nel 2003, come erede della FIAT fu nominato John Elkann, figlio di Margherita Agnelli, secondogenita di Gianni Agnelli, e del giornalista Alain Elkann. L’erede inizialmente designato, Giovanni Alberto, figlio di Umberto, morì infatti a soli 33 anni nel 1997.
A John Elkann si deve la nomina di Sergio Marchionne ad amministratore delegato della FIAT (2004) e la creazione del gruppo Fiat Chrysler Automobiles, il settimo gruppo automobilistico mondiale. È stato lui a creare la holding Exor, derivante dalla fusione di IFIL e IFI, due società di investimento della famiglia Agnelli. Nel 2015 la Exor si è collocata al 19° posto tra le imprese più ricche al mondo; nel 2016 la sede legale è stata spostata ad Amsterdam.
Così, da un piccolo paese in Piemonte, in circa due secoli e mezzo gli Agnelli sono diventati una delle famiglie più importanti e note nel panorama italiano ed internazionale, riuscendo sempre ad essere al passo con i tempi. Allo stesso tempo la FIAT, nata in un caffè di Torino, è diventata uno dei maggiori gruppi automobilistici mondiali.
Ad oggi il patrimonio della famiglia Agnelli è costituito da partecipazioni in molte imprese attraverso le numerose holding che la rendono una delle famiglie più ricche nel contesto italiano ed internazionale.
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